Egitto, conferenza per ricostruzione Gaza
Repubblica.it
Sharm, al via summit per Gaza "Aiuti solo se sarà la pace". Alla conferenza internazionale 71 paesi e 16 organizzazioni. Obiettivo: ricostruire la Striscia. Dall’Italia 23 milioni di euro.
GAZA – In un'atmosfera di incertezza e timore si è aperto questa mattina a Sharm el Sheikh, nota località turistica egiziana sul Mar Rosso, la conferenza internazionale per la ricostruzione di Gaza.
Il presidente egiziano, Hosni Mubarak, ha aperto i lavori del summit al quale partecipano 71 paesi e 16 organizzazioni internazionali. Per l'Italia sono presenti il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e il ministro degli Esteri, Franco Frattini, per gli Stati Uniti il segretario di Stato, Hillary Clinton, per l'Onu il segretario generale, Ban Ki-Moon, che oggi, in un intervento su Repubblica, ribadisce che soltanto con una "tempestiva" ricostruzione di Gaza e un cessate il fuoco "duraturo" si potranno compiere i primi passi verso "una pace piena e globale tra Israele e i suoi vicini arabi".
Fortemente voluto dal Cairo – più che mai attivo nel ruolo di mediatore fra le fazioni palestinesi, e fra Hamas e Israele – il vertice si pone l'obiettivo di raccogliere in un giorno solo 2,8 miliardi di dollari, come richiesto dall'autorità nazionale palestinese, e di arrivare al raggiungimento di una tregua stabile tra la Striscia e Tel Aviv.
L'Italia, ha detto Berlusconi, stanzierà 23,2 milioni di euro per Gaza. In tutto, ha spiegato il premier prima dell'apertura dei lavori, l'impegno italiano è di circa 50 milioni "ovvero 25 stanziati alla conferenza di due anni fa e 23,2 che stanziamo adesso, poi vediamo in corso d'opera".
L'autorevolezza dell'appuntamento di oggi, però, appare minata su diversi fronti, a partire dalla stabilità e dalla sicurezza del paese ospite. Solo una settimana fa, il terrorismo ha colpito di nuovo l'Egitto e in particolare uno dei luoghi simbolo del turismo internazionale di passaggio al Cairo: il mercato di Khan el Khalili, nel cuore della vecchia Cairo, dove ha perso la vita una turista francese di 17 anni. Era dall'aprile del 2005 che la capitale egiziana non era toccata da attentati, mentre l'ultimo atto sanguinario a segnare il Sinai risaliva al 2006, a Dahab: un breve lasso di tempo in realtà, eppure sufficiente a rassicurare i circa 13 milioni di visitatori che ogni anno visitano la terra dei faraoni.
La conferenza per la ricostruzione di Gaza potrebbe avere esiti insoddisfacenti anche per la diversità di obiettivi e strategie dei partecipanti, che negli ultimi giorni si sono mossi in ordine sparso nella regione euro-mediterranea. Ha destato non poche perplessità la visita di oggi nella Striscia di Gaza dell'inviato del quartetto (Stati Uniti, Unione Europea, Russia, Nazioni Unite) in Medio Oriente, Tony Blair, percepita dai media arabi come un passo tardivo e maldestro: dal giugno 2007, infatti, cioè da quando il movimento per la resistenza islamica Hamas ha assunto il controllo della Striscia, in coincidenza con la nomina di Blair, l'inviato speciale non aveva mai visitato l'enclave palestinese. Ciascuno per conto proprio, invece, i singoli membri del quartetto hanno fatto sentire la propria presenza nell'area.
E' probabile che oggi la comunità internazionale non riuscirà ad esprimersi con una voce sola e che di fronte a una platea composta da Capi di Stato, ministri degli esteri, leader di organizzazioni internazionali a emergere sarà invece la nuova amministrazione americana. La conferenza per Gaza potrebbe insomma trasformarsi in un palcoscenico, un trampolino per il nuovo corso statunitense nella zona euro-mediterranea. Si attende ora di capire quanto spazio di manovra lascerà agli Stati Uniti – impegnatisi per 900 milioni di dollari di aiuti a Gaza – la Russia di Dimitri Medvedev, interessata a recuperare la propria influenza nell'area.
Fonte: Repubblica.it
2 marzo 2009