Israele: un voto con poche scelte
Duilio Giammaria
Complessivamente la scena politica israeliana e di riflesso quella palestinese è di fatto il risultato della vittoria dell’opzione della forza, su quella del confronto politico.
Qualunque sia il risultato del voto in Israele, il confronto politico delle ultime settimane indica un sostanziale restringimento delle opzioni presentate ai cittadini. La campagna è stata inevitabilmente influenzata dalla recente guerra a Gaza, e nelle ultime ore dalla discussione su come trattare per la liberazione del soldato Gilad Shalit rapito nei pressi di Gaza. E forse è proprio questa l’unica novità sostanziale offerta dalla campagna elettorale con i partiti che si sono dovuti confrontare con l’opzione del rilascio di prigionieri palestinesi di primo livello.
E’ interessante notare che la stessa opinione pubblica ha partecipato in modo “freddo” alle argomentazioni della campagna elettorale. E’ come se dopo l’immenso impatto della guerra la politica faccia fatica a riappropriarsi della scena. Lo scetticismo sulla propria classe dirigente potrebbe portare ad un aumento dell’astensione, ma la scarsa presa della campagna è visibile anche sul fronte dei palestinesi che ritengono che chiunque governerà in Israele, non cambierà sostanzialmente la situazione. DI opinione diversa è Fatah di Abu Mazen, che ritiene che una vittoria della destra porterebbe ad un rafforzamento del radicalismo di Hamas che guadagnerebbe il consenso popolare anche nei territori della Cisgiordania.
Complessivamente la scena politica israeliana e di riflesso quella palestinese è di fatto il risultato della vittoria dell’opzione della forza, su quella del confronto politico. L’opinione pubblica pur dovendo scegliere tra opzioni formalmente diverse rimane scettica sulle reali opportunità del governo, qualunque esso sia, di mettere in atto le politiche prospettate. Sullo sfondo dall’una e dall’altra parte del muro, rimane nell’opinione pubblica la sensazione che le armi continueranno a fare la differenza.
Dall'inviato Rai Duilio Gammaria
Fonte: Articolo21
10 febbraio 2009