Elezioni amministrative: ai candidati chiediamo di…
La redazione
I nuovi amministratori locali avranno molte cose da fare per renderci la vita migliore. Ecco alcuni degli impegni che si devono assumere. Documento del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani.
per costruire le città dei diritti umani
Giorgio La Pira, sindaco
Chi si candida a gestire e amministrare la sua comunità è chiamato a rispondere, davanti ai cittadini, alle seguenti domande:
1. In che modo il Comune ci può aiutare a fronteggiare la crisi?
2. Come può il Comune far crescere la cultura della convivenza e delle pari opportunità?
3. In che modo il Comune può difendere e attuare i diritti umani nella mia città?
4. In che modo il Comune può proteggere l’ambiente, salvaguardare i “beni pubblici comuni” e valorizzare il nostro patrimonio culturale?
5. In che modo il Comune può costruire la pace e la giustizia nel mondo?
1. In che modo il Comune ci può aiutare a fronteggiare la crisi? Come può aiutare i cittadini a sentirsi meno soli? Come può contrastare l’aumento della povertà, della disoccupazione, del disagio sociale e dell’emarginazione?
Il Comune deve:
1. stanziare un fondo a sostegno delle famiglie bisognose, di almeno 5 euro ad abitante, andando così ad aiutare i nuclei famigliari in situazioni di reale povertà;
2. prevedere l’esenzione dell’addizionale Irpef per tutti redditi sotto i 12.000 euro annui, andando così ad aiutare tutte le pensioni minime ed i redditi bassi;
3. realizzare, con fondi governativi, nuove case in edilizia residenziale pubblica, da offrire con affitti sociali;
4. definire politiche di accompagnamento, inclusione e sicurezza sociale, individuando i bisogni e le priorità della propria comunità, rivedendo il sistema di servizi sociali locali e assicurandone la corretta ed efficiente gestione in stretta collaborazione con le forze sociali e le organizzazioni della società civile;
5. adottare le misure necessarie per proteggere i gruppi di cittadini più vulnerabili e non autosufficienti (disoccupati, precari, anziani, persone sole,…);
6. aprire le porte della città ai giovani con programmi concreti;
7. creare percorsi strutturati di partecipazione dei cittadini alle scelte del Comune in materia di Urbanistica, Lavori pubblici, Piano dei Servizi,…;
8. sostenere le esperienze degli sportelli lavoro, delle Agenzie di sviluppo e della riqualificazione professionale;
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2. Come può il Comune far crescere la cultura della convivenza e delle pari opportunità?
Il Comune deve:
1. distribuire a tutti i ragazzi e le ragazze delle scuole la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani;
2. consegnare a tutti i e le diciottenni la Costituzione Italiana, primo bene comune del nostro Paese;
3. contrastare attivamente ogni forma di razzismo e di discriminazione nella città, a partire dall’accesso ai servizi sociali e sanitari;
4. sviluppare una politica di dialogo interculturale agendo prioritariamente nell’educazione dei giovani alla conoscenza, rispetto e comprensione dell’altro, attraverso programmi finanziati anche con i fondi per il Diritto allo Studio;
5. promuovere ogni anno la Festa dei Popoli, la festa delle culture e delle religioni presenti sul proprio territorio;
6. promuovere la “festa del condominio” in collaborazione con le associazioni e i gruppi attivi;
7. promuovere politiche di accoglienza, dialogo e integrazione degli immigrati presenti sul territorio, realizzare corsi di lingua italiana sostenendo al contempo lo sviluppo delle culture d’origine, implementare attività di mediazione linguistica e culturale;
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3. In che modo il Comune può difendere e attuare i diritti umani nella mia città?
Il Comune deve:
1. scrivere l’Agenda politica locale dei diritti umani (ad ogni diritto corrispondono azioni concrete positive e politiche pubbliche) con la collaborazione di tutte le persone, gruppi e organizzazioni della società civile responsabile che lavora per l’effettivo riconoscimento dei diritti umani;
2. costruire l’infrastruttura locale dei diritti umani, ovvero dotarsi degli uffici e degli organi necessari per operare concretamente ed efficacemente per l’effettività dei diritti umani;
3. combattere l’illegalità, la corruzione e le mafie; coinvolgere le categorie economiche in una politica di prevenzione e contrasto al racket e all’usura; destinare a fini sociali i beni confiscati alle organizzazioni mafiose se essi sono presenti sul territorio del Comune e sostenere le associazioni e le cooperative che in essi vi operano;
4. prestare attenzione specifica e immediata alle vittime dei reati ad esempio mediante la stipulazione di una convenzione con una o più compagnie assicurative che preveda l’intervento immediato di uno psicologo e di persone in grado di riparare i danni subiti dai beni di proprietà della vittima;
5. adottare le misure necessarie per favorire la piena integrazione nella vita della città delle persone con disabilità;
6. riconoscere il diritto di voto amministrativo ai cittadini immigrati residenti da almeno 5 anni;
7. favorire e sostenere le organizzazioni della società civile impegnate nella promozione e nella difesa dei diritti umani, dal quartiere all’Onu, sviluppando, nel rispetto dell’autonomia, la progettazione comune.
8. definire tempi certi e ampi di ascolto dei cittadini da parte del Sindaco e degli Assessori;
9. dotarsi di strutture permanenti a difesa dei diritti umani come il Difensore Civico, la Commissione contro le discriminazioni, l’Ufficio per le Pari Opportunità, l’Ufficio per la pace e i diritti umani, il Consiglio Comunale dei Ragazzi;
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4. In che modo il Comune può proteggere l’ambiente, salvaguardare i “beni pubblici comuni” e valorizzare il proprio patrimonio culturale?
Il Comune deve:
1. applicare le norme e attuare una politica di promozione della trasparenza dei comportamenti della pubblica amministrazione nella gestione di tutte le fasi del ciclo del contratto pubblico di appalto;
2. mantenere il controllo pubblico sulle reti dell’acqua, attraverso società a controllo pubblico;
3. promuovere iniziative per il rispetto, il risparmio e l’uso responsabile dell’acqua;
4. aumentare nel Piano di Governo del Territorio i metri-quadrati di verde pubblico per ogni cittadino, attraverso lo strumento della perequazione;
5. piantare un albero per ogni neonato;
6. aderire alla rete delle Agende 21 Locali per uno sviluppo sostenibile;
7. inserire nei bandi di gara per gli acquisti e per la ristorazione i prodotti verdi, bio ed equosolidali;
8. aumentare i km di piste ciclabili della propria città;
9. aumentare la raccolta differenziata dei rifiuti;
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5. In che modo il Comune può costruire la pace e la giustizia nel mondo?
Il Comune deve riconoscere le proprie responsabilità e strutturare il proprio impegno per la pace e i diritti umani per agire in rete sul proprio territorio, a livello nazionale, in Europa e nel mondo:
1. approvare la dichiarazione di “Città per la pace e i diritti umani”, inserire la norma “pace-diritti umani” nello Statuto comunale e aderire al Coordinamento nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani partecipando alla definizione e realizzazione delle sue attività. Tra queste ci sono: Marcia per la pace Perugia-Assisi; programma “La mia scuola per la pace”; programma “100 città per la pace in Medio Oriente”; Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per e con l’Africa; progetto “Assemblea dell’Onu dei Popoli”; Campagna contro la povertà per gli “Obiettivi di Sviluppo del Millennio”; Campagna per l’eliminazione delle armi nucleari “Le città non sono bersagli”;
2. dotarsi, nell’ambito dell’infrastruttura locale dei diritti umani, delle strutture permanenti necessarie per promuovere l'educazione alla pace, ai diritti umani, alla legalità e alla giustizia, la diplomazia delle città e la cooperazione internazionale come: un Assessorato per la pace e i diritti umani; un apposito Ufficio operativo collegato all’assessorato; i relativi capitoli di bilancio per la pace, i diritti umani e la cooperazione internazionale; un comitato o una consulta con le associazioni del territorio, ecc;
3. definire un piano annuale di attività concrete insieme alle organizzazioni della società civile presenti sul territorio e al Coordinamento nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani;
4. contribuire allo sviluppo della “diplomazia delle città” per prevenire e risolvere i conflitti, per sradicare la povertà, per promuovere l’Alleanza delle civiltà e il dialogo tra i popoli e le culture diverse;
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Questo documento presenta alcuni degli impegni che dovrebbero essere assunti da chi si candida a gestire e amministrare la tua comunità. Si tratta di iniziative concrete già realizzate da altri amministratori locali negli ultimi anni. Esse possono essere adattate, integrate e sviluppate secondo le esigenze della tua comunità. Sono state scritte pensando alle città e ai Comuni ma, con i dovuti accorgimenti, valgono ugualmente per le Province.
Questo documento è stato elaborato dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani nell’ambito della campagna “Costruiamo le città dei diritti umani” promossa insieme a Tavola della pace, Libera, Strada Facendo, Cnca, Gruppo Abele e Avviso Pubblico.
Se decidi di utilizzare questo documento nella tua città o provincia, se hai delle proposte per integrarlo e svilupparlo, inviaci il tuo contributo. Costruiamo INSIEME le città dei diritti umani!
Ci trovi al Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani via della Viola 1 (06100) Perugia – tel. 075/5722479 – fax 075/5721234
email: info@entilocalipace.it – www.entilocalipace.it – www.perlapace.it