Finita l’odissea per i 49 migranti. Accolti in 8 paesi, tra cui l’Italia
La redazione
Sbarcati i 49 migranti a bordo delle navi ong. L’annuncio del premier Muscat: anche l’Italia ne prenderà una quota. Conte prevale nel braccio di ferro con Salvini. Che polemizza: “La Ue cede al ricatto degli scafisti”
L’odissea dei 49 migranti da 19 giorni a bordo della Sea Watch e della Sea Eye è finita.
Sono sbarcati poco dopo le 16 al porto militare di Malta.
Il premier maltese Joseph Muscat aveva annunciato stamattina che l’accordo con la Ue era stato trovato e che gli immigrati sarebbe stati trasbordati dalle due navi umanitarie su mezzi militari maltesi e portati a terra per poi essere redistribuiti tra otto Paesi europei.
Tra questi, ha confermato Muscat, c’è anche l’Italia, qui i migranti arriveranno in aereo. Il premier Conte, che ieri nel braccio di ferro con Salvini aveva ribadito la disponibilità dell’Italia a prendere una quindicina di persone, ha avuto dunque la meglio sul ministro dell’Interno.
Si tratta di una decina di persone, donne con mariti e dei minori, che saranno affidate alla Chiesa Valdese.
E proprio Salvini reagisce duramente: “L’Europa si propone di accogliere altri immigrati cedendo ai ricatti di scafisti e ong e questo rischia di diventare un enorme problema. Sono e rimango assolutamente contrario a nuovi arrivi in Italia. A Bruxelles fanno finta di non capire: cedere alle pressioni e alle minacce dell’Europa e delle ong è un segnale di debolezza che gli italiani non meritano”.
Decisiva è stata la mediazione di Bruxelles che è riuscita a trovare la quadra e a redistribuire oltre ai 49 delle Ong anche i 200 salvati nei giorni precedenti da motovedette delle forze armate de La Valletta.
Questa mattina il premier maltese Joseph Muscat ha incontrato a La Valletta il premier libico Al Serraji in un vertice bilaterale convocato nel tentativo di trovare una soluzione al traffico di essere umani. “Dobbiamo trovare accordi per la sicurezza di tutti i Paesi del Mediterraneo e parlare di come i migranti vengono trattati nel vostro Paese”, ha detto Muscat consapevole che la Libia non può essere considerato un porto sicuro e dunque nessuno stato europeo e nessuna Ong consegnerebbe migranti alle motovedette libiche.
“Siamo disponibili al dialogo ma dobbiamo valutare tutto passo dopo passo, abbiamo grossi problemi di stabilità politica”, ha risposto Al Serraji.
“L’Unione europea rilascia i suoi 49 ostaggi”. Così Sea Watch ha commentato su Twitter la notizia del via libera di Malta allo sbarco dei migranti fermi da giorni in mare.
“Dopo 19 giorni in mare – si legge nella nota – i nostri ospiti hanno trovato finalmente un porto sicuro. E’ una testimonianza di fallimento dello Stato, la politica non dovrebbe mai essere fatta a spese dei bisognosi.
Grazie a tutti quelli che erano con noi in questi giorni.
In questi giorni difficili abbiamo sentito forte il sostegno della società civile. Ringraziamo infinitamente @rescuemed, i sindaci italiani e la loro attivazione @leolucaorlando1 @demagistris, gli skippers, le ong, chi non ci ha lasciati soli offrendo supporto concreto”.
Anche gli sforzi del presidente della commissione europea per l’immigrazione Avramopoulos sono da tempo tesi a trovare una soluzione definitiva condivisa, un meccanismo automatico di redistribuzione dei migranti a prescindere dal porto di sbarco. Ma gli Stati membri nicchiano e dunque, ogni volta, tocca mettere insieme le singole disponibilità. Ieri Germania ha aumentato la sua disponibilità a 60 migranti, l’Olanda è ferma a 50, l’Italia prenderebbe una quindicina di persone e altri quattro paesi hanno acconsentito a prendere piccoli gruppi. Gli altri Paesi che hanno dato la disponibilità sono Francia, Portogallo, Irlanda, Romania e Lussemburgo. “In segno di buona volontà da parte di coloro che hanno riconosciuto le missioni di salvataggio effettuate da Malta nei giorni scorsi – ha precisato Muscat – altri 131 migranti già a Malta saranno trasferiti in altri stati membri”. Gli altri resteranno a La Valletta e 44, provenienti dal Bangladesh, verranno rimpatriati.
Muscat ha sottolineato che Malta ha dato il via libera allo sbarco nonostante “il caso delle navi Sea Watch 3 e Prof Albrecht Penck è avvenuto fuori dalle zone di responsabilità di Malta” perché “non eravamo le autorità responsabili e non eravamo il porto sicuro più vicino”. La Valletta ha sollevato la questione di altri 249 migranti salvati da Malta e attualmente sull’isola. “Durante il nostro impegno con la Commissione Ue per la risoluzione di questa crisi (dei 49 sulle navi di Sea Watch e Sea Eye ndr.), abbiamo ricordato a tutti che Malta ha salvato unilateralmente altre 249 persone in mare, le cui vite erano chiaramente in pericolo.
Queste missioni sono avvenute in zone in cui Malta è responsabile: abbiamo allora sottolineato che non ha senso che un meccanismo di solidarietà ad hoc venga applicato solo nel caso in cui viene negato un porto sicuro, mentre quando gli Stati membri rispettano i loro obblighi vengono ignorati”, ha detto Muscat, che ha ringraziato Commissione Ue per avere coordinato gli sforzi per arrivare a una soluzione. “Ribadisco, come già fatto, che questo caso non deve costituire un precedente e ho la rassicurazione che ciò non accadrà da parte delle istituzioni europee”. “Tutti, Stati membri e ong – ha aggiunto – dovrebbero seguire le regole appropriate, piuttosto che agire di propria iniziativa aspettandosi che gli altri risolvano i problemi che vengono creati”.
Intanto su Twitter il Commissario Ue per le Migrazioni, Dimitris Avramopoulos dichiarava: “Sono felice che i nostri sforzi per far sbarcare i migranti a Malta abbiano portato risultati e che tutti coloro che sono a bordo vengono sbarcati adesso. Elogio Malta per avere consentito questo sbarco e gli Stati membri che hanno mostrato solidarietà attiva accettando i migranti”.
La Repubblica
9 gennaio 2019