Il disarmo deve ritornare nell’agenda politica mondiale
La redazione
Positiva reazione della Rete Disarmo alle dichiarazioni del Ministro D’Alema, ma servono anche fatti; è ora che l’Italia dia il buon esempio con dei primi passi concreti.
Domenica sera, nel corso della trasmissione televisiva Che tempo che fa condotta da Fabio Fazio il Ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha affermato che "La questione del disarmo deve tornare nell'agenda della comunità internazionale anche perché ci si e' dimenticati di questo grande obiettivo" invece rimasto al centro dell'azione politica alla fine della Guerra Fredda.
La Rete Italiana per il Disarmo, che riunisce diverse realtà nazionali impegnate sul tema del controllo degli armamenti e del disarmo, accoglie positivamente le affermazioni del ministro e la volontà espressa di porre il disarmo al centro dell'agenda politica del Governo Italiano, in particolare in occasione della prossima presidenza del G8.
A questo riguardo la Rete ControllARMI, che da anni lavora su proposte, azioni e campagne (anche dirette al nostro esecutivo ed al nostro Parlamento) chiede con forza al Governo Italiano di dare corso con decisioni concrete alla considerazione politica espressa dal Ministro D'Alema.
Le occasioni che si presentano per un'azione del genere in ambito internazionale sono molte, a partire dal lavoro in sede ONU sul Trattato Internazionale sul Commercio di armamenti richiesto con forza negli ultimi anni dalla campagna globale Control Arms, di cui la Rete Disarmo è stata il riferimento italiano. Il 2008 sarà in questo senso un anno cruciale, vedendo i lavori del Gruppo di Esperti Governativi di 28 diversi stati (tra cui l'Italia) che dovranno fissare i punti cardine del Trattato finora sostenuto in sede ONU da 153 diversi stati. "E' molto importante che il nostro paese partecipi ai lavori di questa commissione – afferma Riccardo Troisi di Rete Lilliput e del board della Campagna Control Arms – e ci auguriamo che possa avere un ruolo di stimolo forte verso alti principi di controllo del commercio di armamenti. Noi siamo a disposizione per fornire dati, proposte e considerazioni che possano limitare l'attuale diffusione incontrollata di armi che provoca un morto al minuto a causa delle sole armi leggere".
Un altro tema forte sul quale la Rete Disarmo si sta spendendo e che potrebbe risultare un significativo banco di prova per le affermazioni del ministro è quello delle armi nucleari, storico tema di azione per il mondo del disarmo come richiamato anche da D'Alema nella sua recente visita alla città di Hiroshima. "Numerose organizzazioni hanno dato vita alla campagna 'Un futuro senza atomiche' – afferma Lisa Clark dei Beati Costruttori di Pace e tra i portavoce di tale azione – che punta all'approvazione di una legge di iniziativa popolare per dichiarare il nostro paese 'Zona libera da armi nucleari'. Grazie infatti alla dottrina militare del cosiddetto nuclear sharing, sul nostro territorio sono dislocate almeno 90 testate atomiche in spregio a tutti i principi presenti nel Trattato di Non proliferazione nucleare firmato negli anni '70 e pienamente ratificato dall'Italia. Sarebbe un vero gesto di disarmo se il nostro Governo si associasse alla richiesta proveniente dalla società civile che sta raccogliendo le firme per tale campagna", conclude Lisa Clark.
Tra le campagne della Rete trova anche spazio un'azione forte contro le cluster bombs: "L'attuale processo per mettere al bando le sub-munizioni cluster è uno dei banchi di prova per misurare la volontà di disarmo. Purtroppo l'Italia alle lodevoli dichiarazioni di intenti fa seguire una politica di rallentamento del Processo di Oslo, facendo cartello con i maggiori produttori Europei" sottolinea Giuseppe Schiavello coordinatore della Campagna Mine – "La legge nazionale sulle cluster è bloccata dal luglio scorso in attesa del parere della Commissione Bilancio: le dichiarazioni sono certamente meno impegnative del raggiungimento dei risultati".
"Già il 2007 è stato un importante anno di positivo confronto con il Governo – richiama Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Disarmo – in particolare sul tema dell'export militare italiano. In particolare il lavoro, sia tecnico che politico, si è concentrato sulle modalità di trasparenza della Relazione annuale sulle esportazioni di armi che il Governo deve ogni anno inviare al Parlamento. Giudichiamo positivamente la disponibilità al miglioramento della Relazione espressa a nome dell'esecutivo in incontro con noi dal Sottosegretario Enrico Letta e portata avanti anche grazie all'azione di altri esponenti del Governo, come il Sottosegretario Alfiero Grandi. Chiediamo di riprendere al più presto il confronto sull'innalzamento degli standard di controllo sulle armi.
La Rete non nasconde comunque la preoccupazione in particolare "Per l'impennata avuta in questi due anni nelle esportazioni di armi italiane (oltre il 60%) e nelle spese militari (oltre il 24% dal 2006 al 2008) previste nell'ultima Finanziaria" come sottolinea Gianni Alioti della FIM-CISL che ha riclassificato in un recente studio le spese militari effettive contenute sia nel bilancio della Difesa sia negli investimenti ascritti al Ministero dello Sviluppo Economico.
Nel corso degli ultimi tempi la Rete Italiana per il Disarmo ha già avanzato alcune proposte concrete per effettivi passi di disarmo che il nostro Governo potrebbe intraprendere. "In particolare – sottolinea Giorgio Beretta, uno degli esperti della Rete – vista la situazione problematica in quelle aree con forza la Rete ha chiesto una moratoria dell'export di armamenti militari italiani in Turchia e Pakistan. Sono atti concreti come questi, decisioni che possono salvare molte vite e contribuire a diminuire la tensione in zone calde del pianeta, a dare sostanza alle dichiarazioni politiche. Inoltre la nostra legislazione prevede esplicitamente la non fornitura di armi a paesi in conflitto, proprio come nei due casi da noi sottolineati.".
"E' anche opportuno un potenziamento delle strutture diplomatiche e politiche dedicate al disarmo, per rilanciare con forza anche in sede internazionale un confronto politico serio che necessità di risorse e di intelligenze bene impiegate", conclude Francesco Vignarca
La buona impressione delle parole pronunciate dal Ministro D'Alema dovrà quindi confrontarsi, secondo la Rete Disarmo, con una serie di decisioni ed atti concreti che il nostro Governo (nel solco della tradizione di Pace e disarmo del nostro paese) ha la possibilità di fare nel corso del 2008 e che la Rete ControllARMI continuerà a richiedere tramite le proprie organizzazioni e le proprie campagne.
Fonte: Rete Italiana per il Disarmo
15 gennaio 2008