I sindaci in sciopero contro i tagli della manovra
L'Unità
Quello che è ormai stato definito lo sciopero dei sindaci, e che ha preso le mosse da una grave bocciatura degli enti locali dell’ultima manovra varata dal Governo, ha coinvolto oggi 8.094 Comuni…
«Sindaci, anche di centrodestra, che scioperano e restituiscono le deleghe, Confindustria che parla di pressione fiscale ai massimi, benessere sotto i livelli del 1999, e prodotto interno lordo che arranca verso un più 0,7%. Questo è il giorno dopo l`approvazione della manovra ingiusta e senza alcun elemento di riforme o di aiuti alla crescita». Così Michele Ventura vicepresidente vicario dei deputati del Pd.
I sindaci veneti in piazza a Venezia: VIDEO
«Gli industriali chiedono una terapia d`urto, ma l`unico urto salutare è il passo indietro di Berlusconi. Se ne convinca anche Bossi invece di obbligare i sindaci leghisti a non partecipare allo sciopero dell`Anci. Hanno fatto del federalismo la loro bandiera e ora lo sacrificano sull`altare della permanenza al potere», aggiunge.
In tutta Itslia è scattaca la protesta dei sindaci per i tagli che mettono in ginocchio i comuni.
Il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, restituirà oggi al Prefetto, quindi al ministero dell'Interno, le deleghe all'anagrafe e allo stato civile. Con l'approvazione della manovra, «è venuto meno – ha spiegato il primo cittadino – il ruolo delle città, non solo dei comuni, nelle scelte della politica del nostro Paese. Si chiami manovra o quello che si vuole. Dalla crisi possiamo uscire solo restituendo alle città la loro centralità, non togliendola come sta facendo il governo».
A restituire le deleghe ai Prefetti, oltre a Marta Vincenzi, saranno anche altri 8.049 sindaci italiani, in sciopero contro la manovra. A Genova, presso gli uffici dell'anagrafe, in corso Torino, e davanti al Comune, in via Garibaldi, sarà distribuito del materiale per far comprendere che cosa accadrebbe se, a causa dei tagli della manovra, venissero meno le funzioni fondamentali delle amministrazioni locali che regolano la vita sociale dei cittadini.
L'iniziativa è organizzata dall'Anci nazionale. I Comuni italiani sono in grande difficoltà, e hanno bisogno di maggiore autonomia, impositiva e organizzativa. È il tasto su cui ha insistito il sindaco di Bologna Virginio Merola, come altri primi cittadini italiani, anche lui in piazza a distribuire volantini contro la manovra finanziaria, nel giorno della protesta dell'Anci. Con le misure approvate «si è costretti – ha detto Merola in piazza Maggiore, davanti all'ingresso di Palazzo D'Accursio – a rispettare il patto di stabilità, che per il Comune di Bologna significa accantonare 60 milioni, senza poterli spendere. Dobbiamo anche tagliarne altri 20 o 25 di mancati trasferimenti dallo stato». La richiesta dei sindaci è quindi quella di «allentare il patto» e «una autonomia degli enti locali: non uso la parola federalismo, perchè è una presa in giro».
Per affrontare l'impatto, il sindaco di Bologna ha espresso la volontà di concertare. «Ne discuteremo – ha detto – con le forze economiche della città e con i sindaci del territorio. Non è più il tempo dell'uomo solo al comando, ma di condividere le misure». Merola infine ha auspicato «un po'di ottimismo: ai cittadini dico che la crisi è un problema, richiede sacrifici. Ma che è anche una grande opportunità».
Volantinaggio contro la manovra economica del governo. A protestare questa mattina a Torino, davanti all'anagrafe centrale, è stato il sindaco del capoluogo piemontese, Piero Fassino e alcuni assessori della sua giunta, che hanno distribuito volantini ai torinesi spiegando le ragioni della protesta. «Sono qui per rendere evidente ai cittadini l'insostenibilità dei tagli che il governo ha fatto» ha spiegato il primo cittadino torinese, che ha aderito ala protesta promossa dall'Anci. «Sulla base di questi tagli molti dei servizi prestati ai cittadini sono a rischio – ha proseguito – Credo che sia giusto che i sindaci rendano evidente ai loro amministrati e ne indichino le responsabilità». Responsabilità, ha evidenziato Fassino, che «porta tutta intera il governo, anche se costringe gli amministratori a mettere la faccia su decisioni che non hanno preso».
Fassino infine ha voluto rassicurare i torinesi: «Faremo di tutto – ha concluso – per attutire il più possibile le conseguenze negative per evitare che i cittadini vengano penalizzati».
Anche Il comune di Napoli ha aderito alla giornata di mobilitazione contro la manovra finanziaria del Governo indetta a livello nazionale dall'Anci, dedicando la seduta del Consiglio comunale alla discussione della manovra e scegliendo, nella persona del sindaco, di procedere alla chiusura temporanea e simbolica, per il giorno ordierno, dell'Ufficio Anagrafe e Stato civile, ovviamente senza causare disagi ai cittadini ma con l'intento di inviare un messaggio politico all'esecutivo. De Magistris ha scritto ai cittadini: «Oggi insieme a tutti i sindaci d'Italia farò presente al Prefetto e al Ministro dell'Interno che il Comune di Napoli non è in grado di garantire i servizi ai cittadini perchè la manovra finanziaria impone un drastico taglio agli enti locali. Come proposto dal Comitato Direttivo dell'Anci, per il giorno odierno 15 settembre, procederò alla chiusura temporanea e simbolica dell'Ufficio Anagrafe e Stato civile, di mia competenza in qualità di ufficiale di Governo. Una iniziativa, come detto, simbolica e temporanea, concepita per non causare disagi alla popolazione e men che meno l'interruzione dei servizi in questione. Si tratta, comunque, di una forma di protesta che impegna i sindaci dei Comuni italiani, necessaria di fronte ad una manovra economica ingiusta e sbagliata per quanto concerne le istituzioni territoriali. Come sindaci vogliamo migliorare la qualità di vita dei nostri cittadini, garantendo loro servizi e prestazioni a cui hanno diritto. Questo dal 2012 non sarà possibile, perchè il Governo preferisce sottrarre risorse ai Comuni piuttosto che a quelle realtà, anche politiche, in cui le risorse si sprecano realmente; piuttosto che insistere sulle grandi ricchezze e i grandi patrimoni, magari rientrati con lo scudo fiscale; piuttosto che diminuire la copiosa spesa militare».
Scendono in piazza i sindaci della Toscana. «Il Governo ha mostrato i suoi limiti. Lo dimostra il fatto che la protesta, alla quale ha aderito anche il Comune di Firenze, vede insieme tutti gli amministratori. Se perfino gli amministratori di centrodestra si lamentano di questa manovra, fossi il Governo un pensierino ce lo farei». Lo ha detto il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, commentando la protesta dei sindaci contro la Manovra del Governo, che si è tenuta oggi davanti alla Prefettura di Firenze. «Non credo – ha proseguito Renzi – che Alemanno e Formigoni siano dei pericolosi bolscevichi. I cittadini non hanno avuto oggi uno sciopero dei Comuni, ma presentandosi all'ufficio anagrafe, che non era chiuso, hanno trovato gli amministratori che hanno spiegato nel dettaglio gli effetti della manovra. Non hanno fatto un danno ai cittadini – ha concluso il sindaco di Firenze -, però hanno manifestato un dissenso». I sindaci delle città dell'Umbria hanno risposto alla mobilitazione dell'Anci per protestare contro i contenuti della manovra del governo, soprattutto per quanto riguarda il taglio dei trasferimenti ai Comuni. È stato definito lo «sciopero» dei sindaci d'Italia, e come tale non ha precedenti.
I 92 primi cittadini umbri, come ha riferito Wladimiro Boccali, sindaco di Perugia e presidente regionale dell'Anci, hanno aderito senza eccezioni, anche se non tutti erano fisicamente presenti all'incontro che si è tenuto nella sala dei Notari.
In un documento, l'Anci, inoltre, aveva sottolineato «lo stato di profondo disagio che oggi i sindaci e gli amministratori locali di ogni colore politico stanno vivendo. I tagli ed il patto di stabilità bloccano ogni possibilità di migliorare le città ed i municipi, soffocano le imprese e obbligano a scegliere fra aumento della pressione fiscale e riduzione dei servizi. Tutto questo porterà ad una ulteriore contrazion e della crescita e renderà ancora più poveri i cittadini, le famiglie e le imprese». Alla protesta nazionale hanno aderito anche Conferenza delle Regioni e UPI. Sono previste anche altre iniziative, tra le quali il ricorso alla Corte costituzione per gli articoli 4 e 16 della manovra, ovvero quelli che obbligano i Comuni alla dismissione delle società partecipate e che intervengono sull'organizzazione istituzionale dei piccoli Comuni (5800 su 8000 totali).
Protesta anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che come annunciato si è presentato questa mattina davanti alla sede del I Municipio della Capitale dove, in maniera simbolica, ha chiuso l'ufficio Anagrafe e Stato civile dopo aver rimesso entrambe le deleghe con una lettera inviata a Prefetto e ministero dell'Interno. Per spiegare le ragioni di questa singolare protesta, il sindaco ha scritto, e distribuito in strada, una lettera ai romani. «Si tratta di una protesta molto forte – si legge nella missiva del sindaco – alla quale i comuni italiani sono arrivati perchè fino ad ora non son riusciti a far cambiare una manovra economica necessaria, ma troppo pesante per le istituzioni territoriali». Una protesta che, come ammesso dallo stesso cittadino, nasconde un'anomalia: «Protestare contro il governo – ha chiarito il sindaco – non è una bella sensazione però è un invito al centrodestra a capire la protesta a capire le ragioni dei sindaci e non consegnare alla sinistra una protesta giusta e legittima»
Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia aderisce alla protesta dei sindaci indetta dall'Anci contro i tagli previsti dalla manovra bis per gli enti locali, ma il primo cittadino milanese oggi è regolarmente al lavoro a palazzo Marino. Pisapia presenzierà anche al consiglio comunale straordinario, indetto per le 16.30, che tratterà poroprio il tema della riduzione dei trasferimenti al comune di Milano.
Tanti sindaci dell'Emilia-Romagna hanno aderito alle mobilitazione e alle manifestazioni di protesta contro la Manovra indette dall'Anci che ha riportato sul proprio sito le loro prese di posizione. «I tagli si ripercuoteranno sulle tasche cittadini», ha previsto Paolo Lucchi, sindaco di Cesena, condividendo l'odg di «protesa e proposta» diffuso dall'Associazione dei Comuni spiegando di condividerne «completamente lo spirito, specialmente laddove si appoggia l'impegno per una seria proposta di rilancio e di sviluppo del Paese, attraverso i tre assi del riordino istituzionale che abbia effetto immediato, del risanamento e stabilità e degli investimenti per la crescita. Perché di questo, soprattutto, hanno bisogno i nostri territori».
Secondo il Fabrizio Matteucci, primo cittadino di Ravenna, «così come è stata concepita, questa Manovra è iniqua, inutile e recessiva».
Fonte: l'Unità
15 settembre 2011