Il G20 e il resto del mondo
AGI Mondo ONG
In un anno critico, il summit di Londra avrebbe potuto essere un’occasione storica sotto due aspetti: cambiamenti climatici e crisi economica mondiale. L’analisi di Duncan Green, direttore Oxfam.
Dopo ogni vertice i grandi della Terra ne esaltano il successo o alcuni il merito. Secondo la nostra analisi, il G20 di Londra poteva essere un'occasione storica in un anno critico sotto due aspetti: i cambiamenti climatici e la crisi economica e finanziaria mondiale. Poteva segnare un spostamento di potere a livello globale a favore dei grandi Paesi in via di sviluppo come Cina, India e Brasile, e l'eclissi parziale del vecchio club del G8. Le decisioni e le dichiarazioni dei leader, come sempre accade in queste circostanze, contengono un mix di risposte, alcune buone altre meno.
Il summit si è chiuso in un clima generale di fiducia nella convinzione che i Paesi ricchi sono preparati ad andare fino in fondo per trovare gli stimoli fiscali per aiutare le persone e i paesi poveri. E sul fatto che il capitalismo spericolato degli ultimi 35 anni sarà imbrigliato, mentre il ruolo vitale degli stati nel promuovere equità e giustizia economica sarà pienamente riconosciuto.
Purtroppo, l'amara esperienza ci insegna che l'euforia che si produce durante eventi del genere troppo spesso svanisce, mentre i grandi numeri spariscono come per magia o si rivelano meno generosi dopo un'analisi più attenta. Anche perché rispettare la lunga tabella di marcia per realizzare le decisioni si
rivela per i politici ben più difficile che rilasciare dichiarazioni
altisonanti al termine di estenuanti negoziati. Inoltre, nel bel mezzo della peggiore crisi economica degli ultimi 60 anni, è necessario essere ancora più esigenti verso i politici rispetto ai "periodi di pace". Mentre i presenti al summit possono aver tirato un sospiro di sollievo, perché il vertice è andato oltre le iniziali basse aspettative, la verità è che i reali risultati deluderanno probabilmente le speranze di un cambiamento profondo che si erano diffuse alla fine del 2008. Il vero test per il vertice londinese è cosa succederà dopo. In particolare durante i cruciali incontri previsti dall'agenda della diplomazia internazionale nei restanti mesi del 2009.
Duncan Green, direttore scientifico di Oxfam, partner internazionale di Ucodep
Fonte: OngAgiMondo
15 aprile 2009