E Sarkozy lancia ufficialmente l’Unione per il Mediterraneo


Repubblica.it


Successo dell’iniziativa del presidente francese. Nasce l’Upm. Ne fanno parte 43 paesi. Solo la Libia resta fuori. "Il sogno diventa realtà". All’ingresso alla cena di gala Berlusconi chiede e ottiene "O sole mio".


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E Sarkozy lancia ufficialmente l'Unione per il Mediterraneo

PARIGI – Passi avanti sulla strada della pace in Medio Oriente e nascita ufficiale dell'Unione per il Mediterraneo. Nicolas Sarkozy è riuscito nella doppia impresa e, al termine del vertice di 43 stati che ha visto l'incontro (decisamente positivo) tra Olmert e Abu Mazen, il presidente francese ha annunciato il varo del nuovo organismo internazionale. La sigla sarà Upm: "Abbiamo sognato tanto e ora il sogno diventa realtà – ha detto Sarkozy – E' stato un grande onore avere tutti i Paesi delle due sponde, uno straordinario consesso, gli arabi erano seduti assieme a Israele ed è stato un grande momento", ha spiegato il presidente francese.

Sarkozy ha poi precisato che "il summit si terrà ogni due anni, mentre i ministri degli esteri si riuniranno ogni anno". In realtà, il presidente francese aveva cercato di costruire un organismo più ristretto limitato ai Paesi che si affacciano sulle rive del mare. Ma l'Europa del Nord, Germania in testa, si è opposta portando a un allargamento che, inevitabilmente, renderà tutto meno specifico e, probabilmente, meno efficace.

La giornata si è conclusa con una cena di gala. All'ingresso, Silvio Berlusconi si è esibito in un "numero" dei suoi. Al suo arrivo davanti al palazzo il Cavaliere si è diretto verso il direttore della banda e, in un breve conciliabolo gli ha fatto la sua richiesta. Subito, l'orchestra ha preso a suonare "O sole mio". Allora il premier ha preso sottobraccio il sottosegretario con delega per il Mediterraneo, Stefania Craxi e, sulle note della famosa canzone partenopea, ha fatto il suo ingresso alla cena di gala.

Ecco, comunque, i principali punti dell'intesa sull'Upm sottoscritta oggi a Parigi

Strategia: i 43 firmatari (i 27 dell'Ue, più Algeria, Egitto, Israle Giordania, Libano, Marocco, Mauritania, Siria, Tunisia, Turchia, Autorità palestinese, Albania, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Monaco) sono "uniti" in una comune ambizione, quella di "costruire insieme un futuro di pace, democrazia, prosperità, comprensione umana, sociale e culturale".

Sei progetti regionali. L'Upm vuole "tradurre" i suoi obiettivi in "progetti regionali concreti" e i firmatari dell'accordo hanno convenuto oggi a Parigi di dare la priorità a sei di queste "iniziative chiave", che sono state enumerate dal presidente francese, Nicolas Sarkozy, nella conferenza stampa finale.
Si tratta del disinquinamento del Mediterraneo, la costruzione di autostrade marittime e terrestri per migliorare le fluidità del commercio fra le due sponde del Mediterraneo, il rafforzamento della protezione civile visto anche l'aumento dei rischi regionali legati al riscaldamento dell'ambiente, la creazione di un piano solare mediterraneo, lo sviluppo di un'università euromediterranea, già inaugurata a Portoroz, in Slovenia, e un'iniziativa di sostegno alle piccole e medie imprese.

Organizzazione. I partecipanti hanno convenuto di organizzare un vertice ogni due anni, alternativamente nell'Unione europea e in uno dei Paesi partner. L'Ump avrà una co-presidenza, che sarà garantita al Sud per due anni non rinnovabili da un Paese scelto da quelli del sud. Per il Nord, le regole dovranno rispettare i trattati europei, ma i particolari organizzativi sono stati rinviati a novembre, così come la scelta della sede. Egitto e Francia saranno i primi due co-presidenti. Un segretariato generale sarà incaricato di gestire i fondi e controllare i progetti. Le strutture del nuovo organismo dovranno essere operative "prima della fine dell'anno". L'Upm potrà finanziare i suoi progetti attraverso diverse fonti, dalla partecipazione del settore privato al prelievo dal budget europeo, dal contributo dei partner o di paesi terzi o dalla Banca europea di investimento.

Fonte: Repubblica.it

13 luglio 2008 

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