Egitto: scontri tra manifestanti e polizia, tre morti
Globalist
Proteste dei Fratelli Musulmani in risposta alla decisione del governo di inserire il movimento tra le organizzazioni terroristiche. Più di 250 arresti, rischiano l’ergastolo.
Tre morti, decine di feriti tra i manifestanti e le forze dell’ordine e almeno 265 arresti tra i Fratelli Musulmani. E’ il bilancio degli scontri avvenuti ieri in tutto l’Egitto al termine della preghiera del venerdì, dopo che il governo egiziano – insediatosi nel luglio scorso con un colpo di stato ai danni del presidente eletto Mohammed Morsi – ha dichiarato la Fratellanza “organizzazione terroristica”.
Le proteste, divenute ormai croniche nell’Egitto che fatica a uscire dalla transizione del post-Mubarak, sono state organizzate nella mattinata di ieri da membri dei Fratelli Musulmani e da alcune fazioni islamiste in risposta alla decisione dell’esecutivo di inserire il movimento nella lista nera delle cellule terroristiche, dopo che un’autobomba piazzata nella sede della polizia della città di Mansura, a nord del Cairo, ha causato 16 morti e un centinaio di feriti il 24 dicembre scorso. Nonostante i Fratelli Musulmani abbiano condannato l’attacco, rivendicato invece da una cellula jihadista della penisola del Sinai.
Un manifestante è stato colpito a morte da un proiettile nella città di Damietta, sul Delta del Nilo, mentre a Minya, roccaforte islamista a sud del Cairo, c’è stata una seconda vittima. In un corteo al Cairo è stata uccisa una terza persona, mentre nell’Università di al-Azhar la polizia lanciava lacrimogeni contro gli studenti che protestavano. Nella città di Ismailiya, sul Canale di Suez, la Reuters ha riferito di aver sentito sparatorie mentre i manifestanti lanciavano fuochi d’artificio e sassi contro i poliziotti, che a loro volta lanciavano lacrimogeni.
I 256 manifestanti arrestati rischiano dai cinque anni all’ergastolo, a causa della dura legislazione appena promulgata dal nuovo governo, organo “di facciata” della giunta militare restaurata: vietato manifestare senza l’autorizzazione della polizia. E dopo l’inserimento dei Fratelli Musulmani tra le organizzazioni terroristiche, i manifestanti arrestati potrebbero essere giudicati sotto la legge anti-terrorismo. E restare in carcere a vita, mentre i loro leader rischiano la pena di morte.
Fonte: http://www.globalist.it
28 Dicembre 2013