Il palestinese che canta al mondo
Riccardo Cristiano - Il Mondo di Annibale
Le grandi voci arabe hanno sempre avuto un ruolo cruciale nella politica. Da Nasser alla rinascita libanese. Ora entra nell’Olimpo canoro arabo un palestinese.
Soprattutto quando volgeva a brutto, Nasser si teneva ancor più vicina la "grande" Um Kalthoum, la più famosa cantante araba di tutti i tempi. Era lei che riusciva a trasformare le sconfitte in vittorie. E i suoi tour arabi dopo la mazzata del '67 mobilitarono il mondo arabo con e non contro il leader che aveva perso. Milioni di dollari arrivarono nelle casse delle "riscossa".
Ancora oggi è uno solo il nome attorno al quale i libanesi dimenticano le fratture che li portano periodicamente a sfiorire nuovamente il precipizio nella guerra civile, quello di un'altra cantante, un'altra voce immortale del mondo arabo, Fayruz. Lei che tacque in patria per tutti i lunghissimi anni (venticinque) della guerra civile, ha sempre unito e mobilitato i suoi ovunque nel mondo. Invece che con il leader lei si identificava con i singoli componenti del suo popolo.
Ora tocca a un giovane palestinese di Gaza, Muhammad Assaf, vincere il più importante concorso canoro arabo, Arab Idol, a Beirut. Di cosa parlano le sue canzoni? Nella sera in cui ha vinto ha cantato la riconciliazione" .
Nella notte la festa è esplosa a Gaza. La Bbc riferisce che molti per strada dicevano: "lui manda il nostro messaggio al mondo: non amiamo la guerra, non amiamo la morte". E ora i più dicono che Israele gli darà il permesso per viaggiare da Gaza in Cisgiordania e cantare anche lì. Poco?
Conosciuti per quel che non sono, per quel che non hanno, rappresentati da volti coperti, invisibili, identificati in toto con i partiti (e le loro brutture), i palestinesi hanno trovato in questo ragazzo un volto col quale dire: io esisto! Sì, Muhammad Assaf, senza volerlo usare, è oggettivamente un simbolo della Primavera.
Termine ormai riferito con disprezzo dagli "osservatori", la PRIMAVERA significava proprio questo: contrapporre l'ideologia della vita di ogni giorno all'ideologizzazione della vita di ogni giorno. I popoli l'hanno abbracciata con calore, nonostante gli ideologhi di tutti i confliggenti conservatorismi l'abbiano e la stiano combattendo. Per costringere tutti i popoli a perdere la propria "soggettività" e tornare masse informe dietro il leader.
Il grande entusiasmo per la vittoria canora di Muhammad Assaf ci conferma che anche a Gaza hanno detto di no al grande imbroglio che li cancella come individui. E la vita di ogni giorno parla di rispetto, di sé e degli altri.
Fonte: http://ilmondodiannibale.globalist.it
23 giugno 2013