Giornata Mondiale di lotta all’Aids: “Dati, maneggiare con cura. Rilanciare la lotta all’Aids”
La redazione
Con i numeri non si scherza! Il 1° dicembre giornata mondiale per continuare la lotta contro l’AIDS. Nel 2007 oltre 33 milioni di persone nel mondo risultano colpite dal virus HIV, i nuovi contagi sono stati 2,5 milionI e oltre 2 milioni di persone sono morte di AIDS.
La scorsa settimana, UNAIDS (il Programma delle Nazioni Unite per combattere l’HIV/AIDS) e l’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità), hanno presentato il rapporto epidemiologico 2007, da cui risulta – un po’ a sorpresa – una consistente riduzione delle stime sulla diffusione del virus dell’HIV nel mondo.
Secondo le nuove stime, il numero di persone colpite dal virus nel mondo è passato da 40 milioni (nel 2006) a 33,2 (nel 2007 – 16% in meno). Le riduzioni più consistenti si sono registrate in India, Angola, Kenya, Mozambico, Nigeria e Zimbabwe.
La variazione delle stime rispetto allo scorso anno è, in parte, dovuta all’efficacia dei programmi di lotta contro l’HIV/AIDS; ma la maggior differenza verrebbe dalla migliorata disponibilità di studi specifici sulla popolazione che hanno permesso di rendere più precise – aggiornandole – le precedenti stime.
In particolare, in Kenya e Zimbabwe, dove anche le ONG Italiane dell’Osservatorio operano con ben sette progetti, la diminuizione dipende dal minor numero di nuovi casi, grazie alla riduzione di comportamenti a rischio, effetto delle campagne d’educazione e prevenzione.
L’Osservatorio Italiano sull’Azione Globale contro l’AIDS accoglie positivamente la correzione delle stime sulla diffusione dell’HIV annunciata – con chiarezza e correttezza -qualche giorno fa da UNAIDS e dall’OMS. I nuovi dati sono certamente un indicatore che le risorse finanziarie fornite dal Fondo Globale per la Lotta all’AIDS, TB e Malaria; il PEPFAR (Piano di emergenza del Presidente degli Stati Uniti per la cura dell’AIDS ); la Fondazione Bill & Melinda Gates e i donatori bilaterali stanno cominciando a dare risultati positivi in alcuni Paesi. Questi dati, sono anche il primo segnale di buon auspicio dopo anni di tentativi, e indicano la possibilità di rallentare se non addirittura arrestare la diffusione della pandemia ma, proprio per questo, non bisogna abbassare il livello di attenzione nei confronti della lotta all’AIDS.
Come sostiene anche Peter Piot, Direttore Esecutivo UNAIDS, “Questi dati ci forniscono un quadro più chiaro dell’epidemia di Aids, rivelandoci le sfide e le opportunità. Senza dubbio stiamo cominciando a vedere il risultato degli investimenti: mortalità e nuove infezioni da Hiv sono in calo, ma bisogna aumentare gli sforzi per ridurre significativamente l’impatto dell’Aids nel mondo“.
Secondo l’Osservatorio Italiano sull’Azione Globale contro l’AIDS è necessario che tutti i donatori, pubblici e privati, non perdano di vista la realtà. Le stime indicano che nel 2007 oltre 33 milioni di persone nel mondo risultano colpite dal virus HIV, i nuovi contagi sono stati 2,5 milionI e oltre 2 milioni di persone sono morte di AIDS.
L’Africa Sub-Sahariana rimane la regione più colpita, con più dei due terzi (68%) delle persone sieropositive a livello globale e più dei tre quarti (76%) di tutte le morti da AIDS nel 2007. Inoltre, a differenza di altre regioni, in Africa Sub-Sahariana degli oltre 22 milioni di persone sieropositive la maggioranza sono donne (61%).
Anche in presenza dei primi, positivi, segnali i Governi non devono abbassare la guardia! Per mantenere la promessa fatta a livello internazionale, di raggiungere l’obiettivo dell’accesso universale alla prevenzione, cura e terapia dell’AIDS entro il 2010, le risorse devono essere ancora incrementate, secondo quelli che erano gli impegni.
Soprattutto in Africa, dove l’epidemia è ancora forte ma nello stesso tempo è stato dimostrrato che con gli sforzi opportuni si possono ottenere risultati concreti, mancano le risorse finanziarie per mantenere questo trend, per garantire attività di prevenzione e medicine anche nelle aree più periferiche e nelle zone rurali spesso, lontane dai servizi sanitari già deboli. In particolare in queste aree, lo stigma dei gruppi vulnerabili è ancora fortemente radicato e la discriminazione delle donne è il problema di fondamentale importanza da affrontare per interrompere il ciclo degli eventi che alimenta l’epidemia.
Bisogna quindi maneggiare con cura i nuovi dati, frutto d’importanti successi nelle metodologie di conteggio e analisi statistica più che indicatori di sconfitta dell’Aids.
L’Osservatorio Italiano sull’Azione Globale contro l’AIDS è una rete di 23 ONG italiane e internazionali impegnate nella lotta all’AIDS e nella lotta alla povertà attraverso l’attivazione di processi di sviluppo e di interventi umanitari. Nel 2007 le ONG dell’Osservatorio hanno attivato 81 progetti di lotta alla pandemia in 32 paese poveri, raggiungendo oltre 6 milioni di beneficiari.
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