Gheddafi tratta, i ribelli: tregua solo se si ritira
l'Unità.it
Il raìs ha detto si alla tabella di marcia proposta dall’Unione Africana (Ua) per porre fine alla guerra civile, un piano che prevede tra l’altro un immediato cessate-il-fuoco. Ma i ribelli frenano: prima di parlare di tregua il raìs deve ritirare le truppe e garantire la libertà di espressione.
Si spera nella svolta in Libia. Muammar Gheddafi ha accettato infatti la tabella di marcia proposta dall'Unione Africana (Ua) per porre fine alla guerra civile, una proposta che prevede tra l'altro un immediato cessate-il-fuoco. Ma i ribelli hanno subito frenato: prima il raìs deve ritirare le sue truppe e garantire la libertà di espressione nel Paese.
A dare la notizia della possibile svolta è stata l'Unione Africana nella tarda notte di ieri e oggi la delegazione dell'Ua si sposta a Bengasi per trattare con i ribelli che dettano condizioni. Non sono trapelati molti particolari del piano, ma nel corso della riunione si è parlato anche della possibilità che Gheddafi lasci il potere.
Il presidente sudafricano, Jacob Zuma, che ha incontrato il colonnello alla guida della delegazione di leader africani, ha però esortato la Nato a mettere fine ai raid aerei per «dare al cessate-il-fuoco una possibilità».
Intanto però sul terreno si continua a combattere. Ieri si è combattuto furiosamente ad Agedabia, dove la Nato ha detto di aver distrutto 25 blindati delle truppe lealiste. Proprio sulla questione dell'addio di Gheddafi, il commissario dell'Ua per la Pace e la Sicurezza, Ramtane Lamamra, ha confermato che del tema si è parlato nell'incontro con il rais: «C'è stata qualche discussione su questo, ma non possono raccontare nulla perchè si tratta di temi che devono rimanere riservati tra le parti in causa».
Zuma ha incontrato per varie ore Gheddafi presso il bunker di Bab al-Aiziyah. Secondo Ramtane, la proposta dell'Ua prevede un cessate il fuoco immediato, la promozione del dialogo nazionale, la protezione degli stranieri presenti in Libia e la consegna di aiuti umanitari.
La delegazione dunque si sposta a Bengasi per presentare l'iniziativa al Consiglio Nazionale di Transizione che rappresenta i ribelli, i quali hanno subito ribadito il loro no alla tregua se non ci sarà il ritiro delle truppe del Colonnello e la garanzia della libertà di espressione nel Paese. Per gli insorti l'uomo che per 41 anni ha governato con il pugno di ferro il Paese deve lasciare la scena.
Fonte: www.unita.it
11 aprile 2011