Gerusalemme. Costruire, separare
Paola Caridi - invisiblearabs.com
Architettura e politica. Un nesso inscindibile, almeno a Gerusalemme, dove costruire significa incidere sul conflitto, sulla sua mancata soluzione, sui fatti sul terreno. Una conferenza all’università di Al Quds, oggi, parla di pianificazione urbana, separazione, vita quotidiana diversa.
Non solo Muri. Non solo checkpoint. Separare, a Gerusalemme, è un atto che si compie attraverso gesti architettonici di diverso tipo. Dalla pianificazione urbana alla gestione dei trasporti. Gli esempi sono diventati, dopo decenni, quasi infiniti. Un elenco troppo lungo anche per venire letto a Vieniviaconme. Dai quartieri costruiti a oriente della Linea Verde sino alla messa in opera (rinviata, secondo le ultime notizie di stampa, sino al novembre del prossimo anno) di un treno leggero che, unendo il centro della città con le colonie israeliane a Gerusalemme est (direzione Ramallah), rende nei fatti impossibile la divisione della città come capitale di Israele e di una futura Palestina. Recitando, dunque, l’ennesimo Requiem alla soluzione dei 2 stati (a proposito, per chi vuole, c’è una nota di Stephen Walt sui blog di Foreign Policy).
Oggi, comunque, c’è la giornata clou di una conferenza molto importante su pianificazione urbana, architettura, decolonizzazione, spazi vivibili e separazione. All’università di Al Quds, l’università araba di Gerusalemme, nel campus di Abu Dis, al dià del Muro. Appunto. Il programma è qui. A parlare, architetti palestinesi e non solo. Impegnati a descrivere un’altra storia di Gerusalemme. Quasi sempre dimenticata, invisibile. Non per questo meno vera.
Fonte: Invisiblearabs
24 novembre 2010