Noi giovani e l’Europa di Ventotene: lettera aperta
La redazione
Lettera aperta alla Presidente del Consiglio delle giovani costruttrici e dei giovani costruttori di pace: Noi, giovani europei, continuiamo a sognare l’Europa di Ventotene, un manifesto di pace e progresso dei popoli.

Lettera aperta alla Presidente del Consiglio,
Noi, giovani europei, continuiamo a sognare l’Europa di Ventotene, un manifesto di pace e progresso dei popoli.
Quando Rossi, Spinelli, Colorni e Hirschmann erano rinchiusi in una piccola isola, condannati al confino dalla dittatura di Mussolini, hanno scritto un Manifesto da Antifascisti quali erano, un manifesto che leggeva la realtà del 1941: i totalitarismi e i nazionalismi la facevano da padrone nel continente e il militarismo aveva portato inevitabilmente alla guerra, ordinata dalle élite e combattuta dai figli dei popoli, avallata dai dittatori e dai nazionalisti.
L’Europa libera e unita, come la volevano i confinati, è un progetto di pace e di progresso: trenta pagine di manifesto programmatico che si oppone ai totalitarismi e ai militarismi. La decontestualizzazione di alcune frasi fatta in Parlamento, per mera distrazione mediatica e politica, non cancella la logica e la coerenza di un testo costruito da sinceri democratici che avevano un’idea precisa di Europa, un’Europa non nazionalista poiché: “La sovranità assoluta degli stati nazionali ha portato alla volontà di dominio di ciascuno di essi, poiché ciascuno si sente minacciato dalla potenza degli altri e considera suo «spazio vitale» territori sempre più vasti, che gli permettano di muoversi liberamente e di assicurarsi i mezzi di esistenza, senza dipendere da alcuno.”
L’Europa del Manifesto non è quella dei nuovi nazionalismi e tantomeno del suprematismo europeo, l’Europa di Ventotene non può non esprimersi contro le guerre e contro i genocidi che oggi vediamo, non solo nel nostro continente, ma in tutto il mondo. L’Europa di Ventotene e l’Europa che riconosciamo come nostra non può, soprattutto, essere per il riarmo, per i piani bellici e contro la diplomazia e il dialogo, anche verso chi ci sembra più distante e diverso da noi. L’Europa del Manifesto continua ad essere un punto di riferimento e un’aspirazione per noi che abbiamo ideali di libertà, giustizia e pace.
Crediamo nell’Europa di Ventotene e non nel piano Re-Arm Europe proprio perché nel manifesto si spiega la logica del riarmo e la si contrasta: “Anche nei periodi di pace, considerati come soste per la preparazione alle inevitabili guerre successive, la volontà dei ceti militari predomina ormai in molti paesi su quella dei ceti civili, rendendo sempre più difficile il funzionamento di ordinamenti politici liberi: la scuola, la scienza, la produzione, l’organismo amministrativo sono principalmente diretti ad aumentare il potenziale bellico; le madri vengono considerate come fattrici di soldati, ed in conseguenza premiate con gli stessi criteri con i quali alle mostre si premiano le bestie prolifiche; i bambini vengono educati fin dalla più tenera età al mestiere delle armi e all’odio verso gli stranieri, le libertà individuali si riducono a nulla, dal momento che tutti sono militarizzati e continuamente chiamati a prestare servizio militare; le guerre a ripetizione costringono ad abbandonare la famiglia, l’impiego, gli averi, ed a sacrificare la vita stessa per obbiettivi di cui nessuno capisce veramente il valore; in poche giornate vengono distrutti i risultati di decenni di sforzi compiuti per aumentare il benessere collettivo.”
Questo contesto, che era così evidente nel 1941, lo vediamo oggi, purtroppo, ripetersi e proprio per questo crediamo che i valori e gli obiettivi che venivano posti nel Manifesto siano ancora oggi validi e da perseguire perché: “Un vero movimento rivoluzionario dovrà sorgere da coloro che han saputo criticare le vecchie impostazioni politiche; dovrà saper collaborare con le forze democratiche, con quelle comuniste, e in genere con quanti cooperino alla disgregazione del totalitarismo; ma senza lasciarsi irretire dalla prassi politica di nessuna di esse.”
Le parole del Manifesto continuano a risuonare attuali nei tempi e nei modi, oggi: “Le forze reazionarie hanno uomini e quadri abili ed educati al comando, che si batteranno accanitamente per conservare la loro supremazia. Nel grave momento sapranno presentarsi ben camuffati, si proclameranno amanti della libertà, della pace, del benessere generale, delle classi più povere. Già nel passato abbiamo visto come si siano insinuate dietro i movimenti popolari, e li abbiano paralizzati, deviati, convertiti nel preciso contrario. Senza dubbio saranno la forza più pericolosa con cui si dovranno fare i conti. Il punto sul quale esse cercheranno di far leva sarà la restaurazione dello stato nazionale. Potranno così far presa sul sentimento popolare più diffuso, più offeso dai recenti movimenti, più facilmente adoperabile a scopi reazionari: il sentimento patriottico. In tal modo possono anche sperare di più facilmente confondere le idee degli avversari, dato che per le masse popolari l’unica esperienza politica finora acquisita è quella svolgentesi entro l’ambito nazionale, ed è perciò abbastanza facile convogliare sia esse che i loro capi più miopi sul terreno della ricostruzione degli stati abbattuti dalla bufera.”
Oggi, l’ombra dei nazionalismi si è allungata sul nostro continente. Si allunga da Ovest e si allunga da Est, copre l’Europa e sembra infettarla con la nuova volontà di corsa agli armamenti. È un’infezione che non porta alla Pace, è un’infezione che senza diplomazia porta solo alla violenza e alla volontà di prevaricare. Noi crediamo invece che sia ora di riprendere a costruire un’Europa sociale di diritti, di istruzione, di ricerca, volti a costruire un benessere dei popoli europei, che siano tanti e che sia uno solo. È il momento di riprendere il Manifesto di Ventotene perché è il momento di dare nuova vita alla politica europea, una politica di dialogo, progresso e pace.
Noi, giovani europei, costruttrici e costruttori di pace, siamo oggi ancora affini allo spirito di Ventotene e vediamo in quel sogno europeo il nostro sogno europeo. Chiediamo di rafforzare l’unità europea, non più come mera unione economica ma una comunità di valori che si basa sulla cooperazione, la giustizia sociale e la solidarietà, ma soprattutto sul rispetto dei diritti umani.
Per un’Europa dei popoli, dei cittadini, delle città e delle regioni. Un’Europa insomma veramente di pace e non di armi e distruzione.
Le giovani costruttrici e i giovani costruttori di Pace in Europa
Perugia, 21 marzo 2025
Firma questa lettera qui: https://forms.gle/oMg1D6zct35w3NdW9
Non hai mai letto il Manifesto di Ventotene?
Lo puoi consultare dal sito del Senato della Repubblica Italiana QUI!
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