Impronte ai rom, no del prefetto di Roma. I commissari convocati al Viminale
Corriere.it
Carlo Mosca boccia la proposta di Maroni. Il ministro: “Ipocrisia sull’identificazione dei bambini, non è schedatura”. Ieri pomeriggio riunione al Viminale con i prefetti di Roma, Napoli e Milano.
ROMA – Linea ferma di Roberto Maroni sulla questione dell'identificazione dei bambini rom attraverso le impronte digitali. Per il ministro dell'Interno si sono scatenate polemiche «totalmente infondate, frutto di ignoranza, nel senso di scarsa informazione, o di pregiudizio politico: in entrambi i casi sono polemiche che non mi toccano e non mi faranno retrocedere neanche di un millimetro». Ieri pomeriggio intanto sono stati convocati al Viminale i prefetti di Roma, Milano e Napoli, commissari all'emergenza nomadi nelle tre città. Ha presieduto il vertice il capo di gabinetto del ministro dell'Interno, Giuseppe Procaccini, che ha ricordato ai prefetti che l'ordinanza di nomina affida loro il compito di identificare i nomadi, anche i minori, «attraverso rilevi segnaletici», come le impronte digitali appunto.
LINEA CONDIVISA – L'incontro ha rappresentato «la prima di una serie di verifiche periodiche, ha consentito di mettere a punto una completa e condivisa linea tecnica nell'applicazione delle ordinanze del presidente del Consiglio dei ministri, volta ad affrontare le problematiche fin qui emerse – ha fatto sapere in serata il Viminale -. È stato particolarmente utile lo scambio di informazioni sulla attività in corso e sulle prassi più efficaci sperimentate, che hanno evidenziato una generale armonia nella prima fase degli interventi». L'attività di censimento nei campi nomadi «sta procedendo regolarmente, secondo le indicazioni contenute nelle ordinanze, con l'obiettivo di riconoscere l'identità personale, anche a coloro che non sono in grado di dimostrarla, attraverso il ricorso alle tipologie di rilievo segnaletico necessarie, ivi comprese le impronte digitali» si legge ancora nella nota del ministero dell'Interno.
IL NODO IMPRONTE – Nei giorni scorsi il prefetto di Roma Carlo Mosca, commissario governativo per i nomadi per il Lazio, aveva preso posizione contro le impronte digitali ai bambini rom. Il rappresentante del governo nella Capitale, che durante la riunione al Viminale ha avuto modo di spiegare il suo punto di vista, ha detto che «così come non si prendono le impronte digitali per il passaporto ai minori italiani, nello stesso modo non si vede il motivo per cui bisogna farlo con i bambini rom», aggiungendo che «nei confronti dei nomadi non si farà un'attività di "schedatura" ma di "ricognizione" con l'obiettivo di conoscere diverse realtà fermo restando, nel caso si troveranno persone con problemi di giustizia, che si agirà di conseguenza». Mosca ha assicurato «fermezza» ma nessuna attività di discriminazione nei confronti dei nomadi, precisando che quest'opera di «ricognizione», sarà fatta da personale della Croce Rossa Italiana.
Fonte: Corriere.it
29 giugno 2008