Francesco Cavalli: "Una Marcia piena di entusiasmo che ci dà forza per andare avanti"


Mauro Sarti


Il vice-presidente del Coordinamento degli enti locali per la pace e i diritti umani racconta la sua Marcia del 7 ottobre. E ricorda l’importante lavoro degli enti locali.


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Francesco Cavalli: "Una Marcia piena di entusiasmo che ci dà forza per andare avanti"

Francesco Cavalli è il vice-presidente del Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani. La Marcia, il 7 ottobre scorso, l’ha fatta almeno due volte. Un bel pezzo a piedi, il resto in auto a seguire il lavoro delle troupe e il buon andamento delle dirette televisive della Rai. Avanti e indietro, in mezzo alla gente che s’incamminava verso la Rocca di Assisi, facendosi largo tra scout, associazioni, famiglie e gruppi più o meno organizzati. La Marcia? Per Francesco Cavalli, 38 anni, è stata una grande soddisfazione, al di là dei numeri (anch’essi più che soddisfacenti). Una grande festa della pace.

Francesco Cavalli, ormai è passata più di una settimana. Un’impressione a freddo?
La prima impressione è stata quella di una grande soddisfazione, di avere partecipato ad una marcia piena di entusiasmo… E fatta da persone entusiaste. Il lavoro prima è stato tanto, ma è stata una bella festa. La festa della pace. E il bel tempo, dobbiamo ringraziare, ci ha assistito.

Che tipo di Marcia è stata questa edizione 2007?
E’stata una manifestazione “pro” e non “contro”. Ho visto tanta gente che aveva voglia di starci dentro, di partecipare, di costruire qualcosa di bello e di grande, per la pace. Una manifestazione proficua e festosa. E’ stata una marcia che non era centrata su un fatto di cronaca, non c’era un messaggio più forte degli altri. Ma è stato proprio il tema dei “diritti”, quei “tutti i diritti umani per tutti” che ha fatto da collante a tutta la manifestazione.

Un ricordo particolare?
Mi piace ricordare che tutto questo è stato possibile anche grazie all’impegno degli enti locali (Comuni, Province e Regioni) che si sono impegnate per la buona riuscita di questo evento. Ho in mente una foto: quella che ci fa vedere le centinaia di stendardi delle amministrazioni che hanno partecipato. Erano più di cinquecento, e dietro a questi stendardi non c’era solo l’adesione estemporanea di qualche sindaco. Era invece espressione di un grande lavoro, durato settimane e settimane: parlando e ragionando insieme di pace. La Marcia è stata solo il culmine di un lungo lavoro, che ha avuto un prima e che avrà un dopo…

Quali sono le amministrazioni pubbliche cha hanno aderito?
Gli enti locali che erano presenti alla Marcia coprivano di fatto quasi tutta l’intera Penisola (fatta forse eccezione per il comune di Nuoro…). Comuni medi e piccoli, ma anche grandi città come Roma, Napoli, Firenze, Venezia, Padova. Bologna che ha aderito con una lettera del sindaco Cofferati e poi Rimini… Sì, mancava il comune di Milano. Quando si parla di politica e pace gli enti locali vengono sempre dimenticati, perché oltre alle rappresentanze dell’arco costituzionale viene quasi sempre individuato solo l’associazionismo come controparte della politica nazionale. Al contrario esiste tutta una rete di amministrazioni che lavorano ed esistono, e sono anch’esse una benzina importante per la costruzione del Paese-Italia.

Parlava di un grosso lavoro preparatorio…
L’agenda che ha preceduto questa marcia è stata un’agenda costruita su fatti concreti: gli incontri con i politici, le scuole, con il mondo dell’informazione e la Rai. Tutti temi che hanno preceduto la preparazione della Marcia ma che devono necessariamente continuare anche dopo, per il futuro. Non esiste un prima e un dopo Marcia, ma certamente è stata la buona riuscita della Marcia a mettere in campo energie nuove per andare avanti. A darci la forza, e il sostegno, per continuare il lavoro.

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