Finalmente arriva il via libera allo sbarco!


la Repubblica


Dopo 19 giorni gli 83 migranti che si trovavano ancora a bordo della nave Open Arms sono sbarcati a Lampedusa. Ieri la procura di Agrigento aveva disposto il sequestro della nave e l’evacuazione immediata delle persone a bordo, autorizzando quindi lo sbarco: Open Arms era ferma da una settimana in attesa di ricevere l’autorizzazione a entrare nel porto e i migranti a bordo si trovavano in una situazione sempre più precaria, tra attacchi di panico e tentativi di raggiungere la terra a nuoto.


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The Spanish humanitarian ship ?Open Arms?, with migrants on board, arrives in Lampedusa island, southern Italy, 20 August 2019.
ANSA/ELIO DESIDERIO
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La procura di Agrigento ha disposto il sequestro della nave della Open Arms ferma davanti a Lampedusa e l’evacuazione immediata dei profughi a bordo, ormai meno di un centinaio tra i quali molte donne.

Lo sbarco è avvenuto in serata accolti dal canto di “Bella ciao” da parte di turisti ed attivisti che si erano raccolti al porto. Intanto sono arrivati a Lampedusa i 47 migranti tunisini soccorsi dalla Guardia costiera al largo dell’isola proprio mentre la Procura disponeva il sequestro della nave Open Arms.

La decisione arriva dopo la visita del procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, a bordo della nave e l’annuncio della Spagna di aver disposto l’invio di una nave militare per prendere a bordo i migranti e portarli in Spagna. L’iniziativa spagnola è ora inutile perché, appunto, la Open Arms dopo il sequestro sarà trasferita al porto di Licata e il provvedimento è già stato notificato. Già domani, dopo l’evacuazione dei circa 90 migranti a bordo, la nave potrà essere portata dove si trovano già le navi Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans e Sea watch, che sono state sequestrate in passato.

La decisione di Patronaggio è stata presa al termine di un vertice che si è svolto alla Capitaneria di Porto di Lampedusa tra il procuratore, che aveva portato a bordo con sé uno staff di medici, e i vertici della Capitaneria. Il sequestro della nave Open Arms disposto dalla Procura di Agrigento è un sequestro preventivo. Oltre all’inchiesta per sequestro di persona avviata nei giorni scorsi sulla base di esposti della ong spagnola, i magistrati hanno aperto un fascicolo a carico di ignoti per omissione e rifiuto di atti d’ufficio.

Il ministro dell’Interno Salvini, in diretta Facebook, ha commentato: “Se qualcuno pensa di spaventarmi con l’ennesima denuncia e richiesta di processo, si sbaglia. Sarebbe una beffa che mentre abbiamo convinto la Spagna a mandare una nave, qualcuno in Italia sta lavorando per farli sbarcare adesso e magari processare il ministro dell’Interno che testardamente continua a difendere i confini del Paese”. A smentire in parte le parole di Salvini la dichiarazione della ministra della Difesa spagnola, Margarita Robles, che aveva sottolineato la decisione di inviare una nave dicendo che la Spagna “non guarderà dall’altra parte come Salvini”.

Il quotidiano spagnolo El Pais riporta che la decisione della Procura italiana è arrivata pochi minuti dopo la partenza della nave che il governo spagnolo aveva inviato per portare i migranti a Maiorca. In mattinata infatti, mentre la situazione a bordo della Open Arms, al suo diciannovesimo giorno di attesa a mezzo miglio da Lampedusa, si era fatta sempre più insostenibile, la Moncloa aveva fatto sapere che aveva deciso l’invio di una nave militare per recuperare i migranti e portarli a Maiorca. L’esecutivo aveva dichiarato che la nave sarebbe partita alle 17 dalla base di Rota, a Cadice e avrebbe impiegato tre giorni di viaggio per arrivare a Lampedusa e portare poi i migranti a Maiorca, nelle Baleari.

Questa mattina intanto altri migranti si sono gettati in mare nel disperato tentativo di raggiungere terra. Prima un uomo, recuperato dalla Guardia Costiera, si è buttato di nuovo in acqua pur di non fare ritorno a bordo della nave. E dopo il tentativo di altri 9 migranti, recuperati più tardi salle motovedette, hanno continuato a buttarsi anche altri per raggiungere a nuoto la riva dell’isola, a circa 700 metri. Momenti di tensione che i bagnanti hanno ripreso con i telefonini dal costone di Cala Francese, a una ventina di metri dal livello del mare, da dove si vede bene la nave della ong spagnola che dista appena 800 metri. Ieri sera le otto evacuazioni di emergenza più un accompagnatore.

Altri due migranti sono stati poi evacuati dalla Open Arms per motivi sanitari nel pomeriggio, dopo che il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio ha lasciato la nave. I due sono stati caricati su una motovedetta della Capitaneria e trasferiti al molo Favarolo. Dalle 8 di stamani sono complessivamente 17 i migranti che hanno lasciato la nave della Ong: prima uno di loro si è tuffato in mare, cercando di raggiungere cala Francese; poi altri 9 e ancora altri 5. Infine l’ennesima evacuazione medica per motivi sanitari.

I nove sono poi stati portati a terra, al molo di Lampedusa e sono stati allertati i medici del poliambulatorio che hanno visitato anche l’uomo che stamane per prima si era lanciato in mare. La situazione resta molto tesa.
Una volta che si gettano in mare, i migranti sono da considerare a tutti gli effetti dei naufraghi e come tali per le autorità, in questo caso italiane, scatta l’obbligo di soccorso previsto dal diritto internazionale del mare.

Il fondatore di Opena Arms Oscar Camps aveva accusato in mattinata: “La situazione comincia ad assomigliare a quella di un centro di detenzione libico”. Domenica altri quattro migranti si erano gettati in acqua ed erano stati recuperati dai volontari della ong.
A descrivere la situazione ormai al limite raggiunta sulla nave è lo psicologo e psicoterapeuta di Emergency: “Spazi ristretti, promiscuità e diverse provenienze culturali vanno ad aggravare la condizione di vita ormai giunta al limite”. Nella relazione è spiegato come l’evacuazione dei 27 minori ha prodotto in chi è rimasto a bordo “una profonda tristezza con conseguenti comportamenti di chiusura, isolamento e mutismo”. Depressione ma anche rabbia e agitazione con alcune donne che, quando quattro migranti si sono gettati in mare nel tentativo di raggiungere a nuoto l’isola di Lampedusa, hanno reagito con “attacchi di panico e profonda sofferenza chiedendosi perché questa violenza insostenibile e assurda si perpetrasse nei loro confronti”.

Nel frattempo ha raggiunto in poche ore oltre 6 mila firme, la campagna online ”Fateli scendere!” lanciata dagli avvocati di Mga, il sindacato nazionale forense, su Change.org. Chiedono “al ministro dell’Interno Matteo Salvini di consentire immediatamente lo sbarco delle persone a bordo della Open Arms nel porto di Lampedusa; e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio, di farsi portatori presso il ministro dell’Interno delle ragioni e dei principi dell’ordinamento italiano”.

20 agosto 2019

La Repubblica

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