Emergency a Roma contro la guerra
Peace Reporter
Da Roma Emergency lancia la dichiarazione di pace alla guerra.
Roma, Piazza Navona. Dal cuore Barocco di Roma, dalla piazza del Bernini e del Borromini, Emergency lancia la dichiarazione di pace alla guerra. Sì, una dichiarazione di pace, perché neanche contro la guerra si può usare quella parola che risuona come una bestemmia. Emergency denuncia l'ultima guerra – giusta o umanitaria così come la politica la fa passare – dichiarata alla Libia. Perché non esiste una guerra che sia giusta e nemmeno umanitaria. Sul palco, campeggiano le parole di Albert Einstein: "La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire". Si deve abolire.
In un momento in cui sembra che la guerra contro la Libia sia la soluzione, neanche un'opzione; in un momento in cui, paradossalmente, il centro-sinitra sorpassa a destra il centro-destra, in migliaia hanno risposto all'appello di Emergency lanciato solo dieci giorni fa. E in tanti, gli amici di Emergency, hanno accettato l'invito di Cecilia e Gino Strada per spiegare perché no, alla guerra; per urlare contro l'orrore. Lo si è fatto attraverso l'energia fresca e dirompente degli Assalto Frontale e di Frankie HI-NRG, la delicate note della Casa del Vento, la satira schietta e devastante di Andrea Rivera e Dario Vergassola passando per l'indignazione di Vauro; con le denunce di Massimo Zucchetti contro l'uso delle armi chimiche, all'uranio impoverito che letteralmente distruggono la materia umana sulla voce emozionata e rotta dal pianto di una giovane tunisina che ha ricordato la solidarietà del suo popolo mostrata ai libici in fuga dalla guerra; attraverso il racconto fatto da una cittadina aquilana con immagini cieche sul silenzio squarciante che soffoca la città del terremoto. Perché anche là è in corso una guerra, con tanto di militari, zone off limits e coprifuoco.
E poi Moni Ovadia, Maurizio Landini e tanti altri che hanno fatto da cassa di risonanza alle parole, agli scritti, di Bertrand Russell, Albert Einstein, Tiziano Terzani, Virginia Wolf e Hannah Arendt, che forse, considerata l'imperitura efficacia dei loro moniti, avranno qualche ragione in più di coloro "che hanno scelto ancora una volta la via della guerra" imponendola in nome di interessi economici e finanziari di un ristrettissimo numero di persone.
Fonte: PeaceReporter
2 aprile 2011