Giornalisti: dobbiamo ricostruire la nostra professione dalle fondamenta


Roberta Serdoz


Sarebbe entusiasmante sentire soffiare un vento nuovo, aprire una discussione sulla professione ormai lontana anni luce da quelle regole fondamentali che puntualmente vengono disattese…


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
FA21

Dopo le parole di Corradino Mineo, credo sia utile iniziare a spostare il tiro al di là del video messaggio. Sarebbe entusiasmante sentire soffiare un vento nuovo, aprire una discussione sulla professione ormai lontana anni luce da quelle regole fondamentali che ognuno di noi, giovani o anziani cronisti, conosce  a menadito; regole che puntualmente vengono disattese o dimenticate.  Si naviga a vista, senza rotta, in balia di correnti e correntoni che rischiano solo di affondare definitivamente chi questo mestiere lo fa ancora con coscienza.  Anche se, è utile ricordare, che ancora una volta, lo stimolo ci arriva da un sopruso, l’ennesimo video messaggio trasmesso e pubblicato senza filtri, appunto. Bene fa Articolo21 a proporre un forum, un luogo d’incontro dove ripartire, riflettere, confrontarsi con i più volenterosi, non solo giornalisti, sugli insegnamenti antichi e le nuove esigenze editoriali che non si possono più ignorare.  Rivedere la professione con forte capacità autocritica, fuori dagli schemi ordinari, dalle vecchie dinamiche politiche o sindacali, senza macerie sul terreno. Di questo abbiamo bisogno.   Oggi più di ieri serve ricostruire dalle fondamenta la nostra professione riconoscendo come indispensabili le regole di base della deontologia, della ricerca della notizia, dell’approfondimento,  del contraddittorio, della verifica e del controllo.
Una sfida unica in un momento come quello che stiamo vivendo.
Tutti noi possiamo eleggerci giornalisti, a cominciare dai cittadini che ormai quotidianamente, con telefoni e telecamere, raccontano e postano fatti di cronaca irraggiungibili per ognuno di noi dai primi istanti. Notizie che però vanno approfondite, controllate e valutate con particolare attenzione.  Il nostro è un mestiere che ha bisogno di aria, di confronto e scontro se necessario, di chiarezza e trasparenza, senza secondi fini, è un mestiere che ha bisogno di libertà.
Aprire  porte e finestre, dunque, per far cambiare aria non può che rappresentare una rinascita.  Condividiamo, allora, la proposta di Articolo 21, del suo direttore Stefano Corradino, di un Forum, fatto da  chi ha la voglia di far nascere un progetto nuovo, per ritrovare quel Giornalismo, con la G maiuscola,  che in questi anni abbiamo perso e visto precipitare vertiginosamente verso il fondo delle classiche internazionali sulla libertà di stampa (come ci ricorda l’articolo). Perché, così in tanti e su tutte le testate, “come postini” abbiamo  abdicato al nostro ruolo di “controllori” pubblicando il video messaggio di un condannato in terzo grado? Partiamo da qui e andiamo avanti, pensando a quando, ad esempio, facciamo le interviste “a distanza”‘ mandando cioè la telecamera a raccogliere una testimonianza, o quando rispondiamo alle richieste di “avere prima le domande”.  Un “cronista dimezzato”, scrive Mineo, complice, che non lavora sulla notizia e aspetta gli eventi seduto alla scrivania.

Fonte: www.articolo21.org
22 settembre 2013

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento