Globalizzare i diritti umani. Globalizzare la solidarietà


Laura Lotti


Quello che una volta era uno dei più grandi negrieri d’Europa è diventato oggi il motore dell’impegno per promuovere la globalizzazione dei diritti umani. Si è concluso a Nantes, in Francia, il terzo Forum mondiale sui Diritti Umani.


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Globalizzare i diritti umani. Globalizzare la solidarietà

Non molti sanno che Nantes, nel cuore della Loira in Francia, è stato uno dei principali porti negrieri d’Europa. Per circa quattrocento anni, milioni di persone africane ridotte in totale schiavitù sono state brutalmente usate come merce di scambio tra l’Europa e il nuovo mondo. In questi giorni, 160 anni dopo l’abolizione della tratta degli schiavi in Francia, Nantes è diventata la città simbolo dell’impegno per i diritti umani. Qui, dal 30 giugno al 3 luglio, si è svolto il Forum mondiale sui Diritti Umani, un grande meeting biennale di attivisti, studiosi e istituzioni voluto dal Comune di Nantes e dalle altre istituzioni locali della regione.

A sessant’anni dall’approvazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, avvenuta a Parigi il 10 dicembre 1948, il Forum ha analizzato i progressi compiuti fino ad oggi e le sfide che devono essere affrontate. Per quattro giorni, l’enorme centro congressi di Nantes ha accolto quaranta seminari e tavole rotonde: i diritti umani nell’era della globalizzazione, le azioni possibili dei difensori dei diritti umani, le lotte della società civile, il ruolo delle autorità locali, l’Europa e i diritti umani, la conquista dei diritti umani nei paesi che ancora non hanno accesso ai diritti fondamentali…

Come passare dai principi universali alle azioni locali? Il tema prescelto dagli organizzatori è stato condiviso da tutti i partecipanti e ha avuto un portavoce d’eccezione come Stéphane Hessel, novantunenne, partigiano durante la Seconda Guerra Mondiale, uno degli autori materiali della Dichiarazione Universale dei diritti umani. “E’ impressionante, ha dichiarato, vedere in che modo gli stati continuano a calpestare i diritti umani. Non è più il tempo delle parole: questo deve essere il tempo delle azioni concrete”.

Negli anni della globalizzazione, dunque, è necessario globalizzare i diritti umani, universalizzare il loro accesso a tutti i popoli, nessuno escluso. Ancora oggi 4 miliardi di persone non sanno nemmeno di avere dei diritti umani. L’attivismo dei diritti umani mira solo alla giustizia, ricordando ai potenti cosa sta realmente succedendo nel mondo: guerre dimenticate, dittature, censura… Ma in molti paesi i difensori dei diritti umani vengono perseguitati. Per questo per globalizzare i diritti umani bisogna innanzitutto globalizzare la solidarietà. La società civile mondiale ha un ruolo molto importante da svolgere. I movimenti della società civile devono sviluppare un’azione strategica nonviolenta in grado di aumentare la pressione sui governi e ottenere la giustizia.

Molto si è discusso sulle responsabilità delle grandi potenze mondiali, fra cui l’Unione Europea, che devono rispettare i diritti umani al proprio interno prima di pensare di dare lezioni ad altri. Tra i casi più citati durante il Forum quelli dell’Europa che ha approvato l’ormai conosciuta “direttiva della vergogna” e quello dell’atteggiamento dell’Italia nei confronti dei Rom e degli immigrati.

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ci impegna tutti a costruire un mondo dove tutti possono godere gli stessi diritti. Per raggiungere questo obiettivo, è stato detto, c’è bisogno di tanta solidarietà e cooperazione.

3 luglio 2008 

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