Gaza, fine del blocco egiziano?
NEAR EAST NEWS AGENCY
Il ministro degli esteri Nabil el Arabi ha annunciato l’intenzione del suo governo di riaprire totalmente il valico di Rafah per consentire il passaggio libero di persone e merci. Intanto ieri sera fuoco israeliano ha ferito quattro civili a nord di Gaza.
L’Egitto riaprirà al più presto, «entro 7-10 giorni», il valico di frontiera con la Striscia di Gaza a Rafah per alleggerire la stretta chiusura israeliana. Lo ha annunciato ieri il ministro degli esteri egiziano, Nabil al-Arabi, durante un’intervista all’emittente Al Jazeera. La dichiarazione, se seguita da azioni concrete, significherebbe la fine del blocco egiziano della Striscia di Gaza ma, di fatto, anche di quello israeliano perché el Arabi ha fatto riferimento ad un passaggio senza restrizioni, libero, non solo per le persone ma anche per le merci.
L’Egitto dell’era di Hosni Mubarak ha partecipato attivamente all’assedio della Striscia di Gaza, condividendo la politica israeliana di isolamento totale del movimento islamico Hamas che dal 2007 controlla questo piccolo territorio palestinese dove vivono, di fatto prigioniere, oltre un milione e mezzo di persone. El Arabi ha lasciato intendere che l’Egitto non terrà più in alcun conto la richiesta israeliana di un rigido filtro delle merci. Tel Aviv e il Cairo sino ad oggi hanno collaborato per impedire l’ingresso a Gaza di prodotti ritenuti dai servizi di sicurezza israeliani «pericolosi» perché utilizzabili dai gruppi armati palestinesi per fabbricare artigianalmente razzi. Con questa motivazione, ad esempio, dal 2009 sono state fatte entrare poche tonnellate di cemento, che pure è fondamentale per la ricostruzione della Striscia di Gaza devastata dall’offensiva militare israeliana «Piombo fuso» in cui sono rimasti uccisi circa 1.400 palestinesi e sono state distrutte o danneggiate gravemente oltre 10mila abitazioni.
La riapertura totale del valico di Rafah rappresenterebbe la fine dell’accordo del 2005 tra Usa, Israele, Egitto e Ue – successivo al ritiro unilaterale di soldati e coloni israeliani da Gaza – che assegna ad un gruppo di supervisori europei il monitoraggio del transito delle persone e dei loro bagagli da e per Gaza, in costante contatto con i servizi di sicurezza israeliani.
Intanto ieri sera quattro palestinesi, tra cui una donna e due bambini, sono stati feriti stasera a nord di Gaza da colpi di arma da fuoco esplosi da una pattuglia israeliana a ridosso della cosiddetta “fascia di sicurezza” creata unilateralmente da Israele all’interno del territorio palestinese.
Fonte: NenaNews
29 aprile 2011