E’ morta Maricica. Oggi l’autopsia


Corriere.it


Un pugno, un atto di violenza che ha portato alla morte della donna 32enne. La madre di Burtone: si è sentito minacciato, venderemo la casa per risarcire la famiglia della donna.


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E' morta Maricica. Oggi l'autopsia

ROMA – Lunedì l’autopsia. Lunedì il carcere. Sono le prossime tappe del caso Anagnina, dal nome della stazione metropolitana dove l’8 ottobre scorso un ventenne romano, Alessio Burtone, ha avuto una lite con Maricica Hahaianu, infermiera romena 32enne, aggredendola anche fisicamente con un pugno in pieno volto. La donna è morta al Policlinico Casilino dopo una settimana di coma. E domenica pomeriggio al capolinea della metropolitana si è riunita la comunità romena per una piccola veglia: fiori, candele e messaggi per l’infermiera uccisa che lascia marito e un bimbo di tre anni. I funerali verranno celebrati in Romania.

L’AUTOPSIA – Lunedì verrà eseguita l’autopsia per verificare le cause della morte e per capire perché c’era stato un miglioramento e poi un nuovo peggioramento delle condizioni di Maricica. Lo chiede la famiglia della donna, spiega l’avvocato Alessandro Di Giovanni: «Vogliono sapere tutto ciò che ha subito la loro cara, dall’aggressione, alla morte, per una loro serenità d’animo». Ai familiari, spiega il legale, «era stato quasi detto che le cose andavano bene, si era ripresa, c’era un miglioramento. Loro ora non condannano nessuno, non ce l’hanno con i medici ma aspettano l’autopsia per far chiarezza , hanno bisogno di riacquistare un minimo di serenità interiore». E l’avvocato anzi sottolinea che al riguardo «l’ufficio del pm ha dimostrato tutta l’attenzione al caso, ascoltando anche le nostre richieste e disponendo un collegio peritale». Al di là della famiglia, comunque era già stata la Procura di Roma a chiedere l’accertamento.

CARCERE? Ma lunedì è anche il giorno in cui l’aggressore di Maricica, il ventenne Burtone potrebbe entrare in carcere. Il gip aveva concesso al ragazzo gli arresti domiciliari, nonostante la richiesta della Procura. Ma dopo la morte dell’infermiera, la sua imputazione è cambiata ed ora Alessio Burtone è accusato di omicidio preterintenzionale e per questo la Procura di Roma è tornata a chiederne l’aggravamento della misura cautelare, ossia il trasferimento in carcere. «Spero che il giudice decida dopo l’autopsia», dice Fabrizio Gallo, avvocato di Burtone. «Io ritengo che il gip dovrà aspettare a concedere gli arresti all’esito dell’autopsia». La famiglia di Maricica ha puntato il dito verso le eventuali responsabilità dei medici, e questo cambierebbe anche le esigenze cautelari, la sua posizione non si aggraverebbe. Spero che si aspetti l’esito dell’autopsia anche per evitare ad Alessio il trauma del carcere se ci fossero altre responsabilità. Vogliamo solo che gli accertamenti siano a 360 gradi».

«SI E’ SENTITO MINACCIATO» – «Mio figlio ha fatto un gesto imperdonabile ma si è sentito minacciato, mi ha raccontato che questa donna era troppo sicura di sé». Queste le parole, a «Domenica In-L’Arena» condotta da Massimo Giletti, della madre di Alessio Burtone. «Mio figlio si è trovato in una situazione più grande di lui, probabilmente non si è reso conto di quello che ha fatto. Le sue colpe le pagherà, nessuno chiede sconti, ma ricordiamoci che è un ragazzo di vent’anni e non il mostro che tutti hanno descritto. Mi rendo conto che c’è un bambino che non ha più la madre e noi siamo disposti a risarcire il dolore di questa famiglia: abbiamo una piccola casa e siamo disposti a venderla», ha aggiunto la madre dell’aggressore. «Alessio mi ha spiegato quello che è successo prima del video: tornando da lavoro è entrato in un bar tabacchi e si è messo in fila, dietro di lui una donna non voleva rispettare la coda. Mio figlio quindi le ha detto “ma al paese tuo non la rispetti al fila?”, è stato a quel punto che la signora lo ha aspettato fuori dal tabacchi, lo ha insultato e aggredito fino a dirgli “ti faccio uscire il sangue dagli occhi”, ha concluso la madre di Burtone.

CAMERA ARDENTE – Verrà allestita a Roma, probabilmente mercoledì, la camera ardente per Maricica Hahaianu. Il marito della donna, Adrian Hahaianu, ha acconsentito infatti all’iniziativa del Comune di Roma, di cui si è fatta portavoce Ramona Badescu, attrice e consigliere del Comune per i rapporti con la comunitá rumena: «Ho parlato con lui e ha accettato la proposta, per dare la possibilità a tutti quelli che hanno conosciuto Maricica e anche ai comuni cittadini rimasti colpiti da quello che è accaduto di darle un ultimo omaggio prima che la salma venga riportata in Romania. Probabilmente la camera ardente verrà allestita entro mercoledì».

BOTTA E RISPOSTA GIRO-ALEMANNO – E intanto si scatena un botta e risposta tra il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro e il sindaco Gianni Alemanno. Per Giro infatti «Burtone non dovrebbe andare in carcere: non c’è pericolo né di fuga né tantomeno di inquinamento delle prove visto che tutto è stato registrato dalle videocamere e ora serve una precisa lettura dei fatti. Il ragazzo – spiega Giro – è responsabile di un atto gravissimo e dovrà pagare per quello che ha fatto. Ma il carcere non mi sembra in questo caso la soluzione migliore anche per la dinamica dell’episodio».
Immediata la risposta di Alemanno: «Con tutto il rispetto per l’amico Giro credo che le sue premure siano del tutto infondate. Alessio Burtone con il gravissimo gesto che ha commesso si è dimostrato un soggetto socialmente pericoloso che non merita di rimanere agli arresti domiciliari. Un atteggiamento di questo genere sarebbe visto da tutta la città di Roma come una pericolosa indulgenza, un atto di ingiustizia ed un esempio assolutamente negativo», conclude il sindaco della Capitale».
Giro ribatte: «Al sindaco Alemanno rispondo che al carcere deve poter esistere una alternativa. In seguito all’impennata dei suicidi nelle carceri di Roma e del Lazio denunciata a più riprese dal garante Angiolo Marroni e avendo ascoltato gli appelli dei familiari assai preoccupati per lo stato di prostrazione del ragazzo che ha confessato la sua paura del carcere, credo che debba esistere per ora una alternativa»

Fonte: Corriere.it

17 ottobre 2010

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