Drammatico appello dei profughi eritrei prigionieri: salvateci!
Radio Vaticana
“Siamo in una situazione terribile e stiamo rischiando la vita. Venite a salvarci!” E’ l’appello lanciato da uno dei profughi che si trova prigioniero dei trafficanti di uomini nel deserto del Sinai. A farsi interprete delle sue parole è don Mussie Zerai.
“Siamo in una situazione terribile e stiamo rischiando la vita. Venite a salvarci”. E' l'appello lanciato in diretta a Radio Vaticana da uno dei profughi – in totale oltre 200 – che da più di un mese si trova prigioniero dei trafficanti di uomini nel deserto del Sinai, al confine tra Egitto e Israele. A farsi interprete delle sue parole è don Mussie Zerai, sacerdote eritreo della diocesi di Asmara. Il flusso dei profughi attraverso l'Egitto verso Israele è aumentato di recente dopo gli accordi tra Italia e Libia, che impediscono alle imbarcazioni con immigrati di arrivare direttamente in Europa attraverso il Mediterraneo. Don Zerai ha inoltre riferito di aver avuto già due incontri alla Commissione Esteri della Camera, in cui ha sollecitato un intervento del Ministero dell'Interno italiano presso le autorità egiziane, le uniche che possono agire direttamente nel territorio interessato. L’intervista realizzata da Fabio Colagrande e don Mussie Zerai:
Com’è la vostra situazione?
“Siamo in una situazione terribile! Stiamo rischiando la vita… Ci sono nove persone che sono state picchiate selvaggiamente e che sono gravemente ferite; ma ci sono anche delle persone che si sono sentite male a causa della precaria situazione in cui viviamo: per la fame e per l’acqua che beviamo che, essendo un’acqua salata, sta creando problemi di salute”.
Don Mussie, vuole chiedergli se vogliono fare un appello alla comunità internazionale e al mondo, affinché ci sia una risposta umanitaria?
“Siamo incatenati. Siamo in una situazione veramente gravissima: sono tre giorni che non mangiamo. In questa situazione quello che noi chiediamo è che venga qualcuno a salvarci, prima che sia troppo tardi, prima che aumentino ancor di più i rischi per la nostra vita. Questo è l’appello che mi sento di fare”.
Don Mussie, la persona con la quale stiamo parlando è uno dei profughi eritrei che provengono dalla Libia?
Il ragazzo riferisce che, sì, provengono dalla Libia, ma in questo momento non riesce a parlare, non può parlare, perché c’è uno dei carcerieri che gli sta accanto e quindi non può raccontare tutto…
La sua speranza è quella di arrivare in Europa e chiedere il diritto d’asilo: questo può chiederglielo?
“Sì. Quello che noi vogliamo è chiedere asilo all’Europa, dove possono essere garantiti i nostri diritti”.
Fonte: Radio Vaticana
3 dicembre 2010