Firma anche tu, clandestino non è criminale
Francesco Anfossi, Famiglia Cristiana
E’ venuto il momento di cancellare una legge buona solo per raccogliere voti. Non è solo dovere morale. Sono tante le ragioni alla base della nostra raccolta di firme.
Le parole di papa Francesco a Lampedusa hanno lasciato il segno. Hanno riportato agli occhi del mondo il dramma di chi approda sulle nostre coste,sul senso dell’accoglienza e dell’integrazione. Ma la commozione e le lacrime non bastano. Ora quelle parole esigono anche dei fatti. E’ questo il senso della campagna lanciata da Famiglia cristiana per l’abolizione del reato di clandestinità. Una campagna civile oltre che cristiana “che deve andare oltre l’indignazione e la solidarietà e che si propone di dare spessore politico ad una grande battaglia sociale,una di quelle che segnano davvero i confini tra gli schieramenti culturali e civili, ancor prima che politici”. Così scrive nel suo blog Beppe Giulietti, presidente dell’associazione Articolo 21, una delle organizzazioni che hanno aderito alla campagna del nostro settimanale. La mobilitazione sta crescendo di giorno in giorno. Le firme sul sito di Famiglia Cristiana si moltiplicano, così come le adesioni. Qui di seguito ne pubblichiamo alcune, provenienti dai settori più disparati del mondo ecclesiale e civile. I lettori noteranno che il loro appoggio alla campagna non è dettato da esigenze umanitarie o cristiana, ma dalla consapevolezza che il reato di clandestinità serve solo a scopi strumentali e demagogici. Anche se la strumentalizzazione va ad incidere sulla carne degli uomini. Pensiamo all’impossibilità di assistere i clandestini, definiti per legge invisibili, al pronto soccorso. O alla regione Lombardia, che ha deciso che i bambini clandestini non possono essere curati dal pediatra se non per le emergenze.
Aboliamo quel reato: ecco perch
Le testimonianze degli esponenti di sindacato, professioni, associazionismo e chiesa
Monsignor Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento
La loro non è una colpa ma una conseguenza
Quel reato va abolito, se vogliamo mettere in pratica fino in fondo ciò che ha detto il papa a Lampedusa. Chi arriva in modo tragico sulle nostre coste ha diritto di vivere come tutti i cittadini italiani. Essere clandestini non è una colpa. E’ semmai una conseguenza delle nostre scelte politiche ed economiche, della globalizzazione della sofferenza, che ha portato alla globalizzazione dell’indifferenza, come ha ammonito papa Francesco nella sua visita a Lampedusa. Gli immigrati non sono criminali che vengono a rubarci qualcosa che loro non hanno.
Monsignor Domenico Mogavero, Arcivescovo di Mazara del Vallo
Chi approda in Italia via mare è una minoranza
Con le norme della legge Bossi-Fini precludiamo qualsiasi possibilità di ingresso e di dialogo. Impediamo anche di bussare,perché chi decide di bussare alle porte dell’Italia deve passare attraverso una trafila di norme burocratiche infernali. E ne fanno spese i migranti più deboli, quelli che attraversano il deserto e arrivano con le barche,che sono meno del 20% di chi arriva in Italia. Per loro ci sono i cosiddetti centri di accoglienza ed identificazione che sono in pratica prigioni. Gli altri arrivano con il visto turistico e restano o passano in altri paesi.
Raffaele Bonanni, Segretario generale della Cisl
Dobbiamo difendere la dignità umana
Sono favorevole all’abolizione del reato di immigrazione come sono favorevole all’estensione dei diritti amministrativi e civili per gli immigrati e per concedere la cittadinanza ai bambini figli di stranieri che nascono in Italia come succede ormai in gran parte dei paesi civili. Questa per noi è una battaglia di civiltà e a difesa della dignità umana. Ovviamente l’abolizione di questo reato non significa accoglienza indiscriminata per tutti. Questa mi sembra davvero un obiezione poco ragionevole e fuori della realtà. Chi pone questi problemi, infatti,ignora il fatto che le nostre imprese e le nostre famiglie hanno bisogno degli immigrati per lavori che gli italiani non vogliono più fare.
Susanna Camusso, Segretario generale della Cgil
Tutte le persone esistono ma sempre senza confini
Il reato di clandestinità è una pura invenzione che ha avuto un pessimo effetto. Già la legge Bossi-Fini rende praticamente impossibile ad un emigrato cercare lavoro. Il reato di clandestinità serve solo ad espellerli ancora più facilmente. Credo che si debba fare qualcosa. La situazione è difficile, e ogni tanto rispuntano fuori dei rigurgiti dell’idea di chiudersi al mondo: tutte le persone esistono senza confini.
Padre Enzo Fortunato, Direttore del mensile San Francesco patrono d’Italia e portavoce del Sacro Convento di Assisi
Anche San Francesco visse da clandestino
San Francesco d’Assisi è stato prima rifiutato e poi è stato costretto a nascondersi per salire sulla nave per la Siria, proprio come capita immigrati che sbarcano in Italia da “invisibili”. Lezione valida ancora oggi: l’uomo non è un lupo per un altro uomo, ma un fratello.
Don Armando Zappolini, Responsabile del CNCA
Un reato ingiusto che umilia il nostro paese
Non è mai esistito, prima di questa legge,che una situazione di irregolarità amministrativa potesse diventare,di per sé,un reato penale. E le carceri sono l’espressione esatta delle conseguenze di questo approccio al problema dell’immigrazione. E’una cosa che umilia il nostro grande paese.
Franco Miano, presidente dell’Azione Cattolica
Andiamo oltre l’anestesia del cuore
L’Azione cattolica italiana aderisce alla campagna di Famiglia cristiana. Crediamo che una risposta efficace ai problemi legati all’immigrazione clandestina possa nascere solo a partire da un risveglio delle nostre coscienze, oltre l’indifferenza e l’anestesia del cuore.
Enrico Mentana, Giornalista, Direttore de La7
L’accoglienza prevalga sull’egoismo
Anche io ho usato parole impegnative per commentare la visita di papa Francesco a Lampedusa, e la sua denuncia contro la “globalizzazione dell’indifferenza”. Sarei ipocrita oltre che indifferente se non aderissi alla vostra campagna. Lo faccio con convinzione,sapendo che ci sono momenti nella nostra vita nazionale in cui il coraggio dell’accoglienza deve prevalere sulla prudenza dettata dal timore e dall’egoismo.
Gianni Bottalico, Presidente nazionale delle Acli
E’ venuto il momento delle decisioni politiche
Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità. Dopo la testimonianza di papa Francesco a Lampedusa per ricordare ai fedeli e alla società globale il dramma del fenomeno migratorio connesso alla fuga dalla miseria e dalla guerra,occorre prendere decisioni. Anche in campo legislativo. Prima fra tutte abolire il reato di clandestinità. E’una questione di dignità umana. E proseguire la battaglia per la cittadinanza ai minori figli di extracomunitari.
Piero Martello
Presidente del tribunale del lavoro di Milano
Sul lavoro è il più debole tra i soggetti deboli
Sul piano penalistico è un reato che suscita forti perplessità perché non si collega ad un comportamento ma ad una qualità della persona. La mia esperienza mi fornisce ampio materiale soprattutto sulle conseguenze che determina nel mondo del lavoro. Il clandestino è ancora più debole rispetto ai soggetti deboli tanto da diventare formalmente addirittura inesistente. C’è una sorta di invisibilità della persona,che si trasforma in inesistenza dei suoi diritti.
Fonte: Famiglia Cristiana
luglio 2013