Famiglie più povere, donne e giovani penalizzati nel lavoro: fotografia dell’Istat
Redattore Sociale
Rapporto Istat 2012 sulla situazione del paese. I salari sono fermi da 20 anni, si riduce sempre di più la capacità di risparmiare. Quattro giovani su 10 a casa con i genitori. Solo un terzo delle donne ha un reddito.
Salari fermi da 20 anni, riduzione progressiva della capacità di risparmio, donne penalizzate nel lavoro e giovani che restano in casa sempre più a lungo. E’ la fotografia scattata dal Rapporto 2012 dell’Istat sulla situazione del paese. Ecco alcuni dei dati principali contenuti nel Rapporto.
Povertà. Peggiora la condizione delle famiglie numerose: una su tre è povera. Oltre 1,8 milioni i minori che vivono in famiglie relativamente povere, quasi il 70% al Sud. Crolla la capacità di risparmio: mai così basso dal 1990.
Lavoro. I salari sono fermi da 20 anni: sono rimasti invariati tra il 1993 e il 2011. Occupazione femminile: a due anni dalla nascita di un figlio, 1 donna su 4 occupata non ha più lavoro, ma grazie al part time negli ultimi 18 anni risultano più donne impiegate.
Welfare. Per ogni disabile i comuni spendono 2.700 euro l’anno. Per quelli residenti nel Sud la cifra è di circa otto volte inferiore a quella del Nord-est (667 euro l’anno contro 5.438). Spesa sanitaria: tra il Nord e il Sud scarto di 500 euro pro capite: si va dai 2.191 euro per la provincia autonoma di Bolzano ai 1.690 della Sicilia.
Immigrazione. Uno straniero su cinque è romeno. Cresce la popolazione cinese, marocchini al terzo posto. Dal 1992 più che raddoppiati i matrimoni misti: più di 25 mila nel 2010 (11,5% di tutte le celebrazioni). Ucraini e brasiliani si sposano per diventare italiani. I nati in Italia da almeno un genitore straniero sfiorano i 105 mila nel 2010, quasi un quinto del totale delle nascite, dieci volte di più rispetto al 1992. Aumentano contemporaneamente le “seconde generazioni”, ovvero i minori stranieri residenti: 993 mila nel 2010 (il 21,7% del totale dei cittadini stranieri residenti). Ne consegue che la presenza nelle scuole di alunni con cittadinanza straniera e’ in costante crescita: nell’anno scolastico 1994/1995 risultavano iscritti meno di 44mila stranieri, valore inferiore a sei studenti ogni mille, nel 2010/2011 si arriva a quasi 711 mila, vale a dire 79 su mille.
Giovani. A partire dal 2008 il tasso di disoccupazione dei 18-29enni ha avuto un’impennata raggiungendo il 20,2% nel 2011, facendo registrare la massima distanza dal 1993 con il tasso di disoccupazione complessivo (8,4%). Nel 2011 i Neet (15-29enni che non studiano e non lavorano) sono 2,1 milioni. La quota dei Neet è più alta nel Mezzogiorno, 31,9%, un valore quasi doppio di quello del Centro-nord, con punte massime in Sicilia (35,7%) e in Campania (35,2%). I giovani restano “figli” sempre più a lungo, tra 25 e 34 anni quattro su dieci vivono ancora nella famiglia d’origine. Il 45% dichiara di restare in famiglia perchè non ha un lavoro e/o non può mantenersi autonomamente. Si dimezza in vent’anni la quota di giovani che escono dalla famiglia per sposarsi.
Famiglia. Negli ultimi venti anni le famiglie italiane sono passate da 20 a 24 milioni, mentre i componenti sono scesi da 2,7 a 2,4. Ne consegue che aumentano le persone sole, le coppie senza figli e le famiglie monogenitore. I matrimoni sono in continua diminuzione, poco più di 217 mila nel 2010, nel 1992 erano circa 100 mila in più. Chi si sposa sempre più spesso sceglie il rito civile, soprattutto al Nord (48 % dei matrimoni) e al centro (43%). Sono aumentati invece i matrimoni misti: dal 1992 risultano più che raddoppiati. Sono quadruplicate in venti anni le libere unioni: sono oltre sette milioni.
Anziani. L’aumento della sopravvivenza e la bassa feconditaà contribuiscono a una maggiore presenza di ultrasessantenni. Attualmente si contano 144 persone di 65 anni e oltre ogni 100 con meno di 15: una proporzione che era di 97 a 100 nel 1992. Gli uomini in media vivono 79,4 anni e le donne 84,5.
Fonte: www.redattoresociale.it
23 maggio 2012