F35: Non ci crede più nessuno, a parte l’Italia
Fabio Pipinato - unimondo.org
L’Italia sembra esser rimasta una delle pochissime nazioni a non rinunciare al costosissimo supercaccia militare. Pur conscia che le risorse sono limitate e le priorità ben altre come le guerre del pane che dilagano ai nostri confini, paradossalmente, risparmia sul civile e nulla sul militare.
Ormai i paesi che credono ancora al progetto F35 in Europa sono al lumicino. Ma la notizia è che anche negli Stati Uniti non v’è più certezza alcuna. Il Ministro della Difesa, Robert Gates taglierà 178 miliardi in 5 anni infliggendo un duro colpo al programma dell'F-35, il caccia invisibile di ultima generazione di Lockeed-Martin. Il Jet, cui sono interessate anche le forze armate italiane, non sarà pronto prima dell'inizio del 2016. Alla luce del ritardo nel programma, al posto degli F-35 nei prossimi 3 anni gli Usa acquisteranno 41 F/A-18 di Boeing. Un modello assolutamente meno tecnologico e più economico. Gates è scettico in particolare sulla versione 'B' dell'F-35 per i Marines.
L’Italia sembra esser rimasta una delle pochissime nazioni a non rinunciare al costosissimo supercaccia militare. Pur conscia che le risorse sono limitate e le priorità ben altre come le guerre del pane che dilagano ai nostri confini, paradossalmente, risparmia sul civile e nulla sul militare.
La compagnia di bandiera Alitalia, nel pieno delle trattative sull’estradizione di Battisti, rinuncia all’acquisto del Superjet russo, l'aereo regionale prodotto da Sukhoi e Finmeccanica, optando per 20 nuovi velivoli della brasiliana Embraer in leasing. Lo ha detto l'Ad della compagnia aerea italiana, Rocco Sabelli. La consegna degli Embraer è certa: sarà fra il 2011 e il 2012 mentre per la consegna di Battisti non vi sono novità. Ma non è sul civile che la società civile chiede di risparmiare ma sul militare. Come documentato da Gianni Alioti della CISL il costo per l’acquisto di 131 F35 sta lievitando a 18 miliardi di euro. Una cifra ormai fuori controllo.
Ma non è finita. Anche tra i militari vi sono forti dubbi al progetto. Andiamo, una volta tanto, ad indagare le loro ragioni, a prescindere dalla nostra Costituzione e dal diritto internazionale.
L'F-35 è al centro di roventi polemiche dopo i wargame simulati tenuti da esperti dell'aviazione australiana. I test hanno mostrato come il velivolo potrebbe venire surclassato dai modelli russi e cinesi già attualmente sul mercato (prospettiva preoccupante per un aereo che dovrebbe rimanere in servizio fino al 2050).
Esperti del settore quali Pierre Sprey e Winslow Wheeler ("padri" dell'F-16 Falcon) lo hanno ampiamente castigato per il suo alto carico alare (paragonabile a quello dell'F-105 Thunderchief), per il gap peso/potenza in configurazione da "attacco al suolo" (in deficit di circa tre tonnellate) e la tendenza a perdere lo status di "invisibilità radar" se viene caricato con più di due tonnellate di bombe (carico addirittura inferiore a quelli portati dai jet degli anni '70).
A conferma della tesi di Pierre Sprey e Winslow Wheeler vi sono anche i risultati dell'esercitazione "Pacific Vision 2008" in cui è stato simulato il confronto fra una forza di F-35 e F-18 "Super Hornet" con una flotta avversaria dotata di Sukhoi Su-35 russi e Chengdu J-10 cinesi, che ha visto gli F-35 soccombere in massa alle macchine avversarie.
Si. Parliamo della Sukhoi – la stessa fabbrica russa alla quale abbiamo detto picche per il civile, s’è dimostrata più forte anche in campo militare del decantato F35. Ma noi “sistema Italia” continuiamo a credere che l’F35 sia un buon progetto. Nonostante tutto. E, per questo, si metterà mano ai portafogli. Di tutti noi.
Fonte: Unimondo.org
13 gennaio 2011