Fao: i biocombustibili minacciano la sicurezza alimentare nel mondo


La redazione


«È troppo facile per qualcuno stare seduto alla sua scrivania in Svizzera e dare consigli all’Africa o al Brasile. Dovrebbe venire qui e mettere i piedi nel fango, per capire come viviamo, la quantità di terra che abbiamo, il nostro potenziale di produzione». Le parole del presidente brasiliano sono state viste, rilevano gli osservatori, come una risposta al relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto all’alimentazione, Jean Zigler, il quale ha definito la produzione massiccia di biocombustibili di origine vegetale «un crimine contro l’umanità».


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Fao: i biocombustibili minacciano la sicurezza alimentare nel mondo

La Conferenza per l'America Latina della Fao, il Fondo delle Nazioni Unite per l'agricoltura e
l'alimentazione, ha formulato ieri un avvertimento sugli effetti della produzione di biocombustibili (carburanti ottenuti attraverso la trasformazione di sostanze vegetali) sulla sicurezza alimentare. Il timore è che la coltivazione estensiva di queste sostanze sottragga risorse all'agricoltura a scopo alimentare. Il comitato tecnico della trentesima Conferenza, in corso a Brasilia, ha varato un documento in cui si raccomanda ai Governi che le loro «politiche pubbliche in materia di biocombustibili considerino prioritaria l'inclusione della
dimensione del diritto all'alimentazione e la sicurezza alimentare della popolazione, pecialmente nei suoi settori più vulnerabili». Il testo è stato concordato fra i trentatré Paesi nella zona America del sud e Caraibi, che partecipano alla Conferenza, dopo tre giorni di delibere. Nella dichiarazione si precisa comunque che «il comitato riconosce la complessità dei temi in esame e la necessità di studiarli più in profondità, per ottimizzare le potenziali opportunità derivanti dalla produzione di bioenergia e minimizzare i possibili rischi per
la sicurezza alimentare e l'ambiente». Inoltre nel testo si riconosce che la realtà geografica ed economica della regione è molto diversificata: ci si propone dunque di disegnare una mappa della «capacità bioenergetica di ogni Paese e delle possibilità che offre per la produzione di biocombustibili». La dichiarazione stabilisce anche che è ancora «prematuro» che ogni nazione della regione elabori un suo «codice volontario di condotta» per la produzione di biocombustibili. Il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, ha difeso, dal canto suo, la produzione di biocarburanti nel suo Paese. «Non ha accetto più questa contrapposizione fra biocombustibili e alimenti» ha detto. «È troppo facile per qualcuno stare seduto alla sua
scrivania in Svizzera e dare consigli all'Africa o al Brasile. Dovrebbe venire qui e mettere i piedi nel fango, per capire come viviamo, la quantità di terra che abbiamo, il nostro potenziale di produzione». Le parole del presidente brasiliano sono state viste, rilevano gli osservatori, come una risposta al relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto all'alimentazione, Jean Zigler, il quale ha definito la produzione massiccia di biocombustibili di origine vegetale «un crimine contro l'umanità». Le dichiarazioni di Zigler sono state diffuse da un'emittente tedesca lo stesso giorno in cui iniziava la trentesima Conferenza latinoamericana della Fao. Il presidente brasiliano, che oggi ha visitato i lavori del vertice, ha ribadito l'auspicio che di alimentazione «si discuta con razionalità, e non a partire dalla logica dell'Europa». Secondo Luiz Inácio Lula dal Silva, il prezzo mondiale degli alimenti si ridurrà se aumenta la roduzione. «Quello che bisona fare, invece di piangere, è produrre alimenti», ha dichiarato. Poi ha aggiunto: «Il Brasile può offrire molto perché dispone di quattrocento milioni di ettari preparati per l'agricoltura e altri sessanta milioni di ettari di terreno degradato che possono essere recuperati». Il presidente brasiliano ha quindi ribadito che non accetterebbe mai di produrre
combustibile a base di soia, dicendosi contrario all'uso di cereali o altri vegetali commestibili per la produzione di carburante, ma ha anche rilevato che i due usi delle piante non devono essere visti come opposti, né che uno debba escludere l'altro.

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