E’ quasi guerra fra Siria e Turchia. Bombardamenti incrociati, vittime
Michele Giorgio, Il Manifesto
Ieri cinque civili uccisi da proiettili siriani in un villaggio turco, pesante risposta di Ankara che attacca “obiettivi militari”, con numerosi morti. Il governo turco chiede al parlamento l’autorizzazione a compere operazioni militari in territorio siriano. Solidarietà della Nato, oggi riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
L’artiglieria turca ha sparato a due riprese, ieri nel tardo pomeriggio e poi di nuovo nella notte, contro obiettivi in territorio siriano, in risposta all’uccisione di cinque cittadini turchi nel villaggio di confine di Akcakala, dove sono caduti alcuni colpi di mortaio sparati dalla Siria. Secondo notizie non confermate ufficialmente, da parte siriana ci sarebbero diverse vittime. Per oggi è convocato il Consiglio di sicurezza dell’ONU e nella notte si è svolta anche una riunione d’emergenza della Nato a Bruxelles, che ha espresso solidarietà alla Turchia (paese membro dell’Alleanza) e condannato la Siria per le “flagranti violazioni delle leggi internazionali”. E’ probabile che anche il Consiglio di sicurezza dell’ONU esprima posizioni analoghe, anche se forse più sfumate. Il Segretario delle Nazioni unite Ban Ki-moon, sollecitato dal ministro degli esteri turco, ha espresso preoccupazione affermando che la vicenda “dimostra come il conflitto in Siria minaccia non solo la sicurezza del popolo siriano ma anche quella dei vicini”. Per finire – e rendere più pesanti le prospettive – il governo turco ha chiesto al parlamento di Ankara l’autorizzazione a compiere operazioni armate al di fuori dei confini nazionali, cioè dentro il territorio siriano.
Non è comunque molto chiara la dinamica degli incidenti di ieri. Altre volte colpi di artiglieria sparati dall’esercito siriano nel corso di scontri con i ribelli vicino al confine (oltre il quale i ribelli hanno delle basi) sono caduti in territorio turco, suscitando proteste: in questa occasione i colpi – in realtà non si sa da chi sparati: Damasco sostiene di aver ordinato un’inchiesta – avrebbero ucciso cinque civili, una madre e i suoi quattro figli, presenti nel villaggio nonostante da tempo le autorità di Ankara avessero fatto sgombrare la zona per precauzione. La risposta turca è stata un bombardamento massiccio contro “obiettivi militari identificati con radar”
Fonte: http://www.ilmanifesto.it
4 ottobre 2012