Il ministro degli Esteri richiama l’ambasciatore a Teheran


Beda Romano


Iran. Si aggrava la crisi dopo l’attacco alla rappresentanza diplomatica britannica. L’Unione europea aggiunge sanzioni e mette allo studio misure sul petrolio.


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Il ministro degli Esteri richiama l’ambasciatore a Teheran

La crisi iraniana ha indotto ieri l'Unione ad aumentare le sanzioni contro il Paese islamico, preferendo per ora aspettare prima di colpire anche il delicato settore petrolifero. Il ministro degli Esteri Giulio Terzi, che ha richiamato a Roma l'ambasciatore italiano a Teheran, ha assicurato che il Governo valuta con «scrupolo evidente» l'impatto economico che le misure potrebbero avere sull'Italia.
Il Consiglio europeo dei ministri degli Esteri ha espresso «allarme» per l'attacco subito dall'ambasciata britannica a Teheran martedì. L'Unione è convinta che l'azione abbia avuto la benedizione del Governo e ha quindi criticato il regime islamico. Gli ultimi incidenti giungono mentre da otto anni Europa e Stati Uniti stanno facendo pressione sull'Iran perché abbandoni la ricerca nell'energia nucleare. In questo contesto, i ministri a Bruxelles hanno deciso ieri di aggiungere altre 180 società e personalità iraniane alla lista di aziende con cui l'Europa non può avere rapporti. La lista verrà pubblicata oggi. Conterrà il nome di 37 persone e 143 società; dovrebbe colpire il programma nucleare iraniano, affiliati del corpo delle guardie rivoluzionarie, e le linee di trasporto marittimo.
Le sanzioni, che prevedono il congelamento di attività societarie e il divieto di viaggiare per le persone, sono state decise dopo che un rapporto dell'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, ha mostrato come il paese continui a lavorare su armi atomiche. Gli occidentali sono convinti che l'Iran voglia mettere a punto un arsenale nucleare, con il quale poi minacciare Israele e la stabilità di tutta la regione mediorientale.
Sempre ieri i 27 hanno deciso di studiare sanzioni anche sul fronte degli acquisti di petrolio iraniano. «La Grecia ha posto alcune riserve su questo aspetto», ha ammesso il ministro degli Esteri francese Alain Juppé. La questione è delicatissima in un contesto per di più di grave crisi economica. Ci sono alcuni Stati membri dell'Unione che dipendono non poco dall'approvvigionamento iraniano.
In una conferenza stampa, il ministro Giulio Terzi ha toccato questo aspetto. Ha assicurato che il Governo terrà conto degli interessi economici italiani, e ha ricordato che le imprese italiane più grandi potrebbero essere colpite anche dalle sanzioni americane contro l'Iran. «Il nuovo pacchetto è ancora tutto da attuare», ha detto il ministro. «L'impatto sull'economia è un aspetto fondamentale del negoziato».Ieri Terzi ha annunciato che l'ambasciatore a Teheran, Alberto Bradanini, è stato richiamato a Roma «per consultazioni». Altri Paesi hanno preferito non seguire questa strada. Interpellato su eventuali divisioni europee, il ministro ha ricordato che alcuni Stati hanno sedi diplomatiche molto piccole e che richiamare l'ambasciatore si tradurrebbe nella chiusura dell'ambasciata. «Il senso di disunità è più apparente che reale».
Inoltre, il Consiglio dei ministri degli Esteri europeo ha discusso ieri anche la situazione siriana, dove il Governo si sta opponendo con la violenza alle proteste della popolazione locale contro un regime illiberale. Sono state decise nuove sanzioni nel settore petrolifero e finanziario. William Hague, il ministro degli Esteri inglese, ha detto di aspettarsi che le nuove  misure vengano rispettate «da tutte le imprese».

di Beda Romano da Bruxelles

Fonte: Il sole 24 ore

2 dicembre 2011

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