Genova: centro d’accoglienza in fiamme


La Stampa


Attentato incendiario in una delle strutture individuate dal Comune di Genova per accogliere gli immigrati trasferiti da Lampedusa.


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Genova: centro d'accoglienza in fiamme

Un’esplosione e le fiamme hanno squarciato la notte di Genova, in uno degli edifici individuati dal Comune per l’accoglienza degli immigrati in arrivo da Lampedusa, nel cuore di Sampierdarena, quartiere del ponente cittadino ad alta densità di immigrazione. A provocarlo una bomba artigianale trovata al piano terra del palazzo. È l’epilogo di una giornata contrassegnata da un consiglio comunale caldo sul tema dell’accoglienza dei migranti in città, dove si è quasi sfiorata la rissa, con l’opposizione che ha chiesto a più riprese la creazione di un Cie dove isolare i nordafricani, e con i presidenti dei tre Municipi interessati dal piano, che si sono detti nettamenti contrari, presi in contropiede da «decisioni calate dall’alto».

Intanto il sindaco Marta Vincenzi parla di un gesto «brutto e preoccupante», che «non è degno di Genova», che deve «spingere ancora di più all’accoglienza e alla solidarietà».«Mi auguro – ha aggiunto il sindaco – che quanto avvenuto faccia riflettere la città, perchè‚ una paura del genere non è degna dei genovesi rispetto alla necessità di accogliere, pur con tutte le attenzioni del caso, poche centinaia di immigrati. Nel 2002, con la guerra del Kossovo e gli albanesi in fuga – ricorda la Vincenzi – l’Italia ha affrontato una situazione ben più drammatica di quella attuale. Non bisogna alimentare la paura e, di fronte a tentativi di far crescere la tensione, la città deve rispondere con calma e fermezza».

I primi accertamenti condotti dai carabinieri parlano di un ordigno artigianale costruito utilizzando una bombola di gas da campeggio piena ed un grosso petardo legato con del nastro adesivo come innesco. L’ordigno ha provocato una forte esplosione avvertita dai residenti della zona. Non sono stati trovati volantini di rivendicazione ed i resti dell’ordigno sono stati sequestrati dai carabinieri della Sezione Investigazione Scientifica. Proprio oggi il presidente del Municipio Centro Ovest Franco Marenco aveva spiegato come l’ex scuola non fosse idonea «perchè‚ in un contesto difficile ad alto tasso di immigrazione con tensioni sociali, prostituzione, centri scommesse e locali notturni». Le previsioni del Comune erano di ristrutturare l’edificio in trenta giorni, con un costo di 100 mila euro, per ospitare 95 profughi.

Fonte: La Stampa

13 aprile 2011

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