I giornali si sono accorti che in Afghanistan non c’è una missione di pace, ma la guerra
Maso Notarianni
C’è voluta l’ennesima strage per far avere un sussulto ai nostri media. 79 morti, tutti civili, e tutti in un colpo solo…
C'è voluta l'ennesima strage per far avere un sussulto ai nostri media. 79 morti, tutti civili, e tutti in un colpo solo. Non è la prima volta che accade, sempre ieri solo PeaceReporter ha dato notizia di un'altra strage, compiuta questa dai britannici, nel sud del Paese. Ma la situazione in Afghanistan è talmente drammatica che questa volta il “sindaco di Kabul”, quell'Hamid Karzai nominato capo del governo grazie ai suoi intensi rapporti passati con la Unocal e con la Cia, non ha potuto tacere. Anche in occidente ci si accorge che la guerra in Afghanistan è ormai persa. Per le strade di Kabul si sente dire da più di un anno che i Talebani stanno per riconquistare anche la capitale, dopo aver conquistato la maggior parte del Paese. Ma recentemente ho sentito dire: “Per fortuna”. Non l'ho sentito dire da barbutissimi pashtun, ma da persone colte, professionisti che sotto il regime talebano passavano la più parte del loro tempo nascosti. A Kabul, oggi, vengono denunciati sei rapimenti di bambini al giorno. Non si può vivere, nel senso letterale della parola. Non uscire di casa, non andare a scuola. Perché alla guerriglia, al pericolo di attentati, si aggiunge una criminalità capillare e devastante. Spesso partecipata anche dagli uomini della polizia di Karzai, che prendono stipendi con i quali non riescono a vivere. Sette anni fa, quando quella guerra ebbe inizio, le promesse del mondo occidentali erano roboanti. Una guerra lampo. E poi ricostruzione, aiuti umanitari, scuole ospedali strade fabbriche case e soldi a palate. Di tutto ciò s'è vista solo la guerra. Per niente lampo. Nient'affatto chirurgica. Sono centinaia, ogni mese, i morti civili. Tanti che non si riescono a contare. Per questo gli afgani odiano gli occidentali. E per questo stanno sempre più contando sul ritorno degli studenti coranici. Semplicemente per ricominciare a vivere, seppur non normalmente. Sono sette anni che PeaceReporter dà notizie sulla situazione afgana. Notizie che chiunque è in grado di trovare. Notizie di cui chi si occupa della politica del nostro Paese ha il dovere di trovare e comprendere. Eppure tutti i governi e tutti i partiti che si sono susseguiti nel nostro Paese in questi sette anni, hanno continuato a sostenere che i nostri militari fossero in Afghanistan per motivi umanitari. Per una missione di pace. E poi qualcuno si chiede come mai la sinistra è scomparsa dal Parlamento. E' una soddisfazione amara, che avremmo preferito non avere, quella di poter dire “l'avevamo detto”.
Fonte: Articolo21
23 agosto 2008