Don Fabio Corazzina contro l’indifferenza
Floriana Lenti
Il portevoce e il coordinatore di Pax Christi ha offerto un altro angolo di visuale sul mondo che ci circonda: "Il binomio pace-giustizia è stato sostituito con pace-sicurezza".
Ricchezza, miseria, esclusione, condivisione… Questi sono stati gli argomenti che hanno animato l’incontro dibattito con uno che si potrebbe definire il “guru dei nostri tempi”: don Fabio Corazzina. Portavoce e coordinatore di Pax Cristi, sacerdote diocesano bresciano, all’ex Oratorio di SS. Annunziata, ha saputo carpire occhi ed orecchie del vasto pubblico partendo dall’importanza dei “diversi punti di vista, essenziali per avere un quadro più completo del mondo che ci circonda”.
“Si sente parlare di cancellazione del debito, di tasse, di Pil; siamo quotidianamente sottoposti a notizie che riguardano dati di ricchezza e povertà, ma difficilmente andiamo ad analizzare le basi di come possano verificarsi tali fenomeni, ma adesso ci proveremo…” ha introdotto Gabriele De Veris, organizzatore, insieme a Gianfranco Maddoli, del ciclo di incontri e conferenze che si tengono alla sede dell’Istituto Giancarlo Conestabile.
Con un proiettore e delle chiare spiegazioni, leggendo di tanto in tanto versi scritti da Don Milani, don Fabio Corazzina ha illustrato le varie “forme” di un mondo che cambia se si prendono in considerazione determinati “valori”, cioè: i continenti cambiano se si vaglia solo il quantitativo di persone che li abitano (così l’Africa diventa molto più grande della Cina e dell’America), oppure quanti anziani ci sono (ed in questo caso l’Europa è molto più estesa), oppure quanta gente vive con meno di 20 dollari al giorno (l’Africa praticamente è quasi invisibile, l’Europa rimane abbastanza grande).
Esperimenti visivi e verbali, quelli di don Fabio, che alla fine conducono ad un quadro interessante: “Si ha paura della povertà, il povero è diverso. Il binomio pace-giustizia è stato sostituito con pace-sicurezza. Ciò che distrugge maggiormente il mondo, la più grande arma di distruzione di massa rimane l’indifferenza”.
Pubblicato sul Corriere dell'Umbria
13 febbraio 2008