Giornata europea contro la pena di morte
La redazione
Promossa dall’associazione ‘Nessuno tocchi Caino’, si svolgerà oggi Venerdì 10 ottobre alle 13.45, presso la sala della Lupa di Montecitorio, la celebrazione della Giornata europea contro la pena di morte. Amnesty International chiede a Corea del Sud, India e Taiwan di adeguarsi alla tendenza mondiale.
Si svolgera' oggi venerdì 10 ottobre la celebrazione della Giornata europea contro la pena di morte.
Alle 13.45, presso la sala della Lupa di Montecitorio prendera' la parola il presidente della Camera, Gianfranco Fini, seguiranno gli interventi di Emma Bonino, Massimo D'Alema, Lamberto Dini e Raoul Bova.
Nel corso dell'evento, spiega una nota dell'Ufficio stampa di Montecitorio, verra' presentato '15 Seconds', cortometraggio scritto e diretto da Gianluca Petrazzi, prodotto ed interpretato da Raoul Bova.
L'iniziativa, che sara' trasmessa in diretta sul sito www.camera.it, si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio del Parlamento Europeo e di Ministero degli Affari Esteri, Ministero della Giustizia e Ministero della Pubblica Istruzione.
PENA DI MORTE: AMNESTY, APPELLO A COREA SUD, INDIA E TAIWAN
In occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte, Amnesty International chiede a Corea del Sud, India e Taiwan di adeguarsi alla tendenza mondiale e di adottare immediatamente una moratoria sulla pena di morte. In Asia, si legge in una nota dell'organizzazione, ogni anno sono messe a morte più persone che in ogni altra parte del mondo. Le condanne a morte eseguite in Cina, Iran, Arabia Saudita, Pakistan e Usa rappresentano l'88% delle 1252 esecuzioni documentate nel 2007.
Nell'area Asia-Pacifico, 14 paesi ancora eseguono condanne a morte, mentre 27 Paesi hanno abolito la pena di morte per legge o nella pratica. "In numerosi Paesi dell'Asia, la pena capitale continua a essere inflitta per una vasta serie di reati e i prigionieri vengono messi a morte spesso a seguito di processi iniqui.", ha detto Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International, che ha però sottolineato come nel continente – e in particolare in Corea del Sud, India e Taiwan – ci sia "terreno per la speranza ed esiste la concreta possibilità di un cambiamento".
In Corea del Sud, per esempio, le ultime esecuzioni risalgono al mese di dicembre del 1997, e nel 2007 le sentenze capitali furono commutate in ergastolo: tuttavia, segnala Amnesty, sono ancora 58 le persone rinchiuse nel braccio della morte. L'India non esegue condanne a morte dal 2004, ma nel 2007 sono state comminate almeno 100 sentenze capitali. Taiwan infine non esegue condanne a morte dal dicembre 2005: quest'anno però, conclude la nota, due persone sono state condannate alla pena capitale, portando così a 30 il numero dei prigionieri nel braccio della morte.
Fonte: Adnkronos ed Ansa
10 ottobre 2008