Discussione sulla violenza di piazza e di regime
Daniele Barbieri
Intervista di Daniele Barbieri ad uno studente – lavoratore che ha manifestato contro le politiche di Governo. Racconta: “Non sono un violento… I primi lacrimogeni della mia vita, ieri”.
“Teppista io? Macchè. I violenti sono loro. Ma se vuoi ti racconto tutto: i primi lacrimogeni della mia vita, i miei primi sassi tirati, la paura e la rabbia. Guarda ti dico proprio tuttoma a due condizioni. Che non dici il mio nome, quello è ovvio, e che alla fine rispondi tu a due mie domande. Ci stai? Bene”.
Conosco un pochino questo ragazzo che chiamerò Xyz. Di lui so per certo 4-5 cose che è interessante tenere presente leggendo questa specie di veloce intervista-racconto su cosa è successo ieri a Roma:
* Xyz non è un teppista, anzi: è persona impegnata nella solidarietà; ne ho chiesto conferma a chi lo conosce più di me;
* Xyz è studente e lavoratore (non dirò altro e comunque visto che io sono un giornalista di professione posso, anzi devo, “proteggere” le mie fonti);
* Xyz da poco tempo si appassiona di politica con tutta l’angoscia di chi sente che gli stanno rubando il futuro;
* Xyz e altri amici-amiche ieri sono andati a Roma senza bastoni o caschi, non avevano nessuna intenzione di fare quella che i giornalisti amano definire “guerriglia urbana”;
* Xyz non è un “conta balle” (lo conferma anche chi lo conosce meglio di me) e dunque mi pare un testimone interessante per capire qualcosa di più su ieri…
La parola allora a Xyz.
Bellissima manifestazione. Ci hanno dipinto come teppisti: eravamo quasi tutte persone pacifiche che si sono difese dalle aggressioni. Mi chiedi se c’erano gruppi organizzati, questi fantomatici Black Bloc? Non ho alcuna pratica di scontri in piazza ma per quel che ho visto, a parte qualche piccolissimo gruppo organizzato… tutte le persone che hanno tenuto il centro di Roma contro le cariche della polizia erano persone come me, visibilmente inesperte, senza caschi o altro . Persone che per la prima volta in vita loro hanno messo un’auto di traverso o cose del genere. E si vedeva. Ci chiedevamo l’un l’altro: “se dobbiamo fermare una carica tu sai come si fa una Molotov?”. E nessuno lo sapeva.
Mi chiedi se c’erano infiltrati cioè gente che ha fatto cose strane e dunque potevano essere poliziotti o provocatori come a Genova nel 2001? Non lo so, a Genova non c’ero e non ho pratica di queste cose. Penso che, come accade spesso, la polizia e i carabinieri infiltrano qualcuno. E sì, qualcosa che mi è parsa strana l’ho vista. Non saprei dirti di più. Poi c’era tantissima gente secondo me normale, voglio dire né Black Bloc né poliziotti ma che, molto semplicemente, si è voluta sfogare. Noi ci siamo anche incazzati con chi danneggiava le cose a casaccio: sì alcuni lo hanno fatto veramente in modo stupido e abbiamo litigato con chi tirava bastonate contro qualunque cosa gli capitava a tiro.
Ti posso raccontare proprio questo dialogo che ho avuto io con un ragazzo giovane che, da solo e a viso scoperto, spaccava a casaccio:
“La macchina del Comune non devi romperla perchè è stata comprata con i soldi nostri”.
“Questo Stato e questa gente hanno distrutto la vita dei miei genitori e ora la mia, io voglio vendicarmi su questa città” mi ha risposto.
Io ed altri gli abbiamo detto: “sbagli, questa città è tua, devi riprendertela non distruggerla”.
Ma invece per le banche il discorso è diverso: eravamo tutte e tutti d’accordo che le banche sono le nostre nemiche. Da sempre. E poi l’ultima crisi internazionale è stata provocata dalle speculazioni e dagli imbrogli dei banchieri e invece di mandarli in galera i governi salvano anche i finanzieri più imbroglioni e anzi danno loro i soldi che tolgono a noi; ma questo schifo l’hanno capito in molti. E sempre più gente odia le banche, bisognerebbe organizzarsi dal basso, come hanno fatto in Messico e in altri Paesi contro questi vampiri.
Era la prima volta che noi, cioè intendo io e le persone che erano venute con me, facevano una barricata. Eravamo d’accordo che spostare le auto e metterle in mezzo alla strada per difendersi è comprensibile, è giusto. Non c’è altro modo.
Ripeto: non sono un violento e non approvo tutto quello che i manifestanti hanno fatto ieri. Anche se eravamo noi dalla parte della ragione e della giustizia. A volte qualcuno può esagerare sì, anche se lotta per la causa giusta.. Dipende da quanta rabbia ha accumulato, da quante ingiustizie e umiliazioni patisce ogni giorno. Anni fa ho letto un paio di libri sulla guerra civile spagnola e parlavano degli eccessi, dei crimini perfino, commessi da chi difendeva la repubblica dall’aggressione fascista, insomma di quelli che erano dalla parte giusta. Errori e qualche volta il puro piacere della violenza e della vendetta, cioè cose brutte e stupide. Ma anche se questo accade bisogna dire che sono episodi, che il senso di ieri è un altro: la maggior parte della gente in piazza a Roma si è difesa, lottava per il suo futuro contro chi ci vuole schiavi, contro chi un giorno dopo l’altro sta trasformando questa esile democrazia in una dittatura strisciante. E quando anche la magistratura sarà asservita, come insegna la storia, sarà dittatura assoluta.
Se vuoi ti racconto qualche episodio, così capisci meglio. Io non sono un teorico e da poco che mi interesso di politica: ho iniziato a farlo per paura, perchè ne sono costretto da quel accade… Si stanno mangiando lo Stato, stanno rubando ai poveri per dare ai ricchi. Io non posso stare a guardare; i nostri genitori e i nostri nonni non hanno lottato per questo, capisci?
Allora… mentre andavamo verso via del Corso con Piazza del popolo alle spalle, insomma per arrivare Montecitorio, mi è capitato di stare in prima fila. Ero molto arrabbiato per le violenze che avevo visto di poliziotti e carabinieri, oltre che per tutto il resto e per il Parlamento che aveva appena votato in favore di quel gangster e mafioso di Berlusconi. Insomma ero in prima fila e alcune persone tornano indietro urlando: “scappate, stanno per caricare”. Poco dopo arrivano i lacrimogeni: era la prima volta che li sentivo vedevo in vita mia. Dal rumore avrei potuto credere che fossero bombe…
Poi ho visto che chi aveva i guanti li ributtava indietro e altri li calciavano, allora ho cominciato a farlo anch’io. Dopo sono scappato, ma non troppo in direzione di Piazza del popolo.
Mentre cercavo i miei amici, ho incrociato macchine di carabinieri e polizia molto strane, cioè credo che quelli siano para-urti da sfondamento, non li avevo mai visti. Dietro tanti poliziotti, che iniziano a tirare lacrimogeni.
Non avevamo nulla in mano, tranne qualche piccolo gruppo che ho visto con caschi e qualche spranga. Erano i Black Bloc? Non so, ti ripeto non ne ho davvero idea. Non mi sembravano troppo organizzati ma solo un pochino più esperti di noi.
A quel punto per difenderci ci mettiamo a scavare in Piazza del popolo ma le pietre erano troppo grandi, dunque difficili da tirare. Così, all’imbocco della piazza, quando la polizia ci ha assalito di brutto siamo scappati ma loro erano troppo pochi così quando si sono ritirati stavolta li abbiamo caricati noi. C’era una camionetta della spazzatura rovesciata, cioè usata come barricata, che perdeva benzina e così le abbiano dato fuoco. Abbiamo spostato in mezzo alla piazza vasi, tavoli e tutto quel che trovavamo. Sai una cosa? Abbiamo cercato di usare per le barricate solo macchine di lusso, non quelle dei poveracci come siamo noi. A una abbiamo dato fuoco per respingere la carica. Ho visto qualcuno che con un tubo succhiava benzina dal serbatoio e la metteva in una bottiglia con uno straccio a penzolare: ho capito che era quella la famosa molotov.
Ero davvero arrabbiato per tutto. Così quando ho visto un poliziotto a 20-30 metri ho preso la rincorsa e gli ho tirato un sasso, il primo della mia vita, ti giuro… Mi ha visto e lo ha parato con lo scudo solo per una frazione di secondo. Non mi pento di averlo fatto. Stava lì a difendere un governo mafioso e a picchiare ragazze e ragazzi che erano quasi sempre pacifici, come io e i miei amici.
Macchè armi. Stupidaggini dei giornalisti. Lo sai come abbiamo fatto i bastoni per difenderci? Lì, in Piazza del popolo c’era una casetta in legno, non so forse era un ufficio per informazioni: l’abbiano buttata giù per avere qualche pezzo di legno in mano e poi il resto lo abbiamo bruciato.
Ti ripeto: io non ho visto i sacchi con le molotov pronte e anzi ho chiesto ad alcuni tipi più grandi che mi sembravano non aver paura: “ma voi avete pratica di scontri?”. E loro mi hanno detto: “un pochino”. Allora ho detto: “perchè non avete portato bastoni o qualcosa?”. E loro: “e chi lo sapeva che succedeva tutto questo casino”.
Cosa pensavo? A me l’immagine del poliziotto che carica fa paura, ma poi quando ho visto i poliziotti in carne e ossa mi è passata ogni paura. Sì, anche io quando alcuni di loro sono rimasti isolati sono andato sotto e ho dato una mano a picchiarli.
A un certo punto verso gli archi che chiudono la piazza, si è creato in imbuto e lì ci hanno manganellato a sangue, chiunque capitava: anche se aveva le mani alzate e se visibilmente non c’entrava. C’era una ragazza per terra e l’ho soccorsa. Ma è lì che poco dopo ho visto un poliziotto per terra, non so come mai era solo: quello è stato veramente riempito di calci e sputi. Gli sono passato accanto e gli ho detto: “ne hai prese abbastanza, io non ti faccio nulla”. Non mi piace infierire in tanti contro uno, io non sono come certi sbirri o certi stronzi che ci provano gusto.
Stavano picchiando un ragazzo che conosco pesantemente ma uno di loro ha detto “ora no, che ci sono le telecamere”.
Che altro dirti? Il corteo ovviamente era spaccato… ma ancora per un’ora abbiamo cercato di resistere.
Non ho sentito la tv ma ho letto i giornali oggi: che schifo.
Però ora devo andare a lavorare. Finiamo qui. Ti ricordi, giornalista, che ora ci scambiamo i ruoli? Tocca a me farti due domande.
“Vai pure” – gli dico.
Tu sei d’accordo con la protesta contro la Gelmini e contro Berlusconi?
“Certo” rispondo.
E allora dov’eri ieri?
“Mi avevano invitato in una scuola autogestita a fare una lezione sui razzismi, mi sembrava più utile star lì che andare a Roma”.
Ma alle prossime manifestazioni ci verrai?
“Avevi detto due domande, questa è la terza”.
Non fare lo scemo e rispondi… (Quasi si arrabbia Xyz)
“Verrò”.
E sei d’accordo con quello che ho detto?
“Questa è la quarta domanda ma ti rispondo lo stesso. Per quello che mi hai detto sono in gran parte d’accordo. Il diritto a difendersi non è in discussione. E comunque mi inorridisce che tanti si scandalizzino per queste piccole violenze di strada o per quei pochi che fanno qualche stronzata in una manifestazione giusta mentre ogni giorno sono complici o tacciono sulla grande violenza di questo sistema”.
Abbozza un sorriso Xyz e mentre se ne va si prende l’ultima battuta: “Era vero allora quello che dicevano i miei amici. Non sei un pennivendolo, uno stronzo come quasi tutti i giornalisti di oggi”.
Fonte: Micromega
17 dicembre 2010