Facciamo qualcosa per la Campagna: "Un futuro senza atomiche"


La redazione


"Un futuro senza atomiche" non esiste in quasi nessuno dei siti visitati. Gli organizzatori dichiarano: "Sarebbe frustrante arrivare alla fine di marzo con un fallimento. Avremmo pensato di lanciare l’8 dicembre come giornata nazionale della raccolta firme per la Campagna".


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Facciamo qualcosa per la Campagna: "Un futuro senza atomiche"

Carissime amiche, carissimi amici,

il 24 luglio scorso a Roma alla Corte di Cassazione c'era molto entusiasmo e voglia di spenderci per "Un futuro senza atomiche".
Siamo partiti con la campagna il 30 settembre con due firme importanti, quelle dei sindaci di Aviano e di Ghedi.
Stanno nascendo iniziative un po' ovunque in Italia, per lo più promosse da persone che singolarmente vengono a conoscenza della campagna, ma che si trovano in difficoltà per tutte le formalità da adempiere. Per loro, un sostegno da parte delle vostre associazioni potrebbe essere di grande aiuto.
Molti delle associazioni promotrici si erano ripromesse di far tesoro dell'esperienza e
dell'impegno dei comitati per "l'acqua bene comune".
Ma c'è un problema che presenta una difficoltà insormontabile.
La segretaria della campagna "Un futuro senza atomiche", non ricevendo nessuna
comunicazione, è andata a sbirciare nei siti delle organizzazioni e associazioni
promotrici: quasi nessuna dà indicazioni sulla campagna stessa o dice come sta
impegnandosi.
"Un futuro senza atomiche" non esiste in quasi nessuno dei siti visitati.
Vi scriviamo questa lettera fuori dalla newsletter perché vorremmo una comunicazione cordiale, ma molto esplicita e sincera. Finora le firme raccolte sono proprio poche (circa 4000 in un mese, e non ancora certificate). La campagna ha anche dei costi di stampa, segreteria, pubblicità e siamo già in rosso.
Nel frattempo è partita anche un'altra campagna di raccolta firme contro le servitù
militari, che vede impegnate alcune delle organizzazioni promotrici di questa contro le atomiche?
Conviene essere chiari fra noi. Tutti siamo molto impegnati. È meglio che ci diciamo se vogliamo spenderci e raccogliere almeno le 50.000 firme, o se invece riconoscere che non abbiamo energie da impegnare per questo. Sarebbe solo frustrante arrivare alla fine di marzo con un fallimento, è meglio per tutti
confrontarci e prendere le opportune decisioni prima.
Se non approfitteremo delle feste natalizie per i banchetti nelle piazze, sarà ben
difficile riuscirci dopo. Il clima generale non è a nostro favore né per il problema
(l'atomica è lontana dagli interessi immediati e presenta una realtà troppo grande) né per la situazione sociale (preoccupazioni per il quotidiano, paura per la violenza, situazioni di precariato).
Sappiamo che come segreteria dobbiamo migliorare di molto il sito: www.unfuturosenzatomiche.org
Francesco Vignarca e Mario Pedrazzoli, che l'hanno seguito finora, sono attualmente in difficoltà, avendo sempre meno tempo a disposizione.
Il sito avrebbe bisogno di una tempestività quotidiana; avreste qualche persona da proporre?
Tenendo conto di tutto, che pensate sia possibile e opportuno fare? Ci diamo una scossa o prendiamo atto e chiudiamo?
Avremmo pensato di lanciare l'8 dicembre come giornata nazionale della raccolta firme per la Campagna. E' un sabato, festivo: e si tratta del 20mo anniversario della firma degli accordi tra Reagan e Gorbaciov che portarono allo smantellamento degli Euromissili.
Sappiamo che per Milano sarà un problema (lungo ponte di S. Ambrogio), ma per il resto dell'Italia, secondo voi, può essere un'occasione buona?

Per la Segreteria, Albino Bizzotto e la segretaria Sandra Murgia.

Per informazioni: www.unfuturosenzatomiche.org

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