Il cielo sopra Gaza non è mai stato così colorato…
Anna Maria Selini
Migliaia di aquiloni, guidati da altrettanti bambini, hanno riempito di speranza e leggerezza il cielo di Gaza a pochi chilometri dal valico israeliano di Eretz.
GAZA. Il cielo sopra Gaza non è mai stato così colorato. Migliaia di aquiloni, guidati da altrettanti bambini, l'hanno riempito di speranza e leggerezza, a pochi chilometri dal valico israeliano di Eretz. Un record mondiale e un messaggio al mondo, affinché rompa l'isolamento al quale sono costrette 1,5 milioni di persone, a sei mesi dalla fine dell'offensiva israeliana «Piombo Fuso» che ha provocato la morte di oltre 1400 palestinesi, oltre un terzo dei quali, secondo l'Unicef, donne e bambini.
Un cielo di aquiloni
Circa seimila ragazzi, che frequentano i campi estivi organizzati dall'Unrwa (l'agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi), sono arrivati da tutta la Striscia sulla spiaggia di Beit Lahiya, per entrare nel Guinness dei primati per il maggior numero di aquiloni fatti volare contemporaneamente dallo stesso posto. Fiori, animali, insolite figure geometriche realizzate dagli stessi bambini, ma anche bandiere palestinesi o semplici rombi con la scritta «Free Gaza».
Nisreen, 12 anni, per arrivare ha percorso tutti i 40 km della Striscia. «Questo giorno dimostra al mondo che i bambini di Gaza sono pieni di coraggio – dice – e che possono superare tutte le difficoltà, anche la guerra». I volontari del Comitato internazionale della Croce rossa, che hanno monitorato l'evento, hanno registrato contemporaneamente in volo tremila aquiloni, contro il precedente record di 710. Secondo Al Jazeera, lo staff del Guinness Book era stato invitato a verificare il tentativo di superamento del record, ma l'organizzazione ha preferito seguire un avvertimento del governo britannico, che dissuade i propri cittadini dal viaggiare verso Gaza, mandando però agli organizzatori le linee guida dettagliate.
«Metà degli abitanti della Striscia, circa 750 mila, sono bambini – ha ricordato John Ging, il direttore dell'Unrwa, che ha promosso l'evento -. Ci sono tanti record mondiali in questi ragazzi, dobbiamo offrire loro la possibilità di realizzarli, rompendo l'assedio che stringe Gaza».
Ricostruzione ferma
A sei mesi da «Piombo Fuso», la ricostruzione è ancora ferma: il governo israeliano non permette l'entrata di ferro e cemento, perché ritiene che potrebbero essere usati da Hamas, il movimento fondamentalista islamico che governa dal 2007 la Striscia, per costruire tunnel e razzi. Rimane critica la situazione delle 20 mila famiglie che hanno perso la casa e delle 35 mila che continuano a non aver accesso all'acqua potabile.
L'Associazione delle agenzie internazionali per lo sviluppo calcola che durante l'offensiva 18 scuole sono state distrutte e almeno 280 danneggiate: a un mese dall'inizio dell'anno scolastico, nessuna è stata adeguatamente ricostruita o riparata. «La chiusura dei valichi ha causato indicibili sofferenze ai bambini di Gaza, che devono affrontare un altro anno accademico in terribili condizioni – ha dichiarato Philippe Lazzarini, capo dell'Ocha, agenzia Onu per le emergenze nei Territori palestinesi.
Per questo, con le Nazioni Unite e le organizzazioni non governative (ong) chiediamo al governo di Israele di favorire con urgenza, oltre all'entrata di materiali per la ricostruzione, gli strumenti necessari per assicurare a studenti, insegnanti e operatori di poter uscire ed entrare liberamente a Gaza per continuare a studiare». Anche le ong italiane che operano nella Striscia si sono rivolte nei giorni scorsi all'Unione europea e al governo italiano per la riapertura dei valichi. La Farnesina ha appena stanziato quattro milioni di euro per realizzare a Gaza progetti in campo sanitario, idrico, agricolo e sociale. Ma con i valichi chiusi, dicono le ong, ogni progetto rischia di venire seriamente compromesso.
Fonte: L'Eco di Bergamo
2 agosto 209