I rimborsi elettorali al servizio civile
Lorenzo Montanaro - Famiglia Cristiana
L’idea è delle Acli. A luglio arriverà una nuova tranche di soldi ai partiti: 100 milioni di euro, forse di più. Perché non usarli per far vivere un’esperienza minata dai tagli?
Dovrebbero essere 100 milioni di euro, ma potrebbero essere anche molti di più. A meno che il Parlamento decida diversamente, a luglio i partiti riceveranno una nuova tranche di rimborsi elettorali. Perché non usare questi fondi per dare una boccata d'ossigeno al servizio civile nazionale, stremato da anni di tagli selvaggi (e restituire un po' di credibilità alla classe politica)?
La proposta arriva dalle Acli (Associazioni cristiane dei lavoratori italiani) che, insieme a una fitta rete di enti impegnati nel sociale, si battono per la sopravvivenza del servizio civile. In particolare le Acli puntano il dito contro un uso squilibrato delle risorse pubbliche: mentre i partiti politici si apprestano a ricevere la quarta rata per le spese elettorali sostenute nel 2008 (pur avendo speso molto meno di quanto già finora incassato) i fondi per il servizio civile sono passati dai 296 milioni di euro del 2007 ai 68,8 milioni del 2012.
Ecco allora l'invito di Andrea Olivero, presidente nazionale Acli. «Se potessimo aggiungere a questi 68 milioni i 100 milioni della rata di luglio del rimborso elettorale, potremmo consentire a 27mila ragazzi e ragazze di vivere un'esperienza educativa straordinaria, una palestra di cittadinanza e di solidarietà che rappresenta l’unica strategia di politica giovanile offerta dallo Stato. Un’esperienza destinata purtroppo attualmente a scomparire, diventando sempre più elitaria. Da diritto il servizio civile si sta trasformando in privilegio di pochi giovani fortunati, perdendo così il suo significato originario».
«In attesa di scoprire come il Parlamento intende procedere sulla strada della riforma dei partiti e dei loro meccanismi di finanziamento – prosegue Olivero – alla luce dei ripetuti scandali degli ultimi mesi, sarebbe un bel segnale per la credibilità della classe politica rinunciare a questa tranche di rimborsi elettorali per favorire la formazione civica dei cittadini di domani».
Molti enti sono sulla stessa lunghezza d'onda. La Amesci (Associazione Mediterranea per la Promozione e lo Sviluppo del Servizio Civile) ha diffuso un comunicato con cui sostiene la proposta delle Acli. «In una fase tanto delicata nel rapporto tra cittadini e politica – dice Enrico Maria Borelli, presidente di Amesci e del Forum Nazionale per il Servizio Civile – è bene che i partiti facciano un gesto concreto di attenzione verso i giovani di questo Paese». Borelli annuncia una lettera aperta ai parlamentari italiani «perché dimostrino, con azioni concrete, di voler svolgere la loro funzione di portatori del bene comune».
Anche don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera (rete di associazioni impegnate contro le mafie) chiede che «i partiti usino i fondi di luglio per sostenere le politiche sociali». Ora la palla passa ai diretti interessati: per il momento il futuro del servizio civile rimane in bilico. Il sistema è inceppato. Molti dei volontari messi a bando nel 2011 non hanno ancora preso servizio: è la strategia delle partenze scaglionate adottata dall'Unsc (Ufficio Nazionale Servizio Civile) per far fronte alla mancanza di fondi.
Il ministro Andrea Riccardi. Foto di Guido Montani/Ansa.
Un nuovo bando da 15mila volontari è previsto per la primavera del 2013, «ma se riusciremo a partire con la progettazione a luglio, allora forse sarebbe possibile un bando volontari entro fine anno» precisa Federico Fauttilli, nuovo direttore dell'Unsc. In ogni caso la situazione resta critica, perché i nuovi volontari potranno iniziare il servizio solo nell'autunno 2013: dunque, a quanto pare, bisogna rassegnarsi a un anno di "buco". Non solo: il nuovo bando sarà finanziato con i fondi programmati per il 2014, al momento gli ultimi che restano. Insomma, si sta davvero raschiando il fondo del barile.
I numeri sono allarmanti, ma nonostante tutto si continua a sperare. Dopo le ripetute dichiarazioni di impegno del ministro Andrea Riccardi, che ha ricevuto dal premier Monti la delega per il servizio civile, pare siano in corso trattative col Governo per sbloccare alcuni fondi. Per il momento non esiste nulla di ufficiale, tuttavia nelle stanze dell'Unsc si respira un clima di timido ottimismo e c'è attesa per il nuovo Documento di Progettazione Economica e Finanziaria che il Governo presenterà in estate.
Se dovessero arrivare nuove risorse, sarebbe possibile aumentare il numero di volontari previsti dal bando (che potrebbero diventare 20 o 25mila a seconda degli stanziamenti) oppure anticipare un po' i tempi delle partenze. Intanto, seguendo le indicazioni del ministro Riccardi, si cerca di coinvolgere quanto più possibile l'opinione pubblica.
In queste settimane diverse città d'Italia ospitano la presentazione del libro Le vie del Servizio Civile. Giovani e virtù civiche tra Europa unita e processo di globalizzazione (Gangemi Editore, 2011) scritto da Raffaele De Cicco, dirigente Unsc. Durante il primo incontro, tenutosi a Roma, l'autore ha ricordato l'importanza di «salvaguardare il cuore del servizio civile, cercando di ripartire, perché se si chiude non si riapre più». Era presente anche Silvia Conforti, rappresentante nazionale dei giovani in servizio civile, che ha ricordato: «Noi volontari abbiamo avuto uno scatto d'orgoglio quando abbiamo saputo che un'esperienza così preziosa stava morendo. Siamo noi il miglior 'marketing' del servizio civile». Successivamente la presentazione del libro ha fatto tappa a Bari e in maggio dovrebbe arrivare a Torino, in occasione del Salone Internazionale del Libro.
Fonte: www.famigliacristiana.it
14 Aprile 2012