Il “Che fare?” di provincie e comuni


La redazione della Marcia


La Rete Nazionale dei Giovani amministratori per la pace e i diritti umani si interroga sul fenomeno del razzismo e lancia nuove sfide: partiamo dai giovani.


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Il “Che fare?” di provincie e comuni

Il “Che fare?” sembra farla da protagonista al secondo incontro della Rete nazionale dei Giovani amministratori per la pace, che si è svolto questa mattina presso la sala dei Vaccari in piazza IV Novembre a Perugia. Una platea particolare che si è interrogata sul rapporto fra gli enti locali e le popolazioni amministrate, che spesso vivono con distacco le iniziative e gli sforzi per promuovere una cultura di pace. “La sensazione – afferma una rappresentante di un piccolo comune toscano – è che questi temi siano avvertiti come superflui rispetto ai problemi che maggiormente incidono sulla quotidianità: casa, lavoro e sanità su tutti”. Si interrogano i giovani amministratori, e come sottolinea Toni, rappresentante del comune di Bra nel torinese, “si snocciolano i dubbi e le domande che noi tutti abbiamo”, a partire dall’interrogativo più ricorrente: “come essere di più? Come coinvolgere chi oggi non c’è?”. Molte le risposte ma tutti d’accordo sul prestare una particolare attenzione alle nuove generazioni.
Fra le domande emerse durante l’incontro quella su come rispondere al dilagare di quel razzismo latente che vede nei cittadini provenienti da altri paesi il nemico di turno da cui difendersi e combattere. Lo sottolinea un amministratore di Ovada, che confessa un suo personale disagio: “fa male sentire anche a sinistra certe cose sugli extracomunitari”. Una sensazione condivisa dalla consigliera di Vernio, un piccolo paesino di 6mila abitanti, “anche in una piccola realtà come la nostra questo problema esiste, esiste un clima di odio verso i migranti e il tema dell’integrazione è all’ordine del giorno”. Non diverso il pensiero di Martina Mansueto, consigliere provinciale di Arezzo, che spiega come nella sua provincia non si faccia eccezione e il problema dell’immigrazione sia notevole. Del resto, insiste Martina, “non si potrebbe altrimenti spiegare il successo che anche nella mia regione ha ottenuto un partito come la lega Nord”. Per Martina la risposta va cercata proprio nella responsabilità di quelle amministrazioni che in questi anni sono state incapaci di gestire questo fenomeno. Alla recriminazione segue però il “che fare?”: “si deve e si può lavorare meglio e di più a partire anche da piccole iniziative indirizzate con l’obiettivo di conoscere meglio questi nuovi cittadini, soprattutto i bambini”.  
La Rete Nazionale dei Giovani amministratori cerca anche di fare un punto sul lavoro di questi ultimi mesi e non può non costatare alcuni successi assolutamente non scontati in questi tempi di tagli e di crisi economica. Sono tanti infatti i treni speciali e i pullman messi in piedi dalle amministrazioni comunali e provinciali per partecipare alla Marcia. Pochi esempi che rendono però l’ampiezza del fenomeno, a partire dai due pullman organizzati dalle piccole amministrazioni di Marzabotto e di Predappio, poi due pullman della provincia di Arezzo, pullman da Mantova, treno speciale dalla Versilia, pullman dalla provincia di Cuneo, bus da tanti comuni – anche piccoli come Vernio – della Toscana. Una premessa che lascia ben sperare affinché la giornata di domenica, quando migliaia di pacifisti sfileranno da Perugia ad Assisi, sia una giornata indimenticabile.

14 maggio 2010

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