Giulio, cercheremo di farti onore
Angelo Martelli – London School of Economics
Non ho mai avuto la fortuna di incontrare Giulio Regeni, ma avevamo la stessa età…il ricordo di Angelo Martelli, dottorando presso la London School of Economics.
A diciassette anni vinci una borsa di studio e decidi di lasciare la tua famiglia, i tuoi amici e il tuo paese per intraprendere una nuova esperienza a migliaia di chilometri di distanza.
E’ solo l’inizio di un viaggio molto lungo, ma probabilmente è il primo passo, decisivo, verso la vita adulta. All’inizio fai fatica a identificare il motivo per cui hai preso questa decisione. Non è solo il richiamo dell’altrove, lo fai perché sei spinto dalla curiosità, dalla ricerca del sapere e dalla passione di arricchirti conoscendo persone dal retaggio culturale e sociale molto diverso dal tuo. In qualche maniera sembra quasi un salto nel vuoto, ma lo fai comunque perché sei convinto che a qualche punto del futuro i pezzi di questo grande puzzle si uniranno a comporre un’immagine completa, e daranno senso a tutti i posti di controllo che hai superato lungo la via.
Il sentiero è pieno di alti muri da scavalcare, di realtà che fai fatica a comprendere del tutto, ma quando guardi indietro, alle tue radici, al villaggio che hai lasciato e alla commozione negli occhi dei tuoi genitori mentre te ne andavi, questo ti darà forza, perché non vuoi deludere nessuno che ha sacrificato qualcosa per te, ma soprattutto non vuoi deludere te stesso. Non demordi e trovi ancora una volta la determinazione per iniziare a lavorare ancora più sodo il giorno dopo.
Non ho mai avuto la fortuna di incontrare Giulio Regeni, ma avevamo la stessa età e, nonostante fossimo nati in regioni distanti della penisola italiana, abbiamo seguito sentieri simili, prima in collegi internazionali negli ultimi anni del liceo, e poi, più di recente, come dottorandi. Da quando la sua sparizione si è tramutata in tragedia lo scorso mercoledì, da suo coetaneo e collega, ho sentito il bisogno di dare voce all’angoscia che ha pervaso molti di noi in queste ore.
Giulio ha pagato il prezzo di qualcuno che ha creduto che il sapere non ha confini e che la ricerca accademica, per fiorire, deve essere del tutto libera. Ha avuto il coraggio di sfidare i dogmi e di esplorare realtà complesse, anche se questo ha significato lavorare in ambienti difficili. Il suo profondo senso di equità e giustizia sociale ha permeato il suo lavoro.
Con l’uccisione di Giulio, anche la ricerca accademica è stata assassinata, perché l’università è stata deprivata dell’idea di universitas, di una comunità di studiosi senza confini, dove le menti sono sfidate a scoprire nuovi saperi e a contribuire alla prosperità della società nel suo senso più ampio. Una comunità dove la libertà di pensiero è elevata al suo livello più alto, e dove la paura di essere perseguitati per le proprie idee o discriminati in base a cultura, religione o etnia è del tutto assente. Giulio ha incarnato questi valori e ha entusiasticamente intrapreso il suo viaggio spinto da una sete di conoscenza, un desiderio di aprirsi al mondo e dare il proprio contributo, per quanto piccolo esso possa essere.
Giulio era un esempio di un giovane uomo libero, che non si arrende, che segue il suo istinto per il sapere e trova il suo appagamento nel contributo offerto dalla sua ricerca.
Non è mia intenzione dipingerlo come un eroe o un martire, ma vorrei fare due appelli. Il primo diretto ai governi e alle istituzioni. In questo momento delicato in cui stiamo cercando la verità, non richiudiamoci nei confini nazionali, non puntiamo il dito contro coloro che stanno al di fuori, e mi riferisco anche ai paesi europei che nel corso di queste ultime settimane hanno minacciato di abbandonare l’accordo di Schengen. La scelta dell’isolamento sarebbe un gravissimo errore, e Giulio può stare sicuro che molti dei suoi coetanei non esiteranno a combattere perché non vengano elevati nuovi muri.
Il secondo appello è alle generazioni più giovani. Non abbiate paura di essere liberi, accogliete il mondo e seguite i vostri sogni, perché solo aprendovi darete un senso e un fine alla vita. Terremo Giulio vivo nei nostri ricordi come un esempio di libertà, la libertà che ogni ricercatore deve perseguire e di cui l’umanità tutta necessita per costruire un futuro migliore. Giulio, credimi, cercheremo di farti onore.
Fonte: http://bit.ly/1VYhrw1
Angelo Martelli – London School of Economics
Angelo Martelli is a PhD candidate at the LSE European Institute and the president of the LSE Italian Society. // Angelo Martelli è un dottorando presso l’European Institute della London School of Economics e il presidente della LSE Italian Society.