Election day: vogliamo candidati trasparenti
Riparte il futuro
Al via la nuova grande campagna promossa da Libera e Gruppo Abele in collaborazione con Avviso Pubblico, Mafia Nein Danke, Libera France e Anticor. Ai candidati alle elezioni europee e amministrative si chiede l’impegno alla trasparenza.
In occasione dell’election day del prossimo 25 maggio che eleggerà i nuovi parlamentari europei, i sindaci di oltre 4000 comuni, i presidenti di due regioni (Abruzzo e Piemonte) prende il via la nuova grande campagna di Riparte il futuro (www.riparteilfuturo.it) promossa da Libera, e Gruppo Abele in collaborazione con Avviso Pubblico, Mafia Nein Danke, Libera France e Anticor, che si rivolge ai tutti i candidati delle elezioni europee e delle amministrative per chiedere impegni stringenti di trasparenza, integrità e responsabilità per sconfiggere la corruzione. A tutti i candidati sindaci, governatori e parlamentari europei i promotori della campagna chiedono una candidatura trasparente rendendo pubblici il curriculum vitae, la propria condizione reddituale e patrimoniale, l’eventuale presenza di conflitti d’interesse, la propria situazione giudiziaria. Gli elettori devono conoscere per scegliere e la trasparenza è il primo antidoto per fermare la corruzione. Ai candidati al Parlamento europeo, tramite la proposta “Restarting the future”, sostenuta in Germania dall’associazione Mafia Nein Danke e in Francia da Anticor e Libera France, viene chiesto di impegnarsi, nei primi 150 giorni della nuova legislatura qualora eletti, a costruire un Intergruppo contro la corruzione e la criminalità organizzata, con tre obiettivi specifici: la ricostituzione della Commissione speciale sul crimine organizzato, la corruzione e il riciclaggio di denaro (CRIM), che dovrà occuparsi di verificare il recepimento della direttiva sulla confisca e riuso dei beni alla criminalità organizzata e proporne l’estensione ai corrotti; la promozione di una direttiva per la tutela di chi denuncia episodi d’illegalità a cui assiste (whistleblowing) e rompere così il muro dell’omertà; l’istituzione del 21 marzo come “Giornata europea della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”. Per le elezioni amministrative Libera, Gruppo Abele e Avviso pubblico chiedono a tutti i candidati sindaci di mettere in cima alla propria agenda la lotta alla corruzione. La petizione è rivolta in particolare ai candidati sindaci dei Comuni capoluogo di Provincia e a quelli che superano i 50mila abitanti e prevede l’adozione, entro i primi 100 giorni della consiliatura, della delibera “trasparenza a costo zero”, con precisi obiettivi: pubblicazione e diffusione dell’anagrafe di tutti gli eletti, completa e digitale; totale rispetto della normativa sulla trasparenza economica; adozione di un Codice etico comunale stringente, la Carta di Pisa; organizzazione di una Tavola pubblica per la trasparenza, a cui partecipano istituzioni e cittadinanza; diffusione, per i Comuni che ne sono destinatari, di informazioni e dati aperti sull’assegnazione e la gestione dei beni confiscati. Riparte il futuro, forte dei circa 500mila sostenitori già attivi, lancia quindi una nuova sfida al mondo della politica, europea e locale. Oltre ad essere una battaglia di civiltà, che vuole far ripartire le migliori energie del Paese e della buona politica, la campagna è uno strumento diverso, aperto alla partecipazione di tutti. Per le elezioni europee e amministrative di maggio 2014 Riparte il futuro replicherà l’esperienza innovativa delle politiche del 2013, offrendo agli elettori italiani la possibilità di esprimere un voto consapevole e informato. Sul sito della campagna www.riparteilfuturo.it saranno raccolte le adesioni di tutti i candidati che si impegnano di fronte ai cittadini firmatari a rispettare gli impegni richiesti. Il sito si trasformerà in un vero e proprio database dove gli elettori potranno reperire tutte le informazioni su chi si candida a rappresentare il Paese in Europa e a chi si offre di guidare le amministrazioni locali. Il simbolo dell’adesione sarà ancora una volta il “braccialetto bianco”, che rappresenta la campagna e l’impegno di chi la sottoscrive fin dalle elezioni politiche del 2013.
LA CORRUZIONE E LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA IN EUROPA
I dati raccolti nella relazione finale della commissione Crim, adottata dal Parlamento europeo il 17 settembre 2013, sono impressionanti: il fenomeno della criminalità organizzata costerebbe all’Europa un abbassamento del PIL del 4-5% mentre sono ben 3.600 le organizzazioni criminali internazionali censite nel territorio dell’Unione europea. La corruzione accomuna tutti gli Stati la politica dell’Unione deve dedicare maggiore attenzione al tema. È quanto emerge, in particolare, dalla prima relazione della Commissione Europea sulla corruzione (EU Anti-corruption Report , febbraio 2014), che analizza il fenomeno in tutti i 28 Stati membri. Il rapporto mette nero su bianco un altro dato che deve far riflettere: la corruzione costa all’economia europea 120 miliardi di euro l’anno, l’1% del PIL comunitario, poco meno del budget annuale dell’Ue. Dai dati dell’Eurobarometro 2013 sulla percezione e sulle esperienze dirette di corruzione dei cittadini europei, emerge che il 76% ritiene che la corruzione sia un fenomeno diffuso nel proprio Paese. La maggiore percezione si registra in Grecia (99%), Italia (97%), Lituania, Spagna e Repubblica Ceca (95%). Il 73% degli europei pensa che la corruzione sia il mezzo più immediato per ottenere alcuni servizi nel proprio Paese, con picchi in Grecia (93%), Cipro (92%), Slovenia e Croazia (89%).
L’ITALIA A RISCHIO
Tra il 2010 e il 2013 è stato registrato in tutte le regioni italiane un peggioramento globale degli indici di corruzione percepita e richiesta. La situazione è comunque molto eterogenea: secondo una ricerca del Quality of Government Institute, per la voce “corruzione percepita e richiesta” a realtà virtuose al di sotto della media europea (Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Friuli) si alternano regioni molto al di sopra, figurando tra le zone più corrotte di tutta l’Unione (Campania, Calabria, Molise, Puglia, Lazio). In questo quadro svolgere con onestà e correttezza il ruolo di amministratore locale è sempre più spesso a rischio. Nel 2013 sono stati 351 gli atti di minaccia e di intimidazione nei confronti degli amministratori locali e dei funzionari pubblici, censiti nell’ultimo Rapporto di Avviso Pubblico. Si parla di una media di 29 intimidazioni al mese, praticamente una ogni giorno. Rispetto al 2010, anno in cui è stato redatto il primo Rapporto, si registra un aumento del 66% dei casi, che risulta distribuito tra 18 regioni, 67 province e 200 comuni. Per il 2013, con il 21% dei casi censiti, la Puglia supera quello che negli anni precedenti era stato il triste primato della Calabria, al terzo posto con il 19% dei casi, preceduta dalla Sicilia, con il 20% dei casi. A livello provinciale, il maggior numero di atti intimidatori e di minaccia è stato registrato nella provincia di Palermo.
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