Intervista ad Asik Tuygun: "A bordo della mia nave gente stremata senza acqua e cibo"


Gabriel Bertinetto


Il comandante della Pinar racconta il dramma dei profughi accolti a bordo. Hanno paura li abbiamo raccolti in condizioni disperate.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Intervista ad Asik Tuygun: "A bordo della mia nave gente stremata senza acqua e cibo"

A sera il comandante della Pinar sembra un po’ più ottimista. La giornata era iniziata senza promettere nulla di buono, fra polemiche dei governi che si rimpallavano l’un l’altro l’onere di accogliere i profughi, mentre a bordo molti dei profughi  raccolti in mare giovedì scorso erano in evidenti condizioni di debilitazione. Ma nella seconda parte della giornata c’è stato qualche sviluppo positivo, sono arrivato gli aiuti alimentari, si sono profilate possibilità di soluzione. Ed Asik Tuygun, raggiunto telefonicamente, manifesta qualche speranza in più.
Comandante Tuygun, che situazione c’è in questo momento a bordo della Pinar?
“ Le cose da qualche ora sono in movimento. Sicuramente posso dire che sta andando meglio rispetto a come ci trovavamo ieri, quando ci trovavamo davvero in una situazione critica. Abbiamo ricevuto forniture di acqua, di viveri. Certo non posso dire che le condizioni in cui ci troviamo siano buone. Ma ho fiducia che possano maturare cambiamento positivi.”
 Una persona è morta, purtroppo come è noto. Ci sono altri in pericolo di vita o comunque in condizioni preoccupanti?
“Non sono un medico, non so valutare di preciso lo stato di salute delle persone che sono con me. Ma è gente che per giorni è stata per mare, ha patito la fame, ha sofferto la sete, ha vissuto in preda alla paura. C’è gente disidratata. C’è chi durante la traversata ha bevuto solo acqua di mare. La mia nave non è attrezzata per ospitare tante persone così e in condizioni come quelle in cui si trovavano. Per questo dico che prima si trova il modo di farli sbarcare è meglio è. Non sono in grado di dire se chi è debole o in cattive condizioni di salute possa riprendersi rapidamente, ma è bene che tutto finisca al più presto. Io vedo che una quarantina di persone almeno che ho a bordo non stanno per niente bene.”
Chi secondo lei dovrebbe prendere l’iniziativa per sbloccare questo stallo vergognoso, per cui per giorni e giorni né Italia né Malta hanno accettato di accogliere i profughi a terra?
“ Non loso. Certo è un problema internazionale, che coinvolge molti soggetti, non solo il governo italiano e maltese. Posso solo dire che la prima regola da seguire dovrebbe essere quella di agire in maniera che siano rispettati i diritti umani”.

Fonte: L'Unità

20 aprile 2009

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento