Etiopia, l’asfalto minaccia la via del sale della Dancalia
Rita Plantera
Per secoli e secoli carovane di cammelli hanno trasportato lastre di sale attraverso il deserto della Dancalia. Ora rischiano di sparire con la costruzione di nuove strade.
Per secoli carovane di cammelli hanno trasportato lastre di sale attraverso il deserto della Dancalia – uno dei posti più bassi sotto il livello del mare e con una temperatura media annua di almeno 34 gradi C – per venderle nei villaggi etiopi.
Generazioni di mercanti che di giorno vagano ore e ore sotto il sole e la notte si appostano in qualche canyon lungo il tragitto, per estrarre, aiutandosi con zappe e asce tradizionali, il sale dal vasto bacino desertico e lavorarlo manualmente prima di affidarlo alle rotte commerciali di tutta l’Etiopia.
Lungo un’immensa piana salina di circa 200 km verso l’altopiano etiopico, con carovane composte anche da migliaia di dromedari, per raggiungere Mekele il capoluogo della regione del Tigray – a più di 600 km dalla capitale etiope Addis Abbeba – la vecchia via del sale, che da secoli resiste a condizioni climatiche impervie, potrebbe non resistere però alle leggi del mercato e dello sviluppo tecnologico.
I fieri lavoratori del sale guardano con sospetto alla strada asfaltata che ha ridotto da cinque a tre ore la distanza tra la città di Mekele a quella di Berahile, a due giorni di cammello quest’ultima dai maggiori depositi di sale dell’Etiopia nella regione dell’Afar. La stessa colata di asfalto che collegherà Berahile con il villaggio di Dallol, nel nord dell’Etiopia, e aprirà le porte alle compagnie minerarie e quindi a tecniche di estrazione e di trasporto più veloci.
Per le comunità locali, per le quali il commercio del sale costituisce la principale fonte di sostentamento, il progresso e il profitto che verrà significheranno cambiamenti epocali e radicali che coinvolgeranno anche i magici paesaggi fatti di saline, geyser fumanti e vulcani. Con un’economia basata fondamentalmente sull’agricoltura, che rappresenta circa il 46% del prodotto interno lordo (PIL) e occupa l’85% della forza lavoro su una popolazione di quasi 94 milioni di abitanti, l’Etiopia tutta rappresenta un “nuovo” mercato per gli investimenti stranieri.
Per la Depressione della Dancalia il processo è cominciato più o meno negli ultimi quattro anni, quando la rete elettrica e telefonica è stata ampiamente estesa a Berahile e nel 2010 è stata fondata la Berahile Salt Association che compra il sale dalle carovane e lo vende ai camion che lo commerciano. In vista, un cambiamento culturale che in nome del profitto investirà uno tra gli ultimi e più suggestivi microcosmi della terra.
Fonte: Nena News
29 maggio 2013