Gli africani tornano a Rosarno, richiamati dai caporali
Redattore Sociale
La testimonianza di un ghanese con regolare permesso di soggiorno che ha rifiutato di rientrare. Sarebbero alcune decine, e vivrebbero all’interno di case nel paese. Per loro la promessa dell’incolumità.
Roma – Sono tornati a Rosarno alcune decine di immigrati africani che erano fuggiti o erano stati sgomberati e allontanati dalla polizia dopo i disordini e le violenze ai loro danni della settimana scorsa, richiamati nella Piana da chi li sfruttava per raccogliere le clementine. Uno dei ragazzi africani, che chiede di rimanere anonimo, racconta a Redattore Sociale di essere stato contattato lui stesso per rientrare e di essersi rifiutato a causa del pericolo. Si tratta di un ghanese con regolare permesso di soggiorno per motivi umanitari, sbarcato due anni fa a Lampedusa. “I capi italiani, quelli che possiedono le terre – afferma – hanno chiamato i caporali ghanesi, quelli che ci portavano con le macchine sui campi e gli hanno detto di ritornare a lavorare portando con sé altri africani”. Secondo la testimonianza, alcune decine di africani sarebbero già tornati a Rosarno e vivrebbero all’interno di case nel paese. Altri sarebbero in procinto di tornare. I capi della rete di sfruttamento che li sta richiamando sui campi avrebbero promesso l’incolumità. Una situazione che li vedrebbe ancora più schiavi di prima, intimiditi dopo i linciaggi della folla, le violenze delle ‘ndrine, le deportazioni e le identificazioni delle forze dell’ordine. Il testimone ghanese, ancora visibilmente scosso per le condizioni disumane in cui viveva e per la fuga precipitosa, afferma che i braccianti agricoli africani di ritorno nella Piana provengono da Castel Volturno, il primo posto do ve si sono diretti molti dei duemila immigrati di colore sgomberati da Rosarno.
A spingerli tra le braccia degli sfruttatori, ancora una volta le condizioni di massima indigenza in cui vivono. E il fatto che molti di loro, pur regolari o con protezione umanitaria, non riescono a trovare un alloggio dignitoso né un’occupazione. Per questo, molti hanno trovato rifugio a Castel Volturno, altri ingrossano le fila della gente che dorme per strada nei pressi della stazione Termini. Intanto a Roma, tra l’emergenza freddo e il sovrannumero di richieste, i posti letto segnano il tutto esaurito tra le strutture del Comune e quelle delle associazioni umanitarie. Il ragazzo africano che ha reso la testimonianza a Redattore Sociale, dopo aver chiesto aiuto a tutti i punti di raccolta e i centri che hanno offerto assistenza agli immigrati di Rosarno, è stato costretto a dormire alla stazione Termini. L’odissea di una singola persona è quella di duemila braccianti stagionali immigrati, indispensabili all’agricoltura del meridione. Quando i riflettori dei media si sono spenti sull’emergenza Rosarno, i fantasmi dello sfruttamento hanno ripreso a vagare per l’Italia.
Fonte: redattoresociale.it
22 Gennaio 2010