Egitto: riflessioni sulle Presidenziali
Paolo Gonzaga - nena-news.globalist.it
Shafiq rappresenta quelli che la rivoluzione non l’hanno mai digerita, e anche molti che dopo un anno e mezzo di “strategia della tensione” all’egiziana, ora desiderano un uomo forte.
I risultati del primo turno delle presidenziali egiziane che terminano con il ballottaggio tra il candidato dei Fratelli Musulmani , Mohammed Mursy, e quello dell’Esercito e del vecchio regime Ahmed Shafiq, hanno stupito molti, anche se in realtà c’è poco da meravigliarsi: hanno vinto gli unici due candidati che avevano alle loro spalle una organizzazione vera e propria, un apparato, e non un semplice comitato elettorale come é accaduto a tutti gli altri candidati. I Fratelli Musulmani che hanno una macchina organizzativa, sociale, politica e religiosa potentissima, radicata fino al più piccolo villaggio egiziano ed hanno organizzato una campagna capillare in sostegno al loro candidato Mohammed Mursy. La base ha obbedito alle indicazioni del vertice mettendosi al lavoro senza troppe domande. I milioni di militanti di cui ancora gode la Fratellanza si sono spesi per Mursy nonostante la sua totale mancanza di carisma, i ricchi business-men della Fratellanza, a partire da Khayrat Shater hanno messo mano al portafoglio, consentendogli la campagna più ricca dopo quella di Ahmed Shafiq. I quartieri popolari sono stati invasi di banchetti della Fratellanza dove si regalava a piene mani, carne, latte, verdura, beni di prima necessità oltre al volantino elettorale di Mursy mentre gli imam delle migliaia di migliaia e migliaia di moschee sparse per tutto l’Egitto esortavano a votare per Mursy, minacciando punizioni divine. Il risultato é che Mursy ha preso più voti di tutti, superando il suo rivale diretto, il ben più noto candidato islamista moderato Abul Futtuh, distanziando il celebre e posato ex segretario della Lega Araba Amr Moussa, così come tutti gli altri concorrenti più o meno celebri. Mursy é partito davvero da zero, non suscitava entusiasmo nemmeno negli ambienti islamisti e tra i Fratelli Musulmani stessi, ritenuto un gregario essenzialmente, veniva chiamato da tutti con ironia e un certo disprezzo , “il ricambio” (“al istiban”, che é in arabo significa proprio il pezzo di ricambio di un auto, di uno strumento) a causa della sua candidatura come eventuale sostituto del primo candidato espresso dai Fratelli e poi estromesso, Khayrat Al Shater. Quindi i Fratelli Musulmani nonostante il notevole calo di consenso subito, che viene calcolato del 20% dai giornalisti del quotidiano indipendente “Masr el Youwm” , da quando sono entrati in Parlamento- flessione che si esplicita in particolare nelle campagne del Delta, storiche roccaforti islamiste dove Mursy é andato molto male- si dimostrano ancora come l’unica forza realmente radicata in tutto il territorio. Una forza disciplinata e obbediente che si é attivata in ogni sua cellula, un esercito politico-religioso, che con impegno e dedizione si é dedicato alla vittoria di Mursy. Mohammed Badi’e, la Guida Suprema dei Fratelli Musulmani ha dimostrato all’Egitto di essere la guida della prima e unica organizzazione nel paese, oltre appunto all’Esercito vero e proprio.
Le elezioni, a doppio turno hanno visto poi entrare al ballottaggio assieme a Mursy, il militare Ahmed Shafiq, che ha piuttosto inaspettatamente eliminato i candidati più favoriti nei sondaggi. Shafiq é il candidato dei militari ed espressione del vecchio regime. Già in carica per quattro giorni durante la rivoluzione e poi cacciato a furor di piazza, Ahmed Shafiq politicamente rappresenta i tanti nostalgici di Mubarak e del suo sistema di potere, di buona parte della “maggioranza silenziosa”, nostalgica di un Egitto senza scioperi né manifestazioni, con la Polizia che reprimeva ogni minimo dissenso…Shafiq rappresenta quelli che la rivoluzione non l’hanno mai digerita, e anche molti che inizialmente erano entusiasti per la fine di Mubarak, ma dopo un anno e mezzo di “strategia della tensione” all’egiziana, ora desiderano un uomo forte. Inoltre Shafiq é stato fortemente supportato dai copti più timorosi dell’avanzata islamista e da tutti coloro che erano terrorizzati dai partiti e dai candidati islamici. Shafiq nella sua campagna ha insistito molto sul tema dell’insicurezza e si é presentato come il rappresentante dell’unica istituzione che poteva dare garanzie di stabilità e sicurezza all’Egitto, l’Esercito. L’altro candidato Amr Moussa, era il suo competitore nell’ambito dello stesso target di elettorato laico, ferocemente anti-islamista, vicino al vecchio regime….ma Moussa é stato percepito come meno duro contro gli islamisti e perciò non é stato premiato.
Un’altra considerazione importante rispetto alla mancata affermazione di Abul Futtuh é stato il tradimento dei salafiti, i cui leader avevano invitato a votare per lui, ma la cui base ha invece votato per Mursy. Lo stesso leader delle ex-jamaat islamiyya, fondatore con i suoi “fratelli” del partito “Bin’a wa Tanmiya” (Costruzione e Sviluppo) che corse con il blocco salafita alle elezioni parlamentari, si é scusato pubblicamente con Abul Futtuh per quello che lui stesso ha definito un “tradimento” da parte dei salafiti verso Abul Futtuh stesso. Probabilmente é stato un grosso errore per Abul Futtuh accettare l’”endorsment” dei salafiti, da “Hizb an-Nur” a “Hizb al ‘Asala” a “Bin’a wa Tanmiya”, alle organizzazioni informali ma potentissime come “Salafi da’wah” (lett. “Propaganda salafita”), perché i loro militanti hanno in gran parte preferito Al Mursy che parlava esplicitamente di applicazione della shari’ah in Egitto e si é presentato come il candidato islamico. Al contrario Abul Futtuh era molto più vago sul rapporto con la shari’ah, e non si dichiarava esponente della corrente “islamista” (al tayyar al islami) avendo in realtà basato la sua campagna sulla figura dell’”uomo normale”, il “Presidente di tutti gli egiziani”, che portava in sé le istanze di giustizia sociale dei rivoluzionari di Piazza Tahrir per la sua militanza storica nelle opposizioni egiziane, le istanze islamiche per la sua vita politica nei Fratelli Musulmani sin dalla gioventù, quelle liberali per la visione economica basata sul libero mercato e la concorrenza privata…..troppi volti in un uomo solo.
Abul Futtuh era diventato, dopo il ritiro di El Baradei, uno dei candidati principali dei giovani rivoluzionari, e di molti laici e personalità della sinistra, ma a causa dell’appoggio dei salafiti ha perso molti di questi voti e supporto laico, rivoluzionario…..voti che poi si sono trasferiti in gran parte sulla piacevole sorpresa di queste elezioni: lo storico oppositore socialista Hamdiin Sebbahi , che per pochissimo non é andato al ballottaggio, davvero inaspettatamente, soprattutto per il budget molto limitato in confronto ai due candidati più votati.
Questo risultato elettorale é stato anche chiamato da parte della stampa egiziana “la rivincita delle campagne”. Come già accennato infatti le zone del Delta, le campagne di Gharbiyya, Sharqiyya, storicamente roccaforti degli islamisti, e perfino l’oasi di Fayum dove salafiti e Fratelli hanno sempre dominato, hanno visto prevalere nettamente Ahmed Shafiq. I contadini, i “fellahin” hanno votato per l’ex-regime, i Fratelli Musulmani hanno perso molta popolarità, percepiti ormai come parte del nuovo regime e nuovo partito di potere. Nuovo potere che sino ad ora viene accusato di non aver fatto altro che peggiorare le condizioni di vita di una popolazione già povera, ma che dal post-Mubarak, a causa dello stato di rallentamento dell’economia si é ritrovato a dover affrontare una ancor maggiore crisi economica, oltre che di sicurezza pubblica …. Inoltre bisognar registrare anche un altissimo tasso di voto di scambio, esercitato sia da Ahmed Shafiq che da Mohammed Mursy e dai Fratelli Musulmani che nei giorni di campagna consegnavano pacchi e pacchi di cibo e generi di conforto assieme al volantino elettorale. Altri candidati come ‘Amr Moussa, si giovavano di volontari che venivano pagati anche 180 lire egiziane al giorno (più o meno 25 euro, cifra non indifferente nell’Egitto di oggi). Se Hamdiin Sebbahi, che aveva tra i budget più bassi di tutta la campagna, avesse avuto qualche risorsa finanziaria in più, molto probabilmente ora parleremmo di tutt’altro…… Il tema delle pari opportunità di accesso alla politica é un tema che dovrà essere discusso in Egitto, in una nascente democrazia, dove non si può lasciare che la politica sia fatta con cosa?
Queste elezioni sono un’altra sconfitta per i rivoluzionari, per chi sogna un Egitto migliore, più democratico e dove i diritti umani siano finalmente rispettati e introiettati nel profondo delle coscienze della popolazione. Purtroppo si é ancora all’inizio e quindi sono stati fatti gli errori più banali….ma l’importante é diffondere un certo tipo di cultura…..una cultura basata sui diritti, il rispetto della dignità umana di ogni cittadino o cittadina. La possibilità che Shafiq possa riprendere il posto di presidente d’Egitto vengono già esorcizzate in questi giorni con scontri e con l’assalto al suo quartier generale.
Ora il ballottaggio si svolgerà tra il 16 e 17 Giugno, nel caso vincesse Ahmed Shafiq c’è la seria possibilità di forti tensioni, perché difficilmente islamisti e rivoluzionari accetterebbero il ritorno di un uomo di Mubarak.
Fonte: http://nena-news.globalist.it/
1 Giugno 2012