Il dramma degli sfollati


AGI Mondo ONG


Secondo l’Unhcr almeno 118mila abitanti delle zone georgiane e sudossete hanno abbandonato le loro case per fuggire alla guerra. Gli aiuti arrivano, ma a singhiozzo. Soprattutto in Ossezia.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Il dramma degli sfollati

Secondo l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) sono stati almeno 118mila gli abitanti delle zone georgiane e sudossete che hanno abbandonato le loro abitazioni per sfuggire alla guerra. Negli ultimi giorni la presenza dei tank russi a Gori e nelle località limitrofe ha creato un esodo di massa verso Tbilsi. Una donna ha raccontato di essersi decisa a partire insieme alla sua famiglia perché non si sentiva più sicura, sebbene i militari russi mostrassero "intenzioni pacifiche". Più ancora dei carri armati, fanno paura i saccheggi a opera di squadre di irregolari. I georgiani cercano dunque riparo nei centri di accoglienza allestiti nei pressi della capitale, dove trovano tende da campo e generi di prima necessità, arrivati insieme agli aiuti internazionali. Più difficile la situazione in Ossezia del sud, dove l’anarchia che regna in diverse località, compreso il capoluogo di Tskhinvali, continua a ostacolare le operazioni umanitarie. In attesa che le Nazioni Unite e la Croce rossa internazionale ottengano le garanzie di sicurezza richieste per inviare i loro operatori nella provincia, le popolazioni locali possono contare quasi esclusivamente sull’aiuto di Mosca. I profughi sudosseti hanno varcato il confine con l’Ossezia del Nord, parte della confederazione russa. Alcuni di loro sono stati accolti in un centro destinato in origine ai bambini sopravvissuti alla strage cecena di Beslan. “Quando abbiamo lasciato Tskhinvali i caccia sorvolavano la città e ci bombardavano. Ricordo il rumore di quelle esplosioni, i bambini erano terrorizzati e non riuscivamo a farli smettere di piangere”. In questo centro sono alloggiate una cinquantina di donne con i loro bambini. Nessuno sa quando potrà fare ritorno a casa.
 
L'appello della Caritas
In risposta alla grave situazione di crisi umanitaria e alla richiesta di aiuti che la Croce Rossa georgiana ha trasmesso al presidente nazionale, la Croce Rossa italiana ha avviato un'operazione di emergenza in Georgia con l'invio a Tblisi di propri operatori umanitari e di due nuclei di cucine da campo, camion frigo, centri cottura e distribuzione di pasti. Con tale intervento si garantira' la preparazione e distribuzione di oltre 10.000 pasti al giorno, per assistere le migliaia di sfollati – principalmente donne, bambini e anziani – costretti ad abbandonare la propria casa a seguito del conflitto armato scoppiato in Georgia il 7 agosto 2008. Migliaia di morti e feriti, decine di migliaia di sfollati, ingenti danni alle abitazioni, con taglio del rifornimento di acqua e di elettricita', in diverse citta': questi gli ultimi dati diffusi dal Comitato Internazionale di Croce Rossa (Cicr). La Cri ha fatto appello alla solidarieta' degli italiani per sostenere questo intervento di aiuto umanitario. I contributi finanziari raccolti saranno impiegati a sostegno delle attivita' di assistenza alle popolazioni sfollate, in stretta collaborazione con la Croce Rossa georgiana. Le donazioni alla Cri si posso effettuare tramite conto corrente bancario numero 218020 presso la Banca Nazionale del Lavoro-Filiale di Roma Bissolati -Tesoreria – Via San Nicola da Tolentino 67 – Roma intestato a Croce Rossa Italiana Via Toscana, 12 – 00187 Roma. Codice Iban it66 c010 0503 3820 0000 0218020 specificando la causale "Pro Georgia". Oppure: conto corrente postale n.300004 intestato a " Croce Rossa Italiana, via Toscana 12 – 00187 Roma, codice Iban: it24 x076 0103 2000 0000 0300 004 con causale "Pro Georgia". E' anche possibile effettuare versamenti online attraverso il sito www.cri.it/donazioni.html.
 
Primi aiuti umanitari a destinazione
Distribuzione di kit sanitari e igienici, di acqua, tende, utensili per cucinare a beneficio di circa 10.000 fra bambini e adulti ospitati in undici campi di accoglienza sfollati. Sono i primi aiuti d'emergenza che Save the Children sta portando alla popolazione colpita dal conflitto in corso nell'Ossezia del Sud. L'organizzazione internazionale, che opera in Georgia da 15 anni con interventi anche a favore dei bambini di strada e delle famiglie sfollate, ha espresso grande preoccupazione per l'impatto che la guerra sta avendo. "In questo momento temiamo soprattutto per le migliaia di bambini che insieme alle loro famiglie hanno dovuto abbandonare le proprie case e i propri villaggi", commenta Tom Vincent, direttore di Save the Children in Georgia, "E' probabile che, nella confusione, alcuni di questi bambini siano stati separati dai genitori e cio' li espone a rischi e li rende particolarmente vulnerabili. Inoltre Save the Children opera in una struttura per bambini in condizioni disagiate a Gori. A causa del conflitto, il centro e' attualmente inaccessibile e in stato di abbandono e siamo preoccupati per la sorte di questi bambini". Il direttore sottolinea che il numero degli sfollati continua a crescere: bambini e famiglie che abbandonano l'Ossezia del Sud e si dirigono verso Rustavi dove il governo sta allestendo campi provvisori, utilizzando le scuole come rifugi. "La nostra priorita' e' assicurare acqua potabile e ripari alla popolazione sfollata", ha proseguito Tom Vincent, "Inoltre stiamo pianificando la creazione di aree sicure per i minori, all'interno dei campi. Spazi protetti dove i bambini potranno svolgere attivita' ricreative e parascolastiche. Stiamo poi provvedendo all'acquisto di medicine per gli ospedali che ne sono rimasti a corto".
 
Il Papa, "pace stabile e aiuti umanitari"
Un appello affinche' in Georgia "siano alleviati i gravi disagi dei profughi" e siano aperti "senza ulteriori indugi corridoi umanitari tra la regione dell'Ossezia meridionale e il resto della Georgia, in modo che i morti ancora abbandonati possano ricevere degna sepoltura e i feriti siano adeguatamente curati è stato lanciato da Benedetto XVI. Il Papa, che segue "con attenzione e preoccupazione la situazione in Georgia", ha invitato "la comunita' internazionale a continuare ad offrire il suo sostegno per il raggiungimento di una soluzione duratura"  e ha auspicato "che la tregua in atto, raggiunta grazie al contributo dell'Unione Europea, possa consolidarsi e trasformarsi in pace stabile, mentre attraverso il dialogo e la buona volonta' comune". Chiedendo infine che si garantiscano "alle minoranze etniche coinvolte nel conflitto l'incolumita' e quei diritti fondamentali che non possono mai essere conculcati", Papa Ratzinger ha elevato "una speciale preghiera di suffragio per i defunti" ed espresso "sincere condoglianze a quanti sono in lutto".

Fonte: www.ong.agimondo.it

Agosto 2008 

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento