Italia: le adesioni delle associazioni allo sciopero generale indetto dalla CGIL


Giorgio Beretta - unimondo.org


ANPI, ARCI, AUSER, CIDI, FIEI, Forum Droghe, Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua sono alcune delle associazioni della società civile che hanno aderito allo sciopero generale proclamato dalla CGIL per oggi, 6 settembre, contro una manovra finanziaria dai tratti “profondamente iniqui”.


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Italia: le adesioni delle associazioni allo sciopero generale indetto dalla CGIL

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANPI, ARCI, AUSER, CIDI, FIEI, Forum Droghe, Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua sono alcune delle associazioni della società civile che hanno aderito allo sciopero generale proclamato dalla CGIL per oggi, 6 settembre, contro una manovra finanziaria dai tratti “profondamente iniqui”. Dietro la rivendicazione “un’altra manovra è possibile, dal segno diverso, pagata da chi più ha e non ha mai pagato” vi saranno oggi manifestazioni in oltre cento piazze italiane.

L’ARCI una nota alla stampa afferma che “questa manovra, frutto di improvvisazione e ancor meno credibile nelle cifre della sua ultima versione, non risolve in maniera strutturale il problema del debito ma si limita semplicemente a far cassa tagliando la spesa pubblica e particolarmente quella sociale, si accanisce con una vera e propria operazione di macelleria sociale sui lavoratori dipendenti, i pensionati, le famiglie” . Per l’ARCI si tratta di “una manovra socialmente insostenibile e destinata ad avere conseguenze recessive, perché comprime i consumi e non libera risorse per gli investimenti, l’occupazione, il rilancio dell’economia”.

L’associazione ricreativa culturale italiana considera “grave che si sia scelto di non toccare gli interessi della parte più forte del paese, che nel provvedimento non ci sia niente delle auspicate misure di contrasto all’evasione fiscale, che non si preveda nessun onere a carico della grandi ricchezze e dei grandi patrimoni”. “La situazione del Paese è grave ed è a rischio la tenuta del suo tessuto sociale. E’ il momento di cambiare strada, con scelte nette e rigorose verso un modello di sviluppo diverso da quello che ci ha portato dentro questa crisi” – conclude la nota dell’ARCI che si impegna “a promuovere nelle settimane successive la più ampia mobilitazione del mondo dell’associazionismo e del terzo settore, per costruire nel paese la prospettiva di uno sviluppo sostenibile in cui la necessaria crescita economica vada di pari passo all’equità fiscale, alla giustizia sociale, alla trasparenza e alla democrazia”.

Il Forum dei Movimenti per l’Acqua nell’aderire allo sciopero afferma che “la manovra economica da una parte colpisce pesantemente le fasce più deboli della popolazione e contemporaneamente attacca alcuni principi costituzionali, da quelli relativi al mondo del lavoro fino allo strumento referendario”. Come già denunciato in un precedente comunicato il Forum evidenzia che la manovra “riproponendo la privatizzazione dei servizi pubblici locali di fatto disconosce i risultati referendari con cui, in modo netto e chiaro, il popolo italiano ha detto no alla cessione al mercato dei beni comuni e no ai profitti sull'acqua. In questo modo si tende a svilire la forte domanda di partecipazione alla vita politica del paese che è venuta dai referendum”.

Nei giorni scorsi il Movimento Nonviolento, nel manifestare adesione all’iniziativa, ha chiesto con una lettera aperta al Segretario generale della CGIL, Susanna Camusso, di denunciare con forza le spese militari del nostro Paese. “Il Parlamento ha recentemente confermato l'acquisto di 131 cacciabombardieri nucleari F35, per un costo complessivo di ulteriori 16 miliardi di euro, senza considerare le successive spese di manutenzione. Con il costo di uno solo di questi orrendi mostri, portatori di morte, si possono aprire 300 asili nido o pagare l'indennità di disoccupazione per 15.000 cassintegrati. Se poi si vanno a vedere gli impegni per i programmi pluriennali dei sistemi d’arma, si scopre che dal 2011 al 2019, per nuovi bombardieri, elicotteri, portaerei, fregate, sommergibili e veicoli blindati, il Governo ha impegnato una spesa di 46 miliardi e mezzo, ossia l'equivalente di un’altra enorme finanziaria!” – scrive Mao Valpiana nella lettera aperta.

“Questa manovra acuisce le disuguaglianze, aggrava la precarietà, riduce la sicurezza dei cittadini e aggredisce il territorio” – denuncia il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, In concreto, secondo Legambiente, gli aspetti negativi della manovra economica, tra il primo Decreto approvato definitivamente a luglio e quello in corso di approvazione, sono molteplici. In primis, l’attacco perpetrato a danno del territorio a partire dal via libera dato ad un’edilizia selvaggia e di rapina. Particolarmente gravi sono inoltre le diverse modifiche introdotte al Codice dei beni culturali e del Paesaggio. Anche i provvedimenti che vorrebbero spingere la riqualificazione urbana risultano pericolosi

"Per Legambiente – sottolinea Cogliati Dezza – questi temi sono fondamentali per il futuro del Paese. Occorre una riflessione ponderata e provvedimenti urgenti per avviare una seria manutenzione e riqualificazione del patrimonio edilizio e del territorio italiano”. Altri significativi passi indietro sono stati fatti nel settore dell'energia e, nonostante il Paese sia devastato dalle discariche di rifiuti pericolosi e dalle attività dell'ecomafia che operano in questo settore, si è tentato anche di abolire il Sistri, il discusso sistema di tracciabilità dei rifiuti che questo stesso governo aveva scelto, facilitando così la vita alla criminalità e mettendo ancora più a rischio la sicurezza dei cittadini.

Anche Legambiente denuncia che “questo governo tenta inoltre di annullare i risultati del referendum sulle privatizzazioni dei servizi pubblici”, mentre “anche per i beni e le attività culturali con le due finanziarie di luglio e agosto arrivano tagli indiscriminati di risorse e di competenze, invece che serie riforme e investimenti lungimiranti per lo sviluppo civile ed economico del Paese”. “A tutto questo elenco dobbiamo aggiungere i recenti emendamenti relativi ai piccoli comuni per i cui i municipi sotto i mille abitanti sarebbero obbligati a delegare ogni funzione amministrativa e di programmazione economico-finanziaria a un nuovo ente, le Unioni Municipali, aumentando così la burocrazia, i costi e i disservizi per i cittadini. Inoltre l'estensione del Patto di Stabilità anche per questi nuovi enti non potrà che peggiorare la possibilità di governo del territorio”.

In tutti i Paesi europei si cerca di capire come spostare il peso della fiscalità dal lavoro al consumo delle risorse ambientali e alle emissioni di CO2, in modo da premiare gli investimenti virtuosi, e si punta ad aggredire le speculazioni finanziarie internazionali attraverso la Tobin Tax. Ed è questa la prospettiva cui l'Italia dovrebbe guardare – conclude Cogliati Dezza – perché può consentire di recuperare risorse, creare occupazione immediata e duratura, e costruire le condizioni per una crescita reale e sostenibile. Sbaglia, infatti, chi pensa che la risposta alla gravissima crisi che ha inciso profondamente nell’economia e nella società italiana, possa venire dalle solite ricette e dalla concorrenza sul costo del lavoro o dall’abbattimento dei controlli ambientali. Quell'idea di sviluppo appartiene ormai al passato e non avrà spazio nel futuro. Per tutto questo riteniamo inaccettabile la manovra del governo e sosteniamo la protesta indetta dalla Cgil e dai sindacati di base”.

Fonte: http://www.unimondo.org

6 settembre 2011

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