Gaza. La ricostruzione perduta
NEAR EAST NEWS AGENCY
A tre mesi dalla Conferenza del Cairo in cui i membri della comunità internazionale hanno fatto a gara a chi stanziava più fondi per la ricostruzione, nella Striscia non è arrivato ancora un centesimo.
Non ci sono soldi, per Gaza, e senza quei soldi non c’è futuro. I vertici delle Nazioni Unite e della Lega Araba hanno lanciato ieri un appello per spingere i donatori a rispettare gli accordi finanziari presi alla Conferenza del Cairo lo scorso ottobre per la ricostruzione della Striscia dopo l’offensiva israeliana “Margine Protettivo” dello scorso agosto. Di quei 5.4 miliardi di dollari promessi dalla comunità internazionale, infatti, non è ancora arrivato neanche un centesimo: a confermarlo è stata l’Unrwa, l’agenzia Onu che assiste i profughi palestinesi.
In una dichiarazione congiunta diffusa ieri sera, il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon e il segretario della Lega Araba Nabil al-Arabi hanno espresso “profonda preoccupazione” per le risorse limitate ad oggi destinate a Gaza, esortando caldamente “i donatori a onorare ed erogare al più presto i loro impegni finanziari per “prevenire un ulteriore deterioramento della situazione umanitaria già drammatica”. La Striscia, con i suoi 2200 morti, 11 mila feriti, 110 mila sfollati e 96 mila case in macerie da oltre sei mesi, sembra essere stata dimenticata dal mondo.
L’Unrwa, che attendeva una porzione importante di questi fondi per garantire gli aiuti umanitari e la ricostruzione, ha già terminato i 77 milioni di dollari che inizialmente aveva avuto a disposizione per aiutare 66mila famiglie a riparare le loro case danneggiate. “Nelle nostre casse – ha avvertito un portavoce dell’agenzia – non ci sono più fondi. Decine di migliaia di palestinesi non hanno un tetto e noi non possiamo assisterli. Erano stati assicurati 5,4 miliardi dollari alla conferenza del Cairo ma praticamente nulla ha raggiunto Gaza sino ad oggi. Questo è doloroso e inaccettabile”.
Lo scorso mese l’Onu, a corto di denaro, aveva annunciato di dover sospendere gli aiuti finanziari all’alloggio a decine di migliaia di palestinesi a Gaza che, oltre alla perdita di familiari e di proprietà, devono far fronte a un duro inverno: nelle scorse settimane si sono registrati almeno tre morti per il freddo e l’unica centrale elettrica della Striscia, colpita dall’esercito israeliano, non è ancora in funzione. La maggior parte della popolazione sopravvive con 4-5 ore di elettricità al giorno, mentre scarseggiano i materiali per la ricostruzione che Israele si guarda bene dal far entrare dal valico di Eretz.
E mentre il Qatar, che alla Conferenza del Cairo aveva fatto la maggiore offerta di aiuti – 2 miliardi di dollari, seguito dall’Unione Europea con 450 milioni di euro e da un aiuto aggiuntivo di Washington del valore di 212 milioni di dollari – stenta assieme agli altri membri della comunità internazionale a rispettare i suoi impegni, il futuro della Striscia appare sempre più nero.
Fonte: http://nena-news.it
7 febbraio 2015