Il rapimento delle due missionarie: un avvertimento
Enzo Nucci
Enzo Nucci: "Diffondere la paura tra la popolazione. L’analisi della lunga catena di omicidi non lascia dubbi. Si colpiscono sempre di più le organizzazioni non governative e umanitarie. Ma da tempo sono diventati un bersaglio privilegiato anche i missionari per isolare completamente la Somalia".
La strategia è quella del tanto peggio, tanto meglio, una nichilistica accelerazione continua e costante verso il terrorismo diffuso sul territorio. Proprio come in Iraq. Paura, diffondere la paura tra la popolazione. L’analisi della lunga catena di omicidi non lascia dubbi. Si colpisce il sempre più raro personale straniero e somalo delle organizzazioni non governative e umanitarie. Ma da tempo sono diventati un bersaglio privilegiato anche i missionari per isolare completamente la Somalia.
Negli ultimi sei mesi sono stati portati a termine un gran numero di rapimenti a danno di operatori umanitari non solo a scopo di estorsione ma piu’ spesso come intimidazione, per eliminare chi ancora resiste sul campo.
Due giorni fa e’ stato assassinato a nord di Chisimaio, roccaforte degli estremisti islamici, il responsabile somalo di una fondazione statunitense.
Due settimane fa quattro cooperanti (due donne francesi, una bulgara ed un belga) di una ong francese sono stati rapiti con i due piloti kenyoti che lo accompagnavano.
Non è casuale che negli ultimi mesi si siano intensificati omicidi e assassini di operatori umanitari e non solo a fini estorsivi.
Nelle mani di gruppi criminali o politici (ma più spesso le due cose coincidono o sono strettamente intrecciate, come per i pirati che agiscono al largo delle coste) ci sono ancora una dottoressa giapponese, un’assistente all’infanzia olandese e due giornalisti stranieri.
Anche il duplice sequestro delle suore in territorio kenyano ma a 5 chilometri dal confine con la Somalia è un avvertimento. Le due missionarie erano conosciute e stimate nella zona, forse anche troppo. Da 25 anni lavoravano in quel piccolo ambulatorio, con annessa una casa per disabili, per alleviare le sofferenze di chi non ha niente, neanche la speranza. Un messaggio chiaro e inevitabile: tutti via dalla Somalia, nessun occhio indiscreto a guardare ciò che succede nel paese più assurdo del mondo dove da 17 anni si muore e si combatte.
Gli stranieri sono i peggiori nemici, i più pericolosi sono poi quelli che cercano di fermare la sofferenza.
Le parole non bastano più. La Somalia, come il Congo, l’Etiopia e tutta l’Africa deve tornare ad essere al centro dell’agenda politica internazionale con fatti concreti.
Enzo Nucci
Fonte: www.articolo21.info
12 novembre 2008