Dov’è la forte condanna europea di queste uccisioni?
Luisa Morgantini
23 Palestinesi uccisi e altri 55 feriti a Gaza dall’esercito israeliano. Luisa Morgantini dichiara: "Con tutto questo sangue, con tutte queste morti, nessuno può essere assolto per il proprio silenzio. Anche l’Unione Europea, così come la politica del Quartetto, sono responsabili e devono rompere questo silenzio".
“Ventitre Palestinesi uccisi e altri cinquantacinque feriti, bambini, donne e uomini, in soli due giorni dai raid israeliani: dove è la forte condanna europea di queste uccisioni?” – chiede Luisa Morgantini, Vice Presidente del Parlamento Europeo esprimendo la sua profonda preoccupazione sull’escalation di violenza di questi giorni in Palestina e Israele.
“E’ veramente sorprendente- ha aggiunto Luisa Morgantini- che l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea Javier Solana non abbia detto chiaramente che questa politica sta uccidendo ogni speranza per la pace e mina gli sforzi tenaci del Presidente Mahmoud Abbas e dal Primo Ministro Salam Fayyad di cercare sostegno e unità nel loro popolo esausto, occupato e assediato.
Solana, insieme all’intera Comunità Internazionale dovrebbero chiedere con forza al Governo Israeliano di fermare questa violenza e la punizione collettiva nei confronti della popolazione civile nella Striscia di Gaza e nella West Bank, così come riaffermare fermamente che ogni politica di espansione degli insediamenti sulla terra palestinese della Cisgiordania e di Gerusalemme Est deve essere immediatamente congelata: questi sono i passi urgenti e necessari per una pace giusta, come del resto ribadito dagli intenti di Annapolis.
Certamente, allo stesso tempo, i razzi dalla Striscia di Gaza sulla città israeliana di Sderot devono essere fermati: mirano ad uccidere la popolazione civile e sono un segno di impotenza e non di resistenza attuato da gruppi palestinesi estremisti. Inoltre condanno e provo dolore per il giovane volontario ecuadoriano, ucciso dal fuoco di un estremista palestinese, mentre stava lavorando in un kibbutz a Ein Hashlosha. Ma la tragedia si perpetua ogni giorno nella Palestina occupata: 17 palestinesi di Gaza sono stati uccisi dall’esercito israeliano in meno di quattro ore, molti altri sono morti nelle ore seguenti, inclusi civili e bambini, e non solo a Gaza ma anche nella West Bank.
Con tutto questo sangue, con tutte queste morti, nessuno può essere assolto per il proprio silenzio. Anche l’Unione Europea, così come la politica del Quartetto, sono responsabili e devono rompere questo silenzio, assumendosi le proprie responsabilità: porre fine all’assedio di Gaza, assicurare una protezione internazionale per la protezione della popolazione civile, sia palestinese che israeliana, lavorare per l’unità del popolo palestinese e per la fine dell’occupazione. Questa è la via per abbattere ogni azione militare intrapresa da estremisti palestinesi. Ma soprattutto, è tempo di fare pressioni sul Governo Israeliano per il rispetto delle parole date per la ricerca di pace e sicurezza: la sua politica attuale sta distruggendo invece ogni possibilità di pace e sicurezza per entrambi i popoli”.