“Il raiss pronto a trattare la resa” A Tripoli è emergenza umanitaria
lastampa.it
Consumata da giorni d’assedio e di scontri, senza cibo, energia elettrica, con gli ospedali che non riescono ad accogliere e curare centinaia di feriti, Tripoli è ormai in ginocchio.
Un portavoce di Muammar Gheddafi ha contattato un’agenzia di stampa affermando che il raiss è intenzionato a trattare una transizione di poteri in Libia: lo afferma la Bbc. Secondo Al Jazira, il portavoce del regime, Mussa Ibrahim, ha telefonato alla sede dell’agenzia Associated Press (Ap) a New York, affermando che Gheddafi si trova in territorio libico, e che è intenzionato a discutere con i ribelli la formazione di un governo di transizione. Secondo Mussa, il Colonnello ha nominato il figlio Saadi «capo negoziatore». Il portavoce, identificato dalla voce, ha dichiarato all’Ap – scrive il sito di Al Jazira – che ha visto l’ultima volta Gheddafi venerdì, ribadendo però che quest’ultimo si trova in Libia e asserendo di trovarsi anch’egli in territorio libico.
La Nato, intanto, sta bombardando nella parte est di Tripoli, probabilmente a Salah Eddin. Lo ha constatato l’inviato dell’ANSA nella capitale libica. Si ode il rumore di armi pesanti e la contraerea delle forze del Colonnello è evidentemente in azione. Esplosioni risuonano a chilometri di distanza e in cielo sono state visibili due grandi fiammate.
Consumata da giorni d’assedio e di scontri, senza cibo, energia elettrica, con gli ospedali che non riescono ad accogliere e curare centinaia di feriti, Tripoli è ormai in ginocchio. Ieri il leader del Consiglio Nazionale Transitorio, Mustafa Abdel Jalil, ha parlato per la prima volta di «emergenza umanitaria» nella capitale libica lanciando un appello «a tutte le organizzazioni umanitarie» affinchè corrano in aiuto della popolazione. In una conferenza stampa da Bengasi, Jalil ha lanciato l’allarme. «Tripoli ha bisogno di medicine, di cure di prima necessità, di materiale chirurgico», ha sottolineato, precisando che in città mancano anche alimenti di prima necessità. Mentre, il taglio dell’acqua corrente e dell’elettricità è dovuto «a sabotaggi delle forze di Gheddafi», ha spiegato il leader degli insorti, denunciando anche la mancanza di liquidità nelle banche della capitale e facendo appello «a tutti gli uomini di affari, affinchè facciano tornare i loro capitali nelle banche libiche, soprattutto in vista dell’avvicinarsi della festa di Aid el-Fitr», che segna la fine del Ramadan.
Anche il portavoce del Cnt, Mahmud Shammam, ieri si è soffermato sull’emergenza umanitaria di Tripoli e ha promesso che presto arriveranno forniture di acqua e diesel. «Abbiamo 30mila tonnellate di carburante che cominceremo a distribuire a partire da oggi. Il diesel arriverà domani, per supportare i generatori di elettricità e entro due giorni forniremo gas per cucinare», ha spiegato Shammam. Nel frattempo, la Gran Bretagna ha sbloccato 3,4 milioni di euro per aiuti umanitari, che saranno impiegati per nutrire 700mila persone e fornire assistenza a medica a 5mila feriti, in primo luogo a Tripoli. A mettere in allarme i ribelli c’è soprattutto l’emergenza sanitaria in cui è caduta la città, abbandonata nei giorni scorsi da centinaia di medici stranieri.
Nella capitale «manca una rete di comunicazione tra gli ospedali, mancano medici specializzati in ortopedia e chirurgia vascolare, nonchè medicine e strumenti adatti a ingessare le numerose fratture riportate dai pazienti», ha spiegato all’ANSA il presidente della Comunità del Mondo arabo in Italia (Comai) Foad Aodi, in contatto con i medici a Tripoli. Dove ieri, in un magazzino sono stati ritrovati i cadaveri di 53 persone, forse giustiziate da lealisti. Dopo i festeggiamenti per la fine del regime di Gheddafi, la capitale libica rischia di entrare in un nuovo tunnel, quello del disastro umanitario.
Fonte: www.lastampa.it
28 agosto 2011